LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
s'avanzava trasognato. Si faceva notte e nessuno appariva nel palazzo incantato. Solo due mani lo precedevano: l'una recando una lucerna, l'altra facendogli
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lungo, poi disse: - L'avrete. Ma mi occorre che mi portiate un capello di ciascuna strappato con le vostre mani e tre setole porcine, strappate con le
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Rinvennero al luccichìo di coltellacci enormi. Furono legate mani e piedi ad un bastone; ogni bastone, sorretto ai capi da due bifolchi, prese la via
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: le sue chiome erano appena bionde, d'un biondo imitato dalla Stella Polare, il suo volto, le sue mani avevano il candore della neve non ancora caduta
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Giunsero verso sera in vista del primo castello. Sulle torri apparve la Fata Variopinta e fece un cenno con le mani. Piumadoro si sentì attrarre da
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Regina pietrificata, e cercarono la coda di lucertola, ma la coda non c'era più. E la matrigna di marmo, col volto furente e le mani protese, fu
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orecchi con le mani. I cortigiani lo guardavano sbigottiti ed inquieti: - Che cosa vi sentite? - Sento... sento... E il Reuccio rideva, rideva senza
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alla porta un vecchio mendicante dalla barba bianca; e sempre le sorelle gli donavano una scodella di minestra. - Grazie, figliuole! Che mani da
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sentì tosto per tutto il corpo un prurito inquietante. Si guardò le mani, le braccia, si specchiò ad una fonte e si vide coperto di squame verdi. - Oh
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; e appena in terra fu pronto a spingerla con le due mani sull'orlo d'un declivio, rotolandola a valle. Poi si mise a cercare in fretta il capello
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rallentò il passo, premendosi lo scapolare sul petto, con le due mani. Ed ecco apparire fra gli alberi il crocevia spazioso, illuminato dalla luna piena
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a me! Un briciolo anche a me! E protendeva il becco verso le mani di Desiderio, supplicando. - Lasciami in pace, bestia importuna! - gridò Desiderio
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, non altro. Oggi devo partire per un viaggio lunghissimo, e non ritornerò che fra un anno e un giorno: il mio castello è nelle tue mani. Addio! Il