Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'arte di guardare l'arte

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Daverio, Philippe 50 occorrenze

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armi intesa come unica gloria possibile. Negli stessi anni il futuro papa Innocenzo III si preparava a una ben più gloriosa carriera, debole nel ferro ma

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con zampe arcigne d’uccello rapace. Le sirene di Ulisse non erano creature acquatiche ma volatili pericolosi annidati fra le rocce di Cariddi e Scilla.

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solo l’uomo ma pure il cavallo. Solo la puzzola lo può far morire. Se la serpe vien gettata in una tana dove vive una puzzola, il fetore uccide il

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. Rimaneva un solo cosmo inaccessibile alla verifica scientifica, profondo e oscuro, carico di miti accertabili ma insondabili, quello dell’anima e dei

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trovare la pietra filosofale ma pure a Guillaume Apollinaire per pubblicare Alcools in quel 1913 durante il quale Picasso riempie i tavolini dei bar

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’ira, alla gola ovviamente, che dei vizi è il primo gradino. Ma appena si torna a leggere i classici, Dioniso torna trionfante. Rinasce il dio greco

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’etica “puritana” all’idea di un accumulo monetario non a scopo di dissipazione e di godimento ma volto alla formazione di ricchezza ulteriore. Era

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inalterati, ma talvolta avvengono sovvertimenti che stabiliscono un ordine diverso e più adeguato alle trasformazioni in corso. Parlo ovviamente della

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Riforma protestante, ma in una trasformazione sostanziale dei linguaggi artistici che trovarono nuovi parametri ideologici nell’applicazione dei

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barocca può talvolta apparire troppo degna di rispetto anche se nessuno può esimersi dall’ammirazione per Caravaggio e Velázquez, ma «sono essi solo

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riformati, i luterani ai puritani. Lo stile li accomunava, ma non sempre. È corretto oggi costringerli tutti nella medesima categoria?

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seguito Dionigi Bussola, dal 1658 “protostatuario” del duomo di Milano. Ma anche lì la scultura appare fortemente legata alla contingenza temporale.

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Non si sa se sia mai esistito il buon governo in Italia. Le uniche prove che si riscontrano sono quelle contenute nelle pitture. Ma talvolta la

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Johann Wolfgang Goethe, ma il suo atteggiamento nei confronti del Belpaese sarà molto diverso da quello dei suoi predecessori. Da allora, il mito del

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Ma che cosa vengono a cercare in Italia tutti questi tedeschi? Quelli d’oggi, si sa, basta fare una piccola indagine sulle spiagge dell’Adriatico

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moda, allora, e lo obbliga a rifarsi il guardaroba e bere birra con i compagni; a Strasburgo, dove si laurea senza passione ma frequentando i primi

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ormai noto della letteratura, ma è pure, sempre per via di quell’educazione casalinga, eccellente cavaliere, buon pittore, violoncellista e pianista

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Girerà il paese dal 1786 al 1788. Ma si era già coltivato il mito se nel 1782 aveva scritto Mignon con il famoso «Kennst du das Land wo die Zitronen

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dell’ispirazione in una sorta di istintività del sentire. I pochi “spiriti eletti” non sono più gli esagitati dello Sturm und Drang ma gli artisti

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questioni letterarie o di pensiero era considerato scrittore, filosofo, pensatore, uomo di scienze ma non intellettuale. È solo dopo il J’accuse di Zola nel

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, in nero ovviamente, il che consente di confondere in discoteca il nipponico e l’australiano. Il colore forse è vita ma sicuramente la vita, quella in

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arti visive. Certo non l’unico, ma storicamente trainante. L’arte si fa simbolista e sognante, l’estetismo permane. Baudelaire muore, arrivano Rimbaud

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estetico. Ma l’Austria imperiai regia ben più gloriosa fine ebbe da vivere prima della sua implosione nella prima guerra mondiale. La sensazione d’un

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, è implosa, ma lascia tuttora sognare l’Europa d’una civiltà comune. Ed è tuttora la speranza d’Europa questa civiltà comune dove convivono ceppi

