Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

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Vettese, Angela 42 occorrenze

L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

Che cos’è l’arte contemporanea? Ce la possiamo cavare rispondendo che è tutto ciò che il suo autore propone come tale. Il problema sorge quando

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Madonna Sistina sono diventati un'icona pop. oltre che il logo di uno stilista libertario come Elio Fiorucci. Ma capiamo cosa vuol dire Raffaello quando li

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voglia di far parlare di sé non sono una novità in arte: le origini di questa tendenza risalgono non solo all’epoca romantica, quando l’artista

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in senso tradizionale, ha aumentato la portata dell’impegno. Quando si trova a doversi confrontare con il presente o la storia, l’artista ha ancora un

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. Anche quando si sono riscoperte storie dell’arte alternative a quella dell’asse EuropaStati Uniti, è stata privilegiata una lettura dell’arte

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attacco, soprattutto quando riguarda la condizione e il ruolo della donna nella società musulmana. La serie fotografica Women of Allah (19931997), un

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padiglione di Singapore nel 2009, quando fece recitare ex novo scene e personaggi di celebri film incentrandoli sul tema dell’identità razziale. Questa

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misura minore la Germania, sono risultate dominatrici incontrastate dell’arte nella prima parte del Novecento, quando si sono fatte strada con vigore

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Ottentotto». Oltretutto, molti degli artisti coinvolti erano persone note per le loro simpatie comuniste, quando non francamente trotzkijste, e tra questi lo

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Non possiamo scordare che nel dopoguerra, quando ci si rese davvero conto della portata e dell’atrocità della Shoah, Theodor Adorno pronunciò quella

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avventura, che diventa ironica quando ci si rende conto quanto l’azione di stanare un animale albino in mezzo ai ghiacci e alle nevi perenni sia impossibile

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nostro ecosistema o per lo meno fino a quando rimarrà in vita almeno una delle querce messe in posa. Per questo è un omaggio alla natura, alla sua

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colorate e di fogli di carta impilati prendono vita quando vengono profanati come oggetti d’arte e vissuti, fatti propri, con un semplice gesto: portarne

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Biennale del 1993, quando predispose una gondola finta che serviva da pentolone per l’acqua calda, dove ognuno poteva prepararsi una minestra

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’urgenza di descrivere la condizione umana. Tanto più ora, quando le cose si stanno modificando troppo velocemente per non infuocare questa necessità.

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Quando le soluzioni si accumulano, i problemi si alterano, tanto nella storia dell’arte quanto nella storia in generale; è così che le due storie

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Quando Kasimir Malevic mostrò il suo Quadrato nero su fondo bianco, dapprima come scenografia teatrale (1913) e poi come dipinto autonomo (1915

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vernice fresca, una donna rimasta vedova da poco non va toccata. Anche quando fa ridere, il calembour non è una maniera per sminuire l’opera, ma anzi ne

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Un merito che va comunque ascritto ai ready made di Duchamp, si diceva, è avere messo in evidenza la firma. Nella difficoltà di distinguere quando un

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alla collettività fino a quando il modello di produzione fu rurale, venne preferibilmente personalizzato dopo che il modello di successo economico

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ha messo in rilievo Cornelia Lauf in un saggio del 2011. Uno dei primi artisti a rilasciare questo tipo di attestati fu Piero Manzoni, quando, nel

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azioni non rimane proprio nulla: né una foto, né una descrizione scritta e neanche l’atto di vendita. Resta il brand: quando un museo o un privato

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inizia a farsi strada già nella seconda metà dell’Ottocento, quando Edgar Degas veste la sua Petite danseuse di bronzo (1865-1881) con brandelli veri di

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Ungaretti; quando osserviamo i mobiles di Alexander Calder, per fortuna più allegri del paesaggio interiore da soldati in trincea che descrive il poeta

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, anche quando a vivere i fatti siamo stati noi in prima persona. Nel 2011 Christian Marclay ha creato The Clock, un filmato lungo ventiquattr’ore dove

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controllare quando l’artista era in casa, quando andava in bagno, quando usciva.

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. Non solo. Ci vuole know-how anche e in realtà soprattutto per le opere più innovative. Quando gli scandinavi Michael Elmgreen e Ingar Dragset hanno

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silenzio un silenzio strumentale, ma non assoluto, visto che, anche quando non produciamo nessun suono, il nostro corpo e il mondo che ci circonda

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Certi metodi e certe forme recenti, però, pongono un problema di comprensibilità e di legame con la tradizione, anche quando si tratta di pittura o

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. Per l’autore-produttore non è importante chiedersi quando un lavoro può essere considerato arte ma sapere perché l’ha fatto.

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avere l’opportunità di realizzare un progetto speciale, soprattutto quando i costi di produzione sono onerosi o quando si vuole realizzare un intervento

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futuristi ne combatterono «il patinume», ma è diventata normativa da quando si è incominciato a vedere la cultura come uno dei tanti ambiti di

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operato, creando occasioni espositive sempre più legate a uno standard anche quando si tratti di mostre che vorrebbero essere sperimentali? La storia

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Talvolta l’artista-curatore diventa anche co-autore, come quando, nel 1990, Joseph Kosuth riorganizzò la collezione del Brooklyn Museum nella mostra

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di primaria importanza: da cosa nasce il valore commerciale di un'opera, specialmente quando è così elevato?

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Ciò non è vero da oggi e nemmeno dal tardo Settecento, quando la categoria di gusto è stata teorizzata dai filosofi: probabilmente da sempre hanno

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questione si pose nei primi anni Duemila in modo ufficiale, quando questi furono i termini per collocare un grande toro in Piazza degli Affari a Milano

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Quando si cerca di aggiudicarsi ciò che è realmente contemporaneo, bisogna inoltre tentare di scegliere sempre tra le opere del mercato primario

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Un altro elemento da tenere in considerazione quando si guarda a un’opera d'arte come a un investimento è la sua liquidità in termini monetari. Più

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Certo è che i nemici dell’arte visiva, quando condