LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
Giunsero verso sera in vista del primo castello. Sulle torri apparve la Fata Variopinta e fece un cenno con le mani. Piumadoro si sentì attrarre da
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decrescere di giorno in giorno, scomparvero i piccoli nascenti baffetti biondi. Il suo volto riacquistava un aspetto sempre più fanciullesco. Sansonetto era
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scudi e partì. Giunto in città vide un uomo che gridava per le vie un bando del re. Il re cercava chi sapesse costruirgli una nave che andasse per mare e
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le tre fanciulle una ben triste esistenza. La matrigna era gelosa dell'affetto immenso che il Re portava alle figlie e le odiava in segreto. Con mille
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ventura. Si vestì d'un abito nero da un lato, bianco dall'altro e si mise in cammino. Per via incontrò un signore a cavallo: - Dove vai, ragazzo mio
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? - Non so. - Di dove sei? - Non so. Quel è il tuo nome? - Non so. Preso il bimbo in groppa, il Principe lo portò al suo castello e lo consegnò alla
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nonno dovette rinchiuderla in casa. - Piumadoro, povera bimba mia, qui si tratta di un malefizio! E il vecchio sospirava. E Piumadoro s'annoiava, così
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Quando l'alba si levava, si levava in sulla sera, quando il passero parlava c'era, allora, c'era... c'era... ... una vedova maritata ad un vedovo. E
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Rimaste sole e povere, in paese straniero, le tre Principesse dovettero lavorare per campare la vita. Per loro fortuna avevano imparato fin da bimbe
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Il Reuccio Sansonetto ebbe libero il passo nel regno di Marsilio. Cercò nei giardini; trovò il luogo indicato dal fenicottero. Ma in cinque anni il
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appena l'uscio di casa che il vento se la ghermì, se la portò in alto, in alto, come una bolla di sapone... Piumadoro gettò un grido e chiuse gli occhi
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Quando in quella che fuggì settimana veritiera si contò tre Giovedì c'era, allora, c'era... c'era... ... un vecchio contadino che viveva in una
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diabolica. Un giorno il Reuccio giunse in un bosco, e vide tra gli abeti centenari una casetta minuscola, con una sola porta e una sola finestra. E alla
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, tardo e trasognato, tenuto da tutti per un mentecatto. Prataiolo mendicava di porta in porta ed era accolto benevolmente dalle massaie e dalle fantesche
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un cavaliere si alzò: - Maestà, perdonate, ma quelle sono tre scrofe! Il Re, furibondo, lo fece immediatamente tradurre in prigione, nei sotterranei
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splende in pieno meriggio! Tutti accorsero alla finestra, ma prima ancora la gran vetrata di fondo s'aprì per incanto e Piumadoro apparve col suo
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rapida, percorse gran tratto di strada. Ad un crocevia sostò in estasi, con gli occhi abbagliati. Le si apriva dinnanzi uno spazio ignoto, una distesa
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distenderla in terra o sulla tavola, perché compaiano tante portate per quante persone tu voglia. A te, Oddo, che sei mercante e devi di continuo
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bambina; come ti chiami? - Piumadoro. - Io mi chiamo Pieride del Biancospino. Vado a disporre i miei bruchi in terra lontana. Un giorno forse ti
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Chiaretta, Lionella, Doralice passavano i loro giorni nel porcile, piangendo e invocando pietà. Il Re, che amava occuparsi in persona delle sue
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diede a Piumadoro tre chicchi di grano. - Prima di giungere alle Isole Fortunate il vento ti farà passare sopra tre castelli. In ogni castello ti apparirà
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, che aveva vent'anni e voleva condurre in moglie la più bella Principessa del mondo. Pubblicò un bando di nozze e giunsero centinaia di ritratti
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pellegrine che si erano scoperte il viso. La Corte acclamava il Re rinsavito e le Principesse redivive. Queste, pietose, vollero ritornare in vita la