LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
Tre giorni ancora e il Reuccio Sansonetto compiva diciott'anni, età che, secondo le leggi del regno, gli permetteva di togliere moglie. Egli stava ad
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appena l'uscio di casa che il vento se la ghermì, se la portò in alto, in alto, come una bolla di sapone... Piumadoro gettò un grido e chiuse gli occhi
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all'indomani gli fu data un'accetta per abbattere il legno necessario all'impresa. Lavorò tutto il mattino, e a mezzodì sedette all'ombra d'un vecchio castagno
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vertigine e socchiuse gli occhi. Quando li riaprì si trovò dinanzi alla casetta della Fata Nasuta e la vecchietta gli sorrideva. Si guardò, si palpò, era
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servitù, perché ne avesse cura. E gli fu dato il nome Nonsò. Quando ebbe vent'anni, il Principe lo prese per suo scudiero. Un giorno passando in città
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, costellata di gemme. Camminò per campi e prati, giunse in una foresta millenaria. Attraverso un sentiero gli apparve una lepre d'argento che brucava l'erba
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, prese la via della valle, si trovò fra gli abeti. Gli gnomi che la vedevano passare diafana, fosforescente nelle tenebre della foresta, interrompevano
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tratto, tra la ramaglia e i tronchi diritti, gli parve di scorgere un chiarore tremulo: affrettò il passo sulle stampelle, giunse ad una capanna di legno
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Principe in esilio ed egli stesso cominciò a crederlo; tanto che gli venne il Desiderio di far visita al Re. Si vestì degli abiti e dei gioielli più
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diabolica. Un giorno il Reuccio giunse in un bosco, e vide tra gli abeti centenari una casetta minuscola, con una sola porta e una sola finestra. E alla
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pavimento a mosaico. Biondo, con gli occhi azzurri, tutto vestito di velluto rosso, Piombofino era bello come un dio, ma la malìa si faceva ogni giorno
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mondo alla ventura. Andò a salutare la sua sorella di latte, Ciclamina, e questa gli disse: - Voglio darti una piccola cosa, per mio ricordo. Non sono
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misteriosa. Terrorizzata lasciò cadere il secondo chicco. Appena il grano toccò terra il castello si fece d'oro, la Fata e gli ospiti apparvero benigni e
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, senza mai vedere anima viva né udir voce umana; mangiava, beveva, passeggiava per le sale e pel parco. Un giorno vide tra gli alberi trasparire una veste
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del Re il filtro fatato e attese, ansiosa di vederne l'effetto. Aveva appena bevuto che il Re stralunò gli occhi, come preso da sdegno e da meraviglia
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rallentò il passo, premendosi lo scapolare sul petto, con le due mani. Ed ecco apparire fra gli alberi il crocevia spazioso, illuminato dalla luna piena
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alla porta un vecchio mendicante dalla barba bianca; e sempre le sorelle gli donavano una scodella di minestra. - Grazie, figliuole! Che mani da