LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE
le bestie immonde! E alzatosi furibondo cominciò a malmenare, a percuotere le figlie, a spingerle, a inseguirle attraverso le sale, i giardini, i
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una forza misteriosa e cominciò a discendere lentamente. Le parve distinguere nei giardini volti di persone conosciute e sorridenti: le compagne e le
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candidi, dal naso enorme e paonazzo e il Reuccio cominciò a berteggiarla: - Oh, comare Peperona! Oh, comare Peperona!... E come l'ebbe a tiro la colpì
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ogni lavoro donnesco; e sapevano cucire e ricamare a perfezione. La bellezza misteriosa delle tre ricamatrici faceva correre strane voci nella città
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Quando (il tempo non ricordo!) cani, gatti, topi a schiera ben si misero d'accordo c'era, allora, c'era... c'era... ... un orfano detto Prataiolo
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Sansonetto era disperato. Correva a ritroso per le stanze e pei giardini reali, piangendo, strappandosi le chiome bionde. Bisognava rintracciare la
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inesplicabile, contro la quale la scienza non aveva rimedio. Il Reuccio ringiovaniva. Compì i diciassette, poi i sedici, poi i quindici anni. Prese a
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per ciascuno di voi un talismano prezioso. A te, Cassandrino, che sei poeta e il più miserabile, lascio questa borsa logora: ogni volta che
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era un bimbo sveglio e intelligente, giunti agli otto anni disse al Padre: - Vorrei andare a scuola... - Non ho danaro sufficiente, figlio mio
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all'indomani gli fu data un'accetta per abbattere il legno necessario all'impresa. Lavorò tutto il mattino, e a mezzodì sedette all'ombra d'un vecchio castagno
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cinquecento coppie di buoi trascinavano a fatica. E cantava: Oh! Piumadoro, bella bambina - sarai Regina. - Quegli che vedi è Piombofino, il Reuccio delle
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bambina; come ti chiami? - Piumadoro. - Io mi chiamo Pieride del Biancospino. Vado a disporre i miei bruchi in terra lontana. Un giorno forse ti
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pavimento a mosaico. Biondo, con gli occhi azzurri, tutto vestito di velluto rosso, Piombofino era bello come un dio, ma la malìa si faceva ogni giorno
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figlia nel castello. Al mattino seguente, per distrarsi dallo sconcerto e dalla delusione, uscì a caccia, solo, con una bella spingarda d'oro
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coperto d'un velo fitto e il petto adorno di conchiglie e d'amuleti si presentarono al palazzo. Il Re le ricevette nella sala del trono. Accanto a lui
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figlia della vedova si chiamava Gordiana. la matrigna odiava Serena ch'era bella e buona e concedeva ogni cosa a Gordiana, brutta e perversa. La famiglia
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arti aveva cercato di farle cadere in disgrazia del Padre, ma visto che le calunnie non servivano che a farle amare di più, deliberò di consigliarsi
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bestia a Nonsò, gli disse all'orecchio: - Vedete questi nodi nella criniera della cavalla? Ogni volta che ne sfarete uno, essa vi porterà sull'istante
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. Osò riaprirli a poco a poco, e guardare in giù, attraverso la sua gran capigliatura disciolta. Volava ad un'altezza vertiginosa. Sotto di lei
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veniva. Un giorno, sul crepuscolo, s'attardò per un sentiero sconosciuto, in una foresta d'abeti. Camminava in fretta, per giungere prima di notte a
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Sui quattordici anni avvenne a Piumadoro una cosa strana. Perdeva di peso. Restava pur sempre la bella bimba bionda e fiorente, ma s'alleggeriva ogni
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ritornato come alla vigilia delle nozze, con la sua alta statura diciottenne e i piccoli nascenti baffettini biondi. Provò a dare qualche passo: era
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nota a lui solo; Nevina la modellava su piccole forme tolte dagli astri e dagli edelweiss, poi, quando la cornucopia era piena, la vuotava secondo il