LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
Verso sera giunsero dalla Fata dell'Adolescenza. Entrarono per la finestra aperta. La buona Fata li accolse benevolmente. Prese Piumadoro per mano
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Giunte al regno del Padre, le sorelle si travestirono da pellegrine, per non essere riconosciute dalla matrigna che le credeva morte; e col volto
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, i cortili, giunse alle fattorie, entrò nel porcile e con le sue dita inanellate strappò tre setole da tre scrofe grufolanti. Poi ritornò dalla
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furibonda. Una turba di persone livide accennava tra i merli e dai cortili, minacciosamente. Piumadoro cominciò a discendere, attratta dalla forza
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risanato dalla buffa andatura gamberina. - Il tuo errore è espiato - disse la vecchietta - conserva i noccioli del ciliegio salvatore, e seminali nei
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, da tanto tempo? - Lo saprai verso sera, Piumadoro, quando giungeremo dalla Fata dell'Adolescenza. Piumadoro, la farfalla, la cetonia ed il soffione
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rallentò il passo, premendosi lo scapolare sul petto, con le due mani. Ed ecco apparire fra gli alberi il crocevia spazioso, illuminato dalla luna piena
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C'era una volta un Principe che ritornando dalla caccia vide nella polvere, sul margine della via, un bimbo di forse otto anni che dormiva tranquillo
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palma della mano. La vecchietta l'osservò dalla finestra. - Figliuolo mio, non è quello! quello porta incise intorno certe parole che so io... Il
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: le sue chiome erano appena bionde, d'un biondo imitato dalla Stella Polare, il suo volto, le sue mani avevano il candore della neve non ancora caduta
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Principessa, più scaltra degli altri, lo spiò un giorno dalla toppa e vide l'apparizione improvvisa delle vivande. Subito confidò la cosa alla padrona
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alla porta un vecchio mendicante dalla barba bianca; e sempre le sorelle gli donavano una scodella di minestra. - Grazie, figliuole! Che mani da
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figlia nel castello. Al mattino seguente, per distrarsi dallo sconcerto e dalla delusione, uscì a caccia, solo, con una bella spingarda d'oro
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costringe a ballare! Il mugnaio, quando gli piacque, smise di suonare e la moglie, i figli, Prataiolo caddero sfiniti dalla ridda vertiginosa. Prataiolo
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cavallo, che si convertì subito in lepre e disparve nei campi. Il barone uscì dalla fucina col maniscalco. - Dov'è il mio cavallo? - S'è mutato in lepre
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sala immensa ed oscura. Il negromante decrepito, dalla barba lunga e candida, dormiva in piedi, recando nella mano protesa il cero verde. Fortunato