LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
Ma non era ammattito. I più famosi medici del regno constatarono veramente che il Reuccio Sansonetto ringiovaniva. Era una malattia nuova e
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alto con i suoi compagni, e capì che quello era il Castello della Menzogna e che il chicco gettato era il grano della Prudenza. Viaggiarono due altri
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Nella Reggia si era disperati. Il Reuccio Piombofino aveva sfondato col suo peso la sala del Gran Consiglio e stava immerso fino alla cintola nel
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Quando il sughero pesava e la pietra era leggera come il ricciolo dell'ava c'era, allora, c'era... c'era... ... una Principessa chiamata Nevina che
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nocciolo era diventato un ciliegio altissimo, tutto carico di frutti rossi e lucenti come rubini. Sansonetto ne mangiò uno, poi un altro, e un altro
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una loggia del palazzo reale, raggiante ed impaziente di sposare Biancabella reginetta di Pameria, con la quale era fidanzato fin dall'infanzia
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Quando (il tempo non ricordo!) cani, gatti, topi a schiera ben si misero d'accordo c'era, allora, c'era... c'era... ... un orfano detto Prataiolo
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Piumadoro era orfana e viveva col nonno nella capanna del bosco. Il nonno era carbonaio ed essa lo aiutava nel raccattar fascine e nel far carbone
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Quando il filtro e la sortiera preparavano gl'incanti (ascoltate tutti quanti!) c'era, allora, c'era... c'era... ... un Principe chiamato Aquilino
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Quando in quella che fuggì settimana veritiera si contò tre Giovedì c'era, allora, c'era... c'era... ... un vecchio contadino che viveva in una
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era un bimbo sveglio e intelligente, giunti agli otto anni disse al Padre: - Vorrei andare a scuola... - Non ho danaro sufficiente, figlio mio
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Quando l'alba si levava, si levava in sulla sera, quando il passero parlava c'era, allora, c'era... c'era... ... una vedova maritata ad un vedovo. E
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Sansonetto era disperato. Correva a ritroso per le stanze e pei giardini reali, piangendo, strappandosi le chiome bionde. Bisognava rintracciare la
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letto del nonno. Il nonno era morto. Piumadoro pianse. Pianse tre giorni e tre notti. All'alba del quarto giorno volle chiamar gente. Ma socchiuse
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... - disse ad alta voce. - Guardati bene o te ne pentirai! - fece una voce ignota e vicina. Si guardò intorno. Chi aveva parlato era il suo cavallo
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Regina pietrificata, e cercarono la coda di lucertola, ma la coda non c'era più. E la matrigna di marmo, col volto furente e le mani protese, fu
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le tre fanciulle una ben triste esistenza. La matrigna era gelosa dell'affetto immenso che il Re portava alle figlie e le odiava in segreto. Con mille
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. - Sì. Ho pensato che la vita con voi, nella mia casa, era preferibile a qualunque avventura. E tacque del bando, e della gazza misteriosa. Saturnino
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l'ampolla vuota, nell'altra la codina miracolosa. Il giardino era un laberinto dalle mille strade tortuose dove fatto il primo passo si restava smarriti. Ma
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Quando i polli ebbero i denti e la neve cadde nera (bimbi state bene attenti) c'era allora, c'era... c'era... ... un vecchio contadino che aveva tre