LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche
La Vezzosa non aveva saputo resistere alla tentazione di domandare al marito quali erano i fatti dolorosi il cui ricordo bastava per render triste la
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lui come di una persona che esistesse e che per una ragione qualsiasi fosse assente da casa. - Questo lo serbiamo al mimmi, questo è per il mimmi
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l'erba per le bestie e accompagnava i viaggiatori col trapelo fino al pian dell'Antenne, sotto Camaldoli. Tutta quella operosità, aumentata in
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avevano fatti grandi preparativi per festeggiarla. Nel centro della cucina era stata appesa al soffitto una pentola incrinata, piena di noci, di
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Camaldoli, alla gentile signora dalla quale doveva entrare al servizio l'Annina, affinché ella trovasse qualche famiglia che volesse passar l'estate
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- Resta a casa, Cecco, nessuno dei tuoi fratelli va fuori la domenica, - diceva Vezzosa in tono supplichevole al marito, che ella aveva chiamato da
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a vederti cavalcare, poiché tutti, dal più al meno, abbiamo orrore di quel campo. - Non occorre che nessuno si esponga a incontrar le ombre dei
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Quella domenica la Vezzosa giunse al podere dei Marcucci, prima di ogni altro, insieme con due sorelline poco minori a lei. Nella casa non erano
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Emilia, e non aveva dato al marito che un figlio, per nome Ruggero, e una figlia per nome Sofia. Pareva però che la natura si fosse compiaciuta di dare
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. Ora che Vezzosa era in casa sua, gli pareva di non essersi punto ingannato, ed era così lieto di vederla andare e venire dalla cucina al podere
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La sera dopo, sparecchiata la tavola che aveva servito al lauto pranzo di Natale, gli uomini di casa Marcucci non misero neppure il naso fuori
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correre a pigliare i tegami della minestra che la massaia soleva serbare intorno al fuoco per quelli che non s'erano messi a tavola col resto della
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se n'andò al podere de' Marcucci. Questi non aspettavano nessuno con quel tempo, e quando la videro giungere, l'accolsero ridendo e burlandola
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, guadagna ed è affidata a persone per bene. - È vero, e lo so anch'io; ma che ci vuoi fare se sono addolorata di non averla più qui? Al cuore, lo sai
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Da alcuni giorni il signor Luigi e la signora Adele erano stabiliti al podere di Farneta, e le donne di casa eran tutte affaccendate a servirli e a
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quella fiammella si può correr dietro al tempo perduto, e quand'è ito, non c'è rimedio. Sapete chi non ha rimorsi per aver sciupato il tempo? - Chi
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panche e nelle tavole, perché l'Annina avea detto di voler fare quattro salti. Avevano allineate le tavole al muro coprendole di tovaglie di bucato
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stagione disastrosa per i poveri, e benedivano gli aiuti insperati che erano venuti a calmare le loro angosce. Come al solito, la famiglia era radunata
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per due o tre giorni si alzò, ma strascicava le gambe e non atteggiava mai la bocca al sorriso. Una mattina Vezzosa capitò al podere di Farneta per
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, ci preparavate una bella pattona; stasera non c'è nessuno che si senta di rimuginarla? - Che s'ha a far davvero? - domandò la Carola al capoccia
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occorreva un ragazzetto svelto per accudire al vivaio delle piante boscherecce che aveva su, vicino alla sua casa; e Maso, senza tante esitazioni, gli
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dote? - disse il padre della ragazza al capoccia dei Marcucci. - Lo so, - rispose il contadino a denti stretti, - e in casa non ce la volevamo una donna
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predicare al popolo. Egli parlava un linguaggio che tutti capivano; raccomandava la devozione a Dio, l'affetto per il prossimo e la carità, e la sua voce
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, e le buttò le braccia al collo. Quell'atto affettuoso meravigliò tutti, ma Carlo non volle dare nessuna spiegazione. Egli disse soltanto: - Nonna
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era stata buona, andava Cecco con un altro dei fratelli ad Arezzo; quand'era scarsa, portavano i panierini al Ponte a Poppi e li spedivano per mezzo
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soprattutto nel veder dissipata quella freddezza che la gente le dimostrava, accusandola di non trattar bene la figliastra. Cecco poi era al settimo cielo
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povera mamma! E dopo essersi sfogata così, invece di dormire, pensava al mezzo di andarsene di casa. Voleva recarsi a Firenze al servizio, almeno se
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trapelo. - Per l'appunto ora! - esclamò Beppe, il maggiore dei figliuoli di Maso, al quale spettava di accompagnare i forestieri fin su verso Camaldoli
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: - Bravo Cecco, così ti voglio. - E così hai diritto che io sia! - rispos'egli. La giornata passò al solito lieta, come tutti i giorni di festa in cui
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impulso al lavoro, alla concordia, era conforto nei momenti di dolore. Non potrei dunque terminare il quarto volume delle novelle senza dirvi che cosa
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poteva andare ad Arezzo a far lo stacco delle cose che ancora mancavano al corredo. Intanto Vezzosa, per pazientare, cuciva dalla mattina alla sera, e
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necessario accanto al letto, e raccomandando alle sorelline di non lasciarla, uscì. - Ecco Vezzosa! - urlarono i bimbi Marcucci, appena la scòrsero
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Camaldoli e al Picco della Verna, tanto era lo scampanìo che si udiva da ogni lato. In una casa di Farneta, piccolo borgo sulla via di Camaldoli, la
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dal reggimento, le cose andavano bene; ma ora, se voglio pagare un sigaro a un amico, devo inchinarmi al capoccia. Io mi cerco un podere per andar a
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movevano a compassione tutti, tanto erano laceri e scarni, e non vi era massaia che negasse loro di scaldarsi intorno al fuoco e che non avesse un po' di
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bimbi. Specialmente allora che si avvicinava la Pentecoste, ella s'era messa in testa di far imparare al Rossino una poesia per la nonna; e per
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Il lunedì che tenne dietro alla domenica in cui la Regina aveva narrato la novella per Gigino, i forestieri, che avevano pernottato al podere di
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Carola apparecchiava per i signori. Intanto le cognate badavano alle pietanze che erano al fuoco. Vezzosa era andata nell'orto a cogliere le pèsche e i
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spalla accanto al giardino dell'ispettore Durini. Carlo, accompagnato dal padre, due giorni dopo era sceso a Farneta ed era stato ricevuto da Maso, dalla
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tornano a San Godenzo, e all'albergo non ci sono che quelle tre. Il viaggiatore disse allora: - Senti, galantuomo, fa' che io non debba dormire al sereno
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La sera della vigilia di Befana, i bambini del vicinato giunsero più tardi a veglia al podere dei Marcucci; alcuni allegri, altri con una faccia
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esercitare la Vicaria di Poppi, cittadini illustri, come lo provano le iscrizioni murate nel cortile del castello. Al tempo di cui tratto io, era
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giullare, dunque, vedendosi privato del suo cavallo, chiese un compenso al conte di Porciano, il quale gli diede una borsa piena d'oro, ingiungendogli di
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solo mancava; del resto tutto era pronto, tutto stirato, e Vezzosa aveva già messo la biancheria nell'armadio, i mobili al posto, e, sul cassettone, i
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, sentendo che tutti tacevano, aspettando la novella, prese a dire: - Al tempo dei tempi, quando il nostro Signor Gesù Cristo scendeva ancora in terra
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pose in capo a una Madonna di legno, grande al naturale, che era nella chiesa del monastero, considerando che la scelta dell'Imperatore fosse avvenuta