L'arte di guardare l'arte
instabili. Sosteneva Petrarca che se il mondo nostro non avesse subito la sfortuna della conversione politica di Costantino al cattolicesimo, avremmo
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L’antico era ovviamente dimenticato. Non risiedeva più lì il bello. Il bello sera ancorato all’evoluzione lenta delle abilità ingegneristiche romane
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non è che l’allargamento della figura della fata Melusina che si sovrappone alla configurazione classica della sirena ch’era invece corpo di donna
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l’altra vertebrato, cioè serpe. Eccolo nel Libro III par. 33: «Chiunque veda l’occhio del “basillisci serpenti” muore immediatamente. Non è più lungo
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Il basilisco non appare essere più bizzarro dello scorpione e diventa l’archetipo del drago altomedievale. Ne riparla nel VII secolo Isidoro di
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contemporanea | ufficiale. D’altronde non avviene lo stesso anche sulla frontiera più avanzata del sapere, quella della macro e della microfisica, dove non
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Il codice etico del Medioevo mette le cose a posto e pone l’ebbrezza alla radice dello sviluppo di non pochi fra i vizi capitali, dalla lussuria all
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imitavano alla meglio. Privi di genealogie gloriose, credevano alla stabilità dei muri. Non che disdegnassero i libri, ma questi per loro non erano
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a partire da Francesco Guicciardini fino a tutto il XIX secolo: già nel titolo tutto si spiega, perché non si parla di Filippo II se non per
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barbari delle invasioni e gli arabi dell'Egira, hanno pratiche diverse, sono costruttori e non architetti, narratori e non pittori, intagliatori di
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Non aveva del tutto ragione Max Weber quando scrisse nel 1905 Letica protestante e la nascita del capitalismo. Era geniale l’intuito di collegare l
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La rivoluzione capitalistica del sistema comunale fra XII e XIII secolo non poteva lasciare intatti gli equilibri della struttura religiosa; il
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Gli uomini del Barocco non sapevano affatto di essere barocchi, alcuni erano filospagnoli, altri legati alla Francia, i papalini si opponevano ai
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Non si sa se sia mai esistito il buon governo in Italia. Le uniche prove che si riscontrano sono quelle contenute nelle pitture. Ma talvolta la
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viaggio a sud non sarà più lo stesso.
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dove il vitto e l’alloggio sono a prezzi contenuti e il vino non è mai proibitivo. Ma quelli di ieri?
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È d’obbligo pensare al Goethe nel suo viaggio quando non può esitare a intraprendere il lungo giro nel paese «dove fioriscono i limoni». Cosa lo
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. È tecnicamente pronto al viaggio e l’Italia è luogo di teatro, di musica, di cose da vedere. Si dice cose da vedere perché Goethe non presterà mai
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questioni letterarie o di pensiero era considerato scrittore, filosofo, pensatore, uomo di scienze ma non intellettuale. È solo dopo il J’accuse di Zola nel
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trecentomila elettori. Il ribollire romantico non si poteva fermare. Il poeta Lamartine pubblica la Storia dei Girondini che vende, prima del 1848, centomila
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arti visive. Certo non l’unico, ma storicamente trainante. L’arte si fa simbolista e sognante, l’estetismo permane. Baudelaire muore, arrivano Rimbaud
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Gli imperi non muoiono, e certamente non evaporano. Gli imperi implodono. Troppa è la forza di tenuta richiesta per farli vivere nella loro forma
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centrale che lungo la riva sinistra del Reno toccava la capitale ad Acquisgrana e poi scendendo le Alpi penetrava il cuore dell’Italia. Non esiste più
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della prima guerra del Golfo. Siamo parenti stretti, nelle università e nelle borse. Il segno della loro calligrafia ha contribuito non poco alla nostra
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altera il concetto stesso della decorazione. La casa giapponese non prevede che muri leggeri, porte scorrevoli, pareti di carta sulle quali è impossibile
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quella “e” suppletiva non cambia la pronuncia ma il significato: nel 1603 Maximilien de Béthune pubblica Le Grand Dessein, trattato politico che avrà
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di retoriche, che anche lo scrivere poetico di D’Annunzio, nello stesso periodo, è ben più stringato in francese di quanto non lo sia nella Figlia di
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nella quale tutti e tre gli scrittori si troveranno volontari? De Chirico ci sarebbe finito anche lui, a Parigi, ma non tornerà per la guerra, anzi
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fra adolescenti poeti che sarebbe sicuramente piaciuto a Mallarmé se non fosse che era già morto da dieci anni. Filippo Tommaso Marinetti aveva l’età
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società che pareva non avere mantenuto le promesse. L’Italietta giolittiana tentava di spianare le tensioni in un’ipotesi timida di riforme, ma la
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secolo, iniziato il grande cambiamento. D’altronde c’era da aspettarselo, se i tedeschi non hanno mai usato la parola “nudo” ma quella curiosamente pudica
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considerato arte. I tre fanciulli appesi a un albero in una piazza milanese da un pubblicitario veneto non sono arte per mancanza di ambiguità. La loro
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quella del pettegolezzo. Stesso percorso: criterio-giudizio-pensiero. Stessa necessità di non lasciare correre la questione solo nella propria testa
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e trasversali, non necessariamente ed esclusivamente tipici dei totalitarismi o dell'Italia del Ventennio. La mascella volitiva parte dalla Grecia
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Non vi fu dunque uno “stile fascista” ma una cifra estetica trasversale che toccava l’Occidente di qua e di là dall’Atlantico, nell’architettura
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L’icona per eccellenza del design festeggia i suoi ottant'anni. Non li dimostra affatto, è tuttora prodotta regolarmente e viene venduta in migliaia
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quindi nell’estetica della nostra contemporaneità. Non era oggetto in sé, ma ectoplasma di un sogno infranto, di un mondo previsto e mai portato a
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Revolution (Dresda, 1848), Die Kunst und die Revolution (Zurigo, 1849) dove inserisce la parte essenziale sull’«Arte del futuro». Il rinnovamento non può che
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alla fuga nordica della Riforma. Era un percorso radicalmente politico. E nasceva così già allora la metodologia ideologica del futuro Bauhaus. Ma non
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spostamento della figura dell’intellettuale e la necessità per questo di reinventare un mondo che non gli garbava. Lo stile di scrittura era
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Perché sono tantissimi gli altri esseri umani. Vivi taluni, semivivi talaltri, morti tantissimi, ma non per questo meno interessanti. La più bella
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Vi è senz’altro, in questa esposizione, l’intuito d’una crisi di coscienza che non trova soluzione fuori dalla lingua già sancita ma la va a cercare
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molto probabile, appunto, che potesse piacere non solo a chi la stava teorizzando nel mondo dell’estetica - Clement Greenberg, il freddo esperto di
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sgocciolare sulla tela. Tela che terrà regolarmente sul pavimento e che gli permetterà di dichiarare: «I miei dipinti non vengono dal cavalletto. Preferisco
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Trockij. E dove si troverà a fianco di un’altra pasionaria, Tina Modotti, forse anche lei arruolata non del tutto volontariamente nei servizi
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solo per una sollevazione della stampa conservatrice, mentre il committente non avrebbe trovato nulla di male al ritratto di Lenin che conteneva.
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Sono le medesime lame che Benedit oggi ricerca, disegna o usa nelle sue composizioni. Lo fa sicuramente con l’attenzione dell’antropologo, ma non
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acuta dove il senso della violenza è dato come naturale, come prodotto della psiche che si ribella non solo al mondo ma apparentemente pure a se
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Certo quello è il museo delle cose d una volta, replicato il museo, diverse le cose ma non il loro ritmo espositivo, storico. Quelli d’arte
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un tempio con ritmi cifrati stabili. In Italia non è così.
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