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L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

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Vettese, Angela 27 occorrenze

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mostre d’arte contemporanea per riempire parte delle sue sale. Sintomatica quella dedicata all’artista di Anversa Jan Fabre, discusso in quanto spesso

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Nel frattempo è avanzato il valore della disarmonia. Ci scandalizziamo per le carcasse di bue esposte da Jannis Kounellis nelle sue installazioni, ma

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portando con sé l’eredità culturale del suo paese. Nei suoi video e nelle sue fotografie la tradizione iraniana viene celebrata ma anche messa sotto

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Fontana abbia creato prima di altri opere d’arte ambientale e che le sue opere gestuali e all over siano coincise, in termini di date, con quelle di

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sue opere si limitano a mostrare la parte interna di un tronco. Non è detto che l’essenzialità, la semplicità, la sintesi siano elementi che

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, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. L’arte ci è necessaria. Anche nelle sue manifestazioni più nuove, quelle che ci risultano meno comprensibili

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apre le sue Sentences on Conceptual Art (1969) scrivendo: «1) Gli artisti concettuali sono mistici piuttosto che razionalisti 2) Giungono a conclusioni

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amatoriale per portare a termine le sue missioni, che hanno come tema il perdurare della natura e dell’ecosistema.

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Cosimo, impegnato a dare corpo alle sue ossessioni. Ma a volte è invece un mercuriale regista di cose, fatti, persone, luoghi, un direttore d’orchestra

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scultoreo, ricordiamo Henry Moore con le sue forme antropomorfe; Alberto Giacometti con corpi spigolosi e sofferenti; Giacomo Manzù, Marino Marini e Arturo

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singole individualità. Ma l’idea che tutta l’arte abbia a che fare con il soggetto e le sue peripezie è molto dubbia, tanto che gli studiosi Rudolf e

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preferì Judd, Specific Objects, che così definì le sue opere nell’Arts Yearbook del 1965.

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può davvero avere credibilità. Giordano Bruno dovette difendere le sue convinzioni sul cosmo fino a farsi bruciare a Campo de’ Fiori. Se non si è

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Oggi sembra non esserci più bisogno neppure del certificato di autenticità, come dimostra il caso di Tino Sehgal e delle sue constructed situations

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deriva l’intendimento di immettere lo spettatore in un’atmosfera suggestiva, capace di porre in dubbio le sue abitudini percettive, il suo stato d’animo e

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Dovremmo considerare arte tutte queste sue attività?

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possiamo dimenticare nemmeno provocazioni più ironiche, come quella di Piero Manzoni, con le sue numerose repliche (una novantina) della scatoletta

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proiezioni video divisi in otto capitoli, Muntadas ripercorre i momenti salenti delle sue numerose interviste (il materiale originale ammonta a qualcosa come

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«estetica relazionale», definita nelle sue linee principali dai teorici Nicolas Bourriaud e Claire Bishop, ha portato a considerare la partecipazione

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quella nomade e cangiante in ciascuna delle sue tappe, fino alle architetture temporanee alla Serpentine Gallery di Londra, i cui padiglioni sono

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buon livello a esporre e a vendere le sue opere presso le loro sedi e le fiere, ma anche a pagare la produzione dei suoi lavori presso mostre in altri

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destino delle sue opere e, in particolare, del suo famoso squalo in formaldeide: Se lo vende mi crea dei problemi. E lo venderà. Gli interessano i

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’urto delle spese di acquisto, produzione e conservazione delle opere. Una condanna del mercato e dei suoi meccanismi, pur con tutte le sue incongruenze

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dipingere come Raffaello: non per l’assenza o la debolezza delle sue capacità manuali, ma perché nessun’opera a lui contemporanea avrebbe mai potuto

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a Giorgione, e una stampa di Marcantonio Raimondi con il Giudizio di Paride d’ispirazione raffaellesca. Vassilij Kandinskij era arrivato alle sue

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(ritrattistica), gli oggetti inanimati (natura morta). Le sue madonnine gialle, simili in tutto ai souvenir di Lourdes ma differenti perché non si presentano

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Può addirittura accadere, come fu per Richard Serra prima che iniziasse a realizzare le sue monumentali strutture in acciaio corten, che un’intera

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