LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
bambina; come ti chiami? - Piumadoro. - Io mi chiamo Pieride del Biancospino. Vado a disporre i miei bruchi in terra lontana. Un giorno forse ti
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me... La Regina, inquieta, voleva liberarsi delle figliastre definitivamente. - Osservate, Maestà, come son fresche e rosee: io consiglierei il
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fino alle travi del soffitto. Oh! Piumadoro, bella bambina - sarai Regina. - Piumadoro, che cosa canti? - Non son io. É una voce che canta in me
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volta quella bellezza famosa. Ma il corteo non giungeva. Si vide apparire una sola carrozza e ne scese un vecchietto gobbuto e barbuto. - Io sono il
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palma della mano. La vecchietta l'osservò dalla finestra. - Figliuolo mio, non è quello! quello porta incise intorno certe parole che so io... Il
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. Io danzerò per lei danze meravigliose. Nonsò bussò al palazzo. Aprì una dama bellissima, ch'egli prese per la Principessa in persona. - Principessa
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. Quelli non si fecero pregare, e giunti alle frutta il mugnaio disse: - Cedimi la camicia ed io ti do il mio flauto. Prataiolo accettò il cambio, già
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meditarono le parole del vecchio. E una sera Lionella disse: - Sorelle mie, io sono la primogenita. Ho deciso di tentar la sorte per tutte. Partirò alla
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Principessa. - Grazie, amico mio. Ritorna presso tuo Padre, ed io ritorno alla Corte di Corelandia, dove tu dovrai trovarti fra un anno e un giorno. E
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tuo Padre? Io sono Fiordaprile, e non t'è lecito avanzare sulle mie terre. Ritorna al tuo ghiacciaio, pel bene tuo e pel mio! Nevina fissava il
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porgendole il fungo e la felce e invitandola garbatamente a danzare. - Io danzo con principi e con baroni: non danzo con brutti rospi come voi. E gettò la
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nuove prove. - Sta bene - disse il Re. - Io ho dunque nelle mie stalle cinquanta buoi, e occorre che tu, o uno dei tuoi compagni, li mangi da solo in otto
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, che dovete essere una fata potente. - Io non sono una fata potente e i miei incantesimi sono pochi... Ti gioverò confidandoti un segreto che tutti
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figliuoli. Quando sentì vicina l'ora della morte li chiamò attorno al letto per l'estremo saluto. - Figliuoli miei, io non son ricco, ma ho serbato