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chiamato Art Nouveau. Le citazioni della flora e delle acque diventano tema “naturale” per Emile Gallé come per Hector Guimard. Ma soprattutto si

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La pittura tardo-ottocentesca rimase colpita dai temi e dalle stesure à plat dei colori, ma accanto all’arte maggiore avvenne una rivoluzione ben più

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quella “e” suppletiva non cambia la pronuncia ma il significato: nel 1603 Maximilien de Béthune pubblica Le Grand Dessein, trattato politico che avrà

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Jorio. Il supervate a Parigi è già noto e tradotto ma vi giunge stabilmente, spinto alla fuga dai creditori, solo l’anno dopo. Gino Severini è già lì

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nella quale tutti e tre gli scrittori si troveranno volontari? De Chirico ci sarebbe finito anche lui, a Parigi, ma non tornerà per la guerra, anzi

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società che pareva non avere mantenuto le promesse. L’Italietta giolittiana tentava di spianare le tensioni in un’ipotesi timida di riforme, ma la

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secolo, iniziato il grande cambiamento. D’altronde c’era da aspettarselo, se i tedeschi non hanno mai usato la parola “nudo” ma quella curiosamente pudica

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La curiosità sarà anche un difetto e l’ozio un vizio, ma i due elementi, combinati insieme, sono un utile strumento di sopravvivenza. Per guardare le

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La prima folgorante constatazione viene dall’osservare che quello stile non era affatto solo peninsulare ma vigeva trasversalmente attraverso l

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retorica che solo il Ventennio fascista aveva potuto determinare. Ma se gli edifici potevano essere almeno analizzati, la scultura e gran parte delle

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Non vi fu dunque uno “stile fascista” ma una cifra estetica trasversale che toccava l’Occidente di qua e di là dall’Atlantico, nell’architettura

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lo mostra Hans Baidung Grien. Ma tutti anticipavano la grande spaccatura religiosa di un’Europa che nel Medioevo era unita dalla stessa fede e dalla

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Per niente nobile ma figlio di uno scalpellino di Aquisgrana, Mies era entrato nel 1907 nello studio di Peter Behrens, il padre del Deutscher

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quindi nell’estetica della nostra contemporaneità. Non era oggetto in sé, ma ectoplasma di un sogno infranto, di un mondo previsto e mai portato a

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essere assoluto e totale, abolendo ogni traccia del passato ma riferendosi all’insegnamento degli archetipi: la tragedia greca era già stata somma

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alla fuga nordica della Riforma. Era un percorso radicalmente politico. E nasceva così già allora la metodologia ideologica del futuro Bauhaus. Ma non

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Perché sono tantissimi gli altri esseri umani. Vivi taluni, semivivi talaltri, morti tantissimi, ma non per questo meno interessanti. La più bella

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Vi è senz’altro, in questa esposizione, l’intuito d’una crisi di coscienza che non trova soluzione fuori dalla lingua già sancita ma la va a cercare

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il risultato era «not a picture but an event» ma che potesse pure essere estremamente gradita al sinistro senatore McCarthy, quello che voleva vedere

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successiva sul popolo indiano non corrisponderà quindi a una sofisticata metodologia antropologica ma proverrà dalla prassi politica vissuta.

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famosissimi Tagli, quelli documentati con la magistrale serie di fotografie scattate da Ugo Mulas. Ma già nelle prime ceramiche cotte ad Albisola prima dell

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dall’Uruguay, quella che attrae chi la vede e lo spinge a giocarci. Questo pugnale scorre perfetto nel suo fodero, riposa nel cassetto ma chiede ben

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Sono le medesime lame che Benedit oggi ricerca, disegna o usa nelle sue composizioni. Lo fa sicuramente con l’attenzione dell’antropologo, ma non

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acuta dove il senso della violenza è dato come naturale, come prodotto della psiche che si ribella non solo al mondo ma apparentemente pure a se

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Certo quello è il museo delle cose d una volta, replicato il museo, diverse le cose ma non il loro ritmo espositivo, storico. Quelli d’arte

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personale a quello della fruizione pubblica. Non sono generati dalla volontà della comunità che trasferisce oggetti ma da quella principesca che offre

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