LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
Giunsero verso sera in vista del primo castello. Sulle torri apparve la Fata Variopinta e fece un cenno con le mani. Piumadoro si sentì attrarre da
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sentì rinascere. - Grazie, amici miei. Non altre adoro - che piumadoro... Oh! Piumadoro, bella bambina - sarai Regina. - Chi è che mi canta all'orecchio
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addormentò tra le foglie secche, sotto un castagno. All'alba si sentì tirare una ciocca, sulla tempia: si volse e vide una lucertola con due code
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innanzi a quelle spume turbinose si sentì prendere dallo sconforto. Una libellula passò, librandosi su di lui con bagliori di smeraldo. - Che c'è, bambino
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, ringraziò la vecchia e proseguì la strada sulle sue stampelle. Verso sera si sentì chiamare alle spalle: - Fortunato! Fortunato! Fortunato! Non
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Principe con occhi tanto supplici e dolci che Fiordaprile si sentì commosso. - Fiordaprile, lasciami avanzare! Mi fermerò poco. Voglio toccare quella neve
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farfalle. Mangiò, poi si sentì prendere dal sonno, s'alzò per andare a dormire. Le due mani lo precedettero in una camera di damasco vermiglio, gli
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figliuoli. Quando sentì vicina l'ora della morte li chiamò attorno al letto per l'estremo saluto. - Figliuoli miei, io non son ricco, ma ho serbato
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un mulino. Il mugnaio era sulla soglia e suonava il flauto: la moglie e i suoi nove figli danzavano intorno. Prataiolo sentì che avvicinandosi gli
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vecchio sentì nitrire nel cortile, e vide un cavallo bellissimo, Candido come la neve. Lo prese per la briglia e si diresse al mercato. I compratori