LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
, Principessa di Bikarìa, e per mezzo ad ambasciatori furono concertate le nozze. Nel castello di Aquilino si fecero grandi preparativi per la cerimonia e
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Un mattino Piumadoro si svegliò più leggera e più annoiata del consueto. Ma il vecchietto non rispondeva. - Soffiami, nonno! Piumadoro s'avvicinò al
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Giunsero verso sera in vista del primo castello. Sulle torri apparve la Fata Variopinta e fece un cenno con le mani. Piumadoro si sentì attrarre da
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la mensa e diceva: - A quest'ora ci si abbigliava per il ballo... Doralice rigovernava i piatti e diceva: - A quest'ora le nostre donne ci davano il
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Quando l'alba si levava, si levava in sulla sera, quando il passero parlava c'era, allora, c'era... c'era... ... una vedova maritata ad un vedovo. E
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passare, scomparire all'orizzonte quel cavaliere piumato, sul cavallo che galoppava all'indietro, si faceva il segno della croce temendo un'apparizione
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, e si alzò accennando verso le figlie: - Che beffa è questa? Chi ha messo tre scrofe al posto delle mie figliuole? Che beffa è questa? Via di qui! Via
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! - Vendete uno dei buoi. Il Padre restò pensoso, poi si decise. Alla fiera seguente vendette uno dei buoi e col danaro ricavato mandò Candido alla scuola
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Quando in quella che fuggì settimana veritiera si contò tre Giovedì c'era, allora, c'era... c'era... ... un vecchio contadino che viveva in una
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per terra. Ricompensa: la mano della Principessa. - Voglio tentare - disse Desiderio, e si propose al banditore. Fu condotto alla reggia e
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farti trasportare all'istante dove tu voglia. Il buon Padre spirò poco dopo: e i tre figli presero piangendo il loro talismano e si separarono
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vertigine e socchiuse gli occhi. Quando li riaprì si trovò dinanzi alla casetta della Fata Nasuta e la vecchietta gli sorrideva. Si guardò, si palpò, era
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con una fattucchiera. - Si può farle morire - rispose costei. - Impossibile: il Re ammazzerebbe anche me. - Si può deturparle per sempre. - Impossibile
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Quando (il tempo non ricordo!) cani, gatti, topi a schiera ben si misero d'accordo c'era, allora, c'era... c'era... ... un orfano detto Prataiolo
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comando del Padre ai quattro punti dell'orizzonte. E la neve si diffondeva sul mondo. Nevina era pallida e diafana, bella come le dee che non sono più
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Giunte al regno del Padre, le sorelle si travestirono da pellegrine, per non essere riconosciute dalla matrigna che le credeva morte; e col volto
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Nella Reggia si era disperati. Il Reuccio Piombofino aveva sfondato col suo peso la sala del Gran Consiglio e stava immerso fino alla cintola nel
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nonno dovette rinchiuderla in casa. - Piumadoro, povera bimba mia, qui si tratta di un malefizio! E il vecchio sospirava. E Piumadoro s'annoiava, così
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del macello. Cammin facendo le tre sorelle supplicavano i loro aguzzini. - Comando del Re! Esse piangevano, disperate. - Comando del re! Se il Re si
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sarò felice. Il Principe si sdegnò quasi, poi vedendo Nonsò supplicante, cedette alle sue preghiere e comperò la giumenta. Il mugnaio, consegnando la
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fattorie, passava talvolta con la Regina accanto al porcile; e le sue figlie si protendevano piangendo verso il Padre che non le riconosceva. - Padre
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con un nocciolo sul naso. La vecchietta si grattò il naso dolente, si chinò tremante, raccolse, strinse il nocciolo tra il pollice e l'indice e lo