LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche
vicinato erano già in cucina, sedute accanto alla vecchia, egli approfittò di un momento in cui Vezzosa era andata a mettere a letto il più piccino dei
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gingilli che via via s'era comprati o le avevano regalato. Cecco poi era stato alla cura e aveva riportato l'ulivo benedetto e lo aveva messo accanto
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egli. - Del resto, come avrei fatto ad aprire la porta se è chiusa a cento chiavi e ognuno di voi ne ha una? - Allora sei tu che hai ceduto alla
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nobile e signorile. La donna non sapeva neppur parlare la lingua del paese, e quando si fermava per elemosinare, presentava alla gente una bellissima bimba
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Tutte le campane di Poppi e della valle suonavano a festa in quella notte chiamando i fedeli alla messa di Natale, e pareva che a quell'invito
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nocciole, di castagne secche e di confetti, che Cecco aveva riportati da Firenze, e dopo, uno alla volta, grandi e piccini dovevano bendarsi e con una
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casa né quelli di fuori, dopo una certa scena, abbastanza tempestosa, in cui aveva detto chiaro e tondo alla matrigna, che il marito se lo voleva
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cucina, - disse Vezzosa alla ragazzetta, allorché le piante di rose furono spogliate dei fiori più belli. - C'è, c'è! - tornò a dire l'Annina, - e non
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La domenica successiva a quella in cui Regina aveva raccontato la novella Il Diavolo alla festa Vezzosa non comparve alla solit'ora a casa Marcucci
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tu mi comandi e che non son più padrone di me. - Che te ne importa di quel che dicono, purché tu non rechi dispiacere alla mamma e a me, che ti
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dico di quando veniste sposa, s'intende, ma so che quando ero piccino e mi menavate, la domenica, alla messa al ponte a Poppi, tutti i contadini che
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, che in quel giorno aspettavano da Camaldoli i signori Durini, erano andate alla prima messa, e dopo si eran messe subito a trafficare per casa. Chi
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La Vezzosa non aveva saputo resistere alla tentazione di domandare al marito quali erano i fatti dolorosi il cui ricordo bastava per render triste la
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; il vino del podere e quello fatto con le uve comprate da Carlo Buoni, avevano già bollito prima che la signora Durini permettesse alla buona vecchia di
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Il tempo era brutto, ma brutto, e invece di maturare il grano, le piogge e i vènti lo facevano piegare a terra. S'era alla fine di maggio, e Maso e i
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fatiche, ed ella desiderava di lavorare come prima, per non riuscire gravosa alla famiglia. Frattanto il poco grano raccolto era stato battuto, e non
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lei e le altre ragazze, rincantucciandosi accanto alla Regina, dalla quale pareva che non si potesse spiccicar mai. Gli uomini che erano stati
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, - aveva risposto. - È vero che siamo poveri, ma tanto da curarla ci sarà sempre. Momo, con quanti s'imbatteva nell'andare alla farmacia, cantava le lodi
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Gli otto giorni dopo l'ultima domenica erano parsi eterni alla Regina e a Vezzosa. Cecco non aveva parlato quasi mai, e, ora con un pretesto, ora con
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In questa lunga serie di novelle, in cui ho intrecciato le leggende alla storia della famiglia della Regina, l'abile narratrice di Farneta, vi ho
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La terza festa di Natale i Marcucci erano ancora seduti davanti alla tavola apparecchiata, e gli uomini centellinavano il vino ciarlando di caccia
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tempo, intorno alla vecchia nonna non si sono riuniti più i nipotini intenti, né gli altri bimbi del vicinato. Il lunedì successivo a quella domenica di
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signore e si avanzava verso l'aia dei Marcucci, seguìto da una signora. Vedendo tutti quei contadini riuniti attorno alla vecchia, i due viaggiatori
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birbante se non cercassi di renderla felice. Il padre Buoni guardò l'orologio e fece osservare al figlio che mancava appena una mezz'ora alla partenza del
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occorreva un ragazzetto svelto per accudire al vivaio delle piante boscherecce che aveva su, vicino alla sua casa; e Maso, senza tante esitazioni, gli
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quell'anno, per la previdenza di Vezzosa che aveva l'argento vivo addosso, doveva, senza casi imprevisti, recare l'agiatezza alla famiglia Marcucci. - Ma
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tutti nel lavoro, che doveva aiutare la famiglia a sbarcare quell'annata disastrosa. La Vezzosa aveva già scritto alla moglie del nuovo ispettore di
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bocce, lasciando alle donne la cura di sparecchiare e di ripulire la cucina, la vecchia Regina, alla quale non permettevano di far più nulla, uscì
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per aiutare i bisognosi, avvenne che, tornando un giorno da una piaggia vicina alla Verna dov'era stato a piantar certe querce per una povera vecchia
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stati ancora accesi i lumi; la vecchia Regina diceva il rosario al suo solito posto, e le nuore erano andate in chiesa, alla benedizione, mentre gli
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notizie dell'Annina e di Carlo. Il fidanzato era tutto premure per la sua promessa sposa e la copriva di piccoli doni, adattati alla condizione di lei
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Il lunedì che tenne dietro alla domenica in cui la Regina aveva narrato la novella per Gigino, i forestieri, che avevano pernottato al podere di
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refe finissimo all'ago torto, destinata come dono di Natale alla figliuola, che non doveva tardare a giungere a Camaldoli. Il signor Luigi era un
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. - Son tutte cose che sapevi fare anche in famiglia, mi pare. - Oh! fra servire a tavola qui e in casa di signori, ci corre quanto dal giorno alla notte
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alla sposina maggior simpatia, erano la vecchia Regina e l'Annina, la quale, per non separarsi dalla nuova zia, l'aiutava in ogni lavoro e prendeva da
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alla ragazza: - Chi t'ha insegnato a esser tanto gentile? - Nessuno. Che si chiama gentilezza il dire la verità? - Via, par che tu abbia il cuor di
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dintorno a sé quella prediletta figliuola. - Non è mica andata alla morte, - le diceva Maso quando la vedeva pensierosa. - A Camaldoli ella s'istruisce
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contentarvi tutti, - disse la Carola facendo l'occhietto alla Regina e alle cognate. - Non siete punto discreti; ognuno doveva prendere una calza
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ogni tanto la nonna, ripeteva i versi che doveva dirle a Pentecoste. Vezzosa si avvide che alla lunga la vecchia si sarebbe accorta del segreto, e, per
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contadino. E, abbassando il capo senza aggiungere altro, andò al suo lavoro, ripensando alla bestialità fatta col dare una matrigna alle figliuole. La
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quelle un tipo di vino che sperava smerciar bene, mercè i molti rapporti che aveva con albergatori di fuorivia; in seguito si sarebbe dato anche alla
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vagheggiato da lungo tempo da Banfio era di andarsene alla corte del duca d'Urbino, che aveva fama del più liberale signore d'Italia. In quel tempo il
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accompagnare i forestieri a Camaldoli. Con l'industria, ingegnandosi in ogni modo, bisognava rimediare alla mala sorte. Siccome tutti erano concordi
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poteva andare ad Arezzo a far lo stacco delle cose che ancora mancavano al corredo. Intanto Vezzosa, per pazientare, cuciva dalla mattina alla sera, e
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la sua creaturina, pallida e macilenta, fu raccolta dallo zio, il quale la portò alla moglie. Il conte di Poppi non sapeva come spiegarsi tanta
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Selvatico di Pratovecchio, e tanti altri. Il conte Guido Novello riuscì a salvarsi, perché si die' alla fuga con i suoi cavalieri. Dalla parte dei