L'arte di guardare l'arte
corda dell’inquisizione. Petrarca aveva la fortuna di porsi la domanda giusta nel momento giusto, in quegli anni cioè nei quali l’Europa era ancora
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accuratamente documentati nella Wunderkammer del principe germanico e chiamati Mischwesen, cioè esseri mescolati: il grifone, il lupo mannaro, la melusina e la
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l’altra vertebrato, cioè serpe. Eccolo nel Libro III par. 33: «Chiunque veda l’occhio del “basillisci serpenti” muore immediatamente. Non è più lungo
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dalla follia, dalla follia concessa per divino entusiasmo». Questo è il percorso dell’entrata in fusione col divino, cioè dell’entusiasmo, esaltazione
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nomadi che negli ultimi duemila anni hanno rimescolato le popolazioni del Nord Europa e dell’America così come quelle del Mediterraneo meridionale, cioè i
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pittura è ingannevole. Ciò che non inganna, e che è testimonianza tuttora tangibile, è una parte del contenuto di queste pitture, e cioè i paesaggi e le
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svevo Schwarzerdt (cioè “nera terra”) viene tradotto in greco néXav xöwv dal giudice supremo della Svevia Johannes Reuchlin, che prima aveva fatto l
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volta un giovane critico d’arte contemporanea che dimostrava una qualità oggi scomparsa, quella cioè d’avere dimestichezza anche con la storia dell’arte
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quando cioè è iniziato lo studio delle implicazioni evolutive del DNA mitocondriale umano, i calcoli statistici e i rilevamenti sui campioni di popolazione
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alla lingua parlata e cioè nella letteratura, la quale segna profonde differenze di tono fra Octavio Paz e Vargas Llosa o Gabriel García Márquez
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