LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
Piumadoro e Piombofino Il Re Porcaro Il Reuccio Gamberino La danza degli Gnomi I tre talismani La fiaccola dei desideri La lepre d'argento Nonsò La
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il vedovo aveva una figlia della sua prima moglie e la vedova aveva una figlia del suo primo marito. La figlia del vedovo si chiamava Serena, la
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la macina. Nonsò guardò attentamente la bestia e disse: - Signore, quello è il destriero che mi abbisogna! - Tu scherzi! - Signore, compratemelo e ne
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Verso sera giunsero dalla Fata dell'Adolescenza. Entrarono per la finestra aperta. La buona Fata li accolse benevolmente. Prese Piumadoro per mano
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sedeva la matrigna e le tre scrofe usurpatrici, vestite di stoffe preziose, adorne d'oro e di gemme. - Sire! Siamo pellegrine reduci di Terra Santa
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Quando i polli ebbero i denti e la neve cadde nera (bimbi state bene attenti) c'era allora, c'era... c'era... ... un vecchio contadino che aveva tre
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diciott'anni Fortunato decise di lasciare la capanna paterna e di mettersi alla ventura. Salutò il Padre, che lo benedì piangendo; si fabbricò un paio
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Quando il filtro e la sortiera preparavano gl'incanti (ascoltate tutti quanti!) c'era, allora, c'era... c'era... ... un Principe chiamato Aquilino
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Rimaste sole e povere, in paese straniero, le tre Principesse dovettero lavorare per campare la vita. Per loro fortuna avevano imparato fin da bimbe
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Giunsero verso sera in vista del primo castello. Sulle torri apparve la Fata Variopinta e fece un cenno con le mani. Piumadoro si sentì attrarre da
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Quando il sughero pesava e la pietra era leggera come il ricciolo dell'ava c'era, allora, c'era... c'era... ... una Principessa chiamata Nevina che
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appena l'uscio di casa che il vento se la ghermì, se la portò in alto, in alto, come una bolla di sapone... Piumadoro gettò un grido e chiuse gli occhi
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le tre fanciulle una ben triste esistenza. La matrigna era gelosa dell'affetto immenso che il Re portava alle figlie e le odiava in segreto. Con mille
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mondo alla ventura. Andò a salutare la sua sorella di latte, Ciclamina, e questa gli disse: - Voglio darti una piccola cosa, per mio ricordo. Non sono
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Nella Reggia si era disperati. Il Reuccio Piombofino aveva sfondato col suo peso la sala del Gran Consiglio e stava immerso fino alla cintola nel
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. La bimba cresceva buona, amata dalle amiche e dalle vecchiette degli altri casolari, e bella, bella come una Regina. Un giorno di primavera vide sui
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fattorie, passava talvolta con la Regina accanto al porcile; e le sue figlie si protendevano piangendo verso il Padre che non le riconosceva. - Padre
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? - A cercar lavoro. - Sai leggere? - Leggere e scrivere. - Allora non fai per me e il signore proseguì la via. Candido restò sbigottito, poi si tolse
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inesplicabile, contro la quale la scienza non aveva rimedio. Il Reuccio ringiovaniva. Compì i diciassette, poi i sedici, poi i quindici anni. Prese a
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Sansonetto era disperato. Correva a ritroso per le stanze e pei giardini reali, piangendo, strappandosi le chiome bionde. Bisognava rintracciare la
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per terra. Ricompensa: la mano della Principessa. - Voglio tentare - disse Desiderio, e si propose al banditore. Fu condotto alla reggia e
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vertigine e socchiuse gli occhi. Quando li riaprì si trovò dinanzi alla casetta della Fata Nasuta e la vecchietta gli sorrideva. Si guardò, si palpò, era
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Sui quattordici anni avvenne a Piumadoro una cosa strana. Perdeva di peso. Restava pur sempre la bella bimba bionda e fiorente, ma s'alleggeriva ogni
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Alla mensa regale sedevano il Re, la Regina, le tre Principesse, cinquecento dame e cinquecento cavalieri. La Regina versò furtivamente nel calice
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una loggia del palazzo reale, raggiante ed impaziente di sposare Biancabella reginetta di Pameria, con la quale era fidanzato fin dall'infanzia
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Rinvennero al luccichìo di coltellacci enormi. Furono legate mani e piedi ad un bastone; ogni bastone, sorretto ai capi da due bifolchi, prese la via