L'arte di guardare l'arte
Vergine in maestà e il Cristo in croce talmente a suo agio da essere “triumphans”.
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. Per fortuna nostra, il suo pensiero non poté essere retroattivo e cancellare la formidabile trasformazione che da due secoli stava ponendo le fondamenta
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lusso e corre verso la vocazione pauperista della Porziuncola recitando versi in francese. Il suo seguace Jacopone da Todi vive l’Università di
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consentiva di considerare un dato stabile della vita quotidiana l’escatologia della Gerusalemme ventura. Traeva il suo sapere dai miti barbarici mescolandoli
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di dodici pollici e ha macchie bianche sulla testa che appaiono come un diadema [...]il suo contatto o solo il suo fiato seccano l’erba, uccidono i
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trovava a impersonificare come suo maggiore rappresentante in Europa. Correva l’anno 1476 e da poco era iniziato uno scontro bellico con i
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che aveva appeso al collo: le sue sofisticate proprietà artistiche, il suo immaginario visivo, i suoi segni di riconoscimento, le armature dorate, le
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Paolo III. Suo è il Consilium de emendanda Ecclesia, prima riforma di risposta alla Riforma protestante proprio mentre a Trento si discutono le tesi della
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virtuosistica del Barocco trionfante. Riassume lui l’esperienza d'una Roma dove viene ordinato sacerdote e dove Borromini ha lasciato il suo segno
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principi. Una rivoluzione del gusto e delle abitudini che ebbe il suo fulcro nella prima metà del Seicento e che merita tuttora un’attenzione analitica
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Bramante dalla luce del suo conterraneo Piero della Francesca e da far sì che Leonardo andrebbe chiamato più da Milano che da Vinci. La stessa mescola
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diritto a Pavia. Se ne va poi a Roma dove fra i suoi mentori ci sarà il cardinale Marx Sittich von Hohenhems, come suo cugino Carlo legato presso il
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di Góngora e l’anticipazione della nota esaltazione della meraviglia come leva della nuova arte proposta dal suo coetaneo napoletano Giovan Battista
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determinazione quotidiana impegnando a cancellare le tracce del suo glorioso passato, una piccola e talvolta casualmente aggregata minoranza di persone di buona
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Johann Wolfgang Goethe, ma il suo atteggiamento nei confronti del Belpaese sarà molto diverso da quello dei suoi predecessori. Da allora, il mito del
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È d’obbligo pensare al Goethe nel suo viaggio quando non può esitare a intraprendere il lungo giro nel paese «dove fioriscono i limoni». Cosa lo
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Caspar aveva riportato dal suo proprio viaggio di formazione in Italia assieme a un libretto da lui scritto in italiano.
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Il suo viaggio segue di circa ventanni quello che Mozart compì tredicenne fra il 1769 e il 1771, quando si meravigliava, il genio precoce, di trovare
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duna nuova sensibilità dolce e leggera. Raffaello diventa nel suo racconto l’emblema della sincerità: «Durante il lavoro io ho pensato assai più al
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Vendramin e Thomas Mann a scrivere il suo capolavoro.
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sicuramente negli anni della Restaurazione se Balzac, nel suo Traité de la vie élégante, si trova a dare consigli alla borghesia ormai stabilizzata
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copie, Michelet dà alle stampe nel 1846 II popolo mentre Prudhon persegue il suo scambio epistolare con Karl Marx. E nel frattempo il governo di Luigi
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La lingua estetica ha trovato il suo corrispondente etico: lusso, calma e voluttà. L’impero nel frattempo si ammorbidisce mentre aumentano le
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con la carabina nelle trincee della Grande guerra, è ferito, ma nulla traspare nell’estetica totale del suo scrivere: s’interessa alla metafisica del
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assumono quindi l’eleganza crepuscolare breve della decadenza. L'ltalia in questo senso tutto è fuorché impero: il suo decadimento è privo di valore
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Park. Nel 1864 Napoleone III gusta l’apice del suo potere sulla Francia borghese, e ovviamente l’apice delle proprie ambizioni. Decide di allestire a
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Fra gli espositori della mostra del 1867 v'era un gentile signor Bing di Amburgo che ebbe la fortuna d'una menzione d’onore. Suo figlio Samuel era
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È così, in realtà, con un tono decadentista che avrebbe potuto apprezzare il suo nemico letterario e mondano Gabriele d'Annunzio, che inizia il
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1911 gli dedica la stesura del suo capolavoro. Rimaneva purulenta la ferita dell’inutile avventura coloniale sfociata nella catastrofe di Adua; rimaneva
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azioni presieduta dal futuro senatore liberale Uberto Visconti di Modrone. La Pirelli festeggia malgrado le cannonate il suo venticinquesimo
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dopo essersi formato a Norimberga dai Dürer: vive fra Svevia e Alsazia ma lascia il suo capolavoro nella chiesa di Halle, ancora in Sassonia. La
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dovrebbero aggiungere, a esaltazione del suo successo, anche le centinaia di migliaia di copie e di falsi che vengono regolarmente posti sul mercato
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moderna che troverà il suo momento di verifica nella partecipazione all’Expo di Barcellona del 1929, dove progetta il padiglione tedesco e tutti i
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della sua genesi. Il suo romanticismo è intimamente barocco, se il Barocco potesse esistere oltre la definizione dispregiativa che ne diedero gli
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; sdoganò un modo di scrivere innovativo; tentò di dare al manierismo un collocamento ideologico nel quale apparivano il suo senso della morte, lo
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. Politicamente era talmente pluralista da accogliere lo stalinista dichiarato David Alfaro Siqueiros, il quale dal suo Messico che si riteneva essere, ben più
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in quanto raffigurante i poveri, bensì figlio di un senatore del Missouri e addirittura pronipote del primo senatore che il suo Stato mandò in
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Quanto a Siqueiros, egli tornerà in mezzo alle turbolenze politiche del suo paese dove sarà coinvolto (sembra) nella preparazione dell’assassinio di
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suo amante di tanti anni prima, il fotografo Edward Weston, il quale aveva costituito a San Francisco il nucleo di fotografi Group f/64 già nel 1932
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I tagli di Lucio Fontana vengono da lontano, dal suo paese d'origine, l'Argentina. Dove la lama si intreccia imprevedibilmente alla musica, all'arte
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dall’Uruguay, quella che attrae chi la vede e lo spinge a giocarci. Questo pugnale scorre perfetto nel suo fodero, riposa nel cassetto ma chiede ben
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Al suo opposto filosofico, lontano dalla concettualità, anzi impegnato in una pittura che si sforza d’essere popolare, Daniel Santoro, il vate di un
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’Ermitage dove le collezioni di Caterina II nel suo palazzo d’inverno vengono aperte al pubblico da Nicola I nel 1852 e si integrano ulteriormente con
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