L'arte di guardare l'arte
A partire dal XII secolo il gusto subisce il formidabile passaggio dal bello degli antichi, di cui si conservava un ricordo cristallizzato nell’arte
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Chiesa romana e latina, quelle fondative almeno, erano greche e dove l’arte musiva e parietale rappresentava un Dio Padre Pantocratore, una Maria
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Bologna negli anni fulgidi del padre dell’arte notarile Rolandino, quando Bologna per prima abolisce la servitù della gleba. Poi si fa notaio lui stesso
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Arte mobile
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Venere, tornerebbe difficile usare le categorie con le quali solitamente si considera la storia dell’arte. Ben più facile usare parametri didattici
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sopravvivere come dato puramente ontologico. Cacciato da ogni ipotesi “reale”, il fantastico torna nella visione “surreale” dell’arte a partire dagli
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diverse concezioni della funzione dell'arte.
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. Pochi anni dopo, all’opposto, nasceva in ambito borgognone fiammingo il primo capolavoro dell’arte “stabile”, dipinto a olio su una tavola polittica
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’antropologia culturale e In particolare la storia dell’arte si fa strumento acuto per indagare e capire le aree diverse dell’umanità.
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di gusto nello sviluppo dell arte del secolo successivo.
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storia dell’arte.
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Un'imprevedibile tempesta di colore e di violenza espressiva irrompe nel tranquillo scorrere dell’arte lombarda tra Cinque e Seicento. Gli artefici
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del Sarcofago Ludovisi (arte romana, III secolo d.C.), rinvenuto negli scavi di Roma nel 1621 e acquistato allora dal cardinale bolognese Ludovico
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di Góngora e l’anticipazione della nota esaltazione della meraviglia come leva della nuova arte proposta dal suo coetaneo napoletano Giovan Battista
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ancora nulla sul patrimonio storico ma s’occupa solo d’inaugurazioni d’arte contemporanea, il popolo delle Biennali che ha sostituito il sofisticato
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morire giovanissimo di tifo, Wilhelm Heinrich Wackenroder (1773-1798). Lascia pochi scritti, Gli sfoghi di cuore d’un monaco amante dell’arte (1796
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politica degli intellettuali, al riparo dall’impegno, ripiegati su ricerche e linguaggi estetizzanti. Dall’impressionismo al Kitsch, la via dell'arte alla
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, torna sulle barricate. Gli artisti nuovi, eredi dell’arte per l’arte, fuggono. Monet, Sisley e Caillebotte, costruttore di barche a vela per passione, se
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amato essere, e pieno delle dolci e piccole voluttà della piccola figura 30, figura 28 borghesia trionfante. L’arte per l’arte diventa “il tema” delle
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L’esempio dell’arte giapponese apre un modo diverso di concepire la decorazione, un panorama di citazioni possibili che chiude il gusto eclettico del
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La pittura tardo-ottocentesca rimase colpita dai temi e dalle stesure à plat dei colori, ma accanto all’arte maggiore avvenne una rivoluzione ben più
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considerato arte. I tre fanciulli appesi a un albero in una piazza milanese da un pubblicitario veneto non sono arte per mancanza di ambiguità. La loro
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opere d’arte. La curiosità che accomuna gli uomini ai gatti e alle scimmie. L’ozio che li imparenta ai ghiri e alle lucertole al sole. Ma pure la
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’arte, mentre in Italia sorgono la Triennale di Milano e la Quadriennale romana. Ci vollero muscoli potenti per uscire dalla Grande depressione
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La ricerca dell’opera d’arte “totale” — sintesi di tutte le arti — è rappresentativa di una tendenza alla rivolta contro l’ordine costituito in
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Mies abbandonò il Reich hitleriano nel 1937, l’anno della celebrazione a rovescio dell’arte “degenerata” alla quale egli apparteneva. Scadeva un
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Revolution (Dresda, 1848), Die Kunst und die Revolution (Zurigo, 1849) dove inserisce la parte essenziale sull’«Arte del futuro». Il rinnovamento non può che
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i primi passi del Gotico furono dunque opera d’arte totale volta a compiere la rottura verso l’indipendenza.
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volta un giovane critico d’arte contemporanea che dimostrava una qualità oggi scomparsa, quella cioè d’avere dimestichezza anche con la storia dell’arte
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un’arte fine a se stessa e confinata sulla superficie dipinta, e Harold Rosenberg, l’azionista per il quale la tela era «an arena in which to act» dove
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presente negli anni della Grande depressione quando il nuovo governo democratico di Roosevelt lancia il progetto dell’arte sociale coordinato dallo
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I tagli di Lucio Fontana vengono da lontano, dal suo paese d'origine, l'Argentina. Dove la lama si intreccia imprevedibilmente alla musica, all'arte
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A tal punto che Lucio Fontana ne fece il simbolo della sua arte, con quel taglierino da grafico che usava per incidere le tele e ricavarne i
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Certo quello è il museo delle cose d una volta, replicato il museo, diverse le cose ma non il loro ritmo espositivo, storico. Quelli d’arte
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Il prototipo del museo d’arte è senz’altro quello di Basilea, città piccola, calvinista, diventata velocemente bonaria, brodo di coltura della
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ottocenteschi, è la mancanza d’una disposizione educativa alla storia dell’arte secondo parametri di catalogazione accademica. La didattica oggi è
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