LE DUE MARIANNE - I CONIUGI SPAZZOLETTI
Intanto sulla strada, che dalla stazione va alle case di Musocco, il sor Claudio Ballanzini conduceva la bella Margherita Spazzoletti, dandole il
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La luna quasi nel suo pieno versava sulle campagne un bagliore latteo tremolante, che svelando qua e là delle stese e dei dossi di campagna, rendeva
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gh'è tempo venticinque minuti. LUIGI: E dopo questo treno non ce n'è altri? VOCE: Per Milano el xè l'ultemo... SIGNORA SPAZZOLETTI: Che bisogno c'era
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Marianna e Narciso MARIANNA: Buon giorno, mio ospite gentile... NARCISO: Buon giorno, mia bella pellegrina che ha voluto ricoverarsi al tetto del
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serpente che ti mangi e poi bisogna correre, strozzarsi, o perdere la corsa. - Dici a me? sono io che mi son fermata a fare... - A fare, a fare!... se
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chì. NARCISO: Te l'ho detto, amor mio, che c'era tempo. Se podeva finì foeura quella bottiglia, corpo di quel biondo! Quel to' zio prevost el gh'à un
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parlà (eh... eh...) ride . MENICA: Son minga una tapellona GAITAN: Di volt vialter donn... MENICA: Son minga una bagaja GAITAN: El soo che te set vèggia
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esclamando: "Poverina, poverina...". Questa, dopo che il marito l'ebbe aiutata a uscire e a discendere dal vagone, lo prese per un orecchio e gli disse