LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
Ma non era ammattito. I più famosi medici del regno constatarono veramente che il Reuccio Sansonetto ringiovaniva. Era una malattia nuova e
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Il Reuccio Sansonetto ebbe libero il passo nel regno di Marsilio. Cercò nei giardini; trovò il luogo indicato dal fenicottero. Ma in cinque anni il
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di premio per chi desse notizie della vecchietta che aveva incantato il figliuolo. Ma nessuno l'aveva più vista. Sansonetto andava sovente a caccia
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, ma esse vivevano quiete e laboriose nella piccola casa modesta. Rimpiangevano talvolta l'affetto del Padre e il regno perduto. Lionella sparecchiava
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un cavaliere si alzò: - Maestà, perdonate, ma quelle sono tre scrofe! Il Re, furibondo, lo fece immediatamente tradurre in prigione, nei sotterranei
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deserto e il signore condusse egli stesso il suo cavallo alla scuderia; poi disse a Candido: - Non vedrai qui dentro persona viva; ma non t'inquietare
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Sui quattordici anni avvenne a Piumadoro una cosa strana. Perdeva di peso. Restava pur sempre la bella bimba bionda e fiorente, ma s'alleggeriva ogni
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sapesse disobbedito farebbe sgozzare anche noi. Ma quelle tanto piansero e supplicarono che i sei carnefici s'impietosirono. - Bisogna promettere di
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Un mattino Piumadoro si svegliò più leggera e più annoiata del consueto. Ma il vecchietto non rispondeva. - Soffiami, nonno! Piumadoro s'avvicinò al
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l'istoria pietosa delle tre giovinette. La matrigna fece per ghermire e disperdere l'acqua delatrice ma la toccò appena che restò di marmo. Al Re fu come
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, ma nessuno gli piaceva e se ne andarono senza aver nulla comperato. Passando dinanzi ad un mulino videro una vecchia giumenta quasi cieca, che girava
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figliuoli. Quando sentì vicina l'ora della morte li chiamò attorno al letto per l'estremo saluto. - Figliuoli miei, io non son ricco, ma ho serbato
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vecchiette del bosco natìo, il nonno che la salutava. Ma la cetonia le ricordò l'avvertimento della Fata dell'Adolescenza e Piumadoro lasciò cadere un
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arti aveva cercato di farle cadere in disgrazia del Padre, ma visto che le calunnie non servivano che a farle amare di più, deliberò di consigliarsi
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volta quella bellezza famosa. Ma il corteo non giungeva. Si vide apparire una sola carrozza e ne scese un vecchietto gobbuto e barbuto. - Io sono il
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pavimento a mosaico. Biondo, con gli occhi azzurri, tutto vestito di velluto rosso, Piombofino era bello come un dio, ma la malìa si faceva ogni giorno
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. Ingannava il tempo mangiando ciliege e scagliando i noccioli sui passanti, con una piccola fionda. I beffati alzavano il volto incolleriti, ma
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briciola e due chicchi di riso. Fortunato la guardava stupito. "Non aveva torto" pensava tra sé "a dirmi che mi accontentassi del poco." Ma la
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, fissandola con occhi inquieti, vietandole il passo: - Chi sei? - Nevina sono. Figlia di Gennaio. - Ma non sai, dunque, che questo non è il regno di
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, alla ventura. - Sia come tu vuoi - disse il Padre, - ma non posso darti più di dieci scudi. - É poco, ma farò che mi bastino. Desiderio prese i dieci
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, perché tagliava il legno, attingeva al pozzo; e quelle lo compensavano con una ciotola di minestra. Ma quando Prataiolo compì i diciott'anni, il
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alla madre; ma questa lo lasciò cadere con un grido d'orrore. - Che schifezza! É tutto lordo di bava! La madre era disperata di quella figlia zoppa e