LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
con un nocciolo sul naso. La vecchietta si grattò il naso dolente, si chinò tremante, raccolse, strinse il nocciolo tra il pollice e l'indice e lo
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Piumadoro era orfana e viveva col nonno nella capanna del bosco. Il nonno era carbonaio ed essa lo aiutava nel raccattar fascine e nel far carbone
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e lo guardava fisso, per nulla spaurita di lui. Il Principe puntò l'arma e fece fuoco. Ma il fumo del fuoco si dissipò e la lepre riapparve al
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finestra riconobbe il volto della vecchietta che lo guardava sorridendo. Sansonetto s'inginocchio sulla soglia. - Ah! vecchina, vecchina
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l'abito, lo vestì a rovescio, corse attraverso i campi fino a trovarsi una seconda volta sulla strada dello sconosciuto; questi non lo riconobbe: - Dove
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lo spavento, si avvolse, si adagiò nei suoi capelli immensi come nella coltre del suo letto e si lasciò trasportare. - Piumadoro, coraggio! Aprì gli
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un cavaliere si alzò: - Maestà, perdonate, ma quelle sono tre scrofe! Il Re, furibondo, lo fece immediatamente tradurre in prigione, nei sotterranei
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, perché tagliava il legno, attingeva al pozzo; e quelle lo compensavano con una ciotola di minestra. Ma quando Prataiolo compì i diciott'anni, il
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, per mangiare il suo tozzo di pane. Una gazza lo guardava curiosa, scendendo di ramo in ramo. Ella diceva nel suo roco cicaleccio: - Un briciolo anche
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. Cassandrino giunse in città, comperò un palazzo meraviglioso, abiti gioielli, cavalli e prese a condurre la vita del gran signore. Tutti lo dicevano un
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. Scese da cavallo, lo svegliò: - Che fai qui piccolino? - Non so - rispose quegli, fissandolo senza timidezza. - E tuo Padre? - Non so. - E tua madre
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Isole Fortunate, ed è quegli che ti chiama da tanto tempo con la sua canzone. É vittima d'una malìa opposta alla tua. Cinquecento coppie di buoi lo
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diciott'anni Fortunato decise di lasciare la capanna paterna e di mettersi alla ventura. Salutò il Padre, che lo benedì piangendo; si fabbricò un paio
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spettatori. Il cavaliere misterioso, tutto rivestito di una corazza d'acciaio chermisi, stava sbalzando di sella l'ultimo avversario e già il popolo lo
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rallentò il passo, premendosi lo scapolare sul petto, con le due mani. Ed ecco apparire fra gli alberi il crocevia spazioso, illuminato dalla luna piena
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sgualcito e cominciò a sfogliarlo attentamente. L'aveva trovato anni addietro, nella caverna di un monte, presso lo scheletro d'un eremita. - Contro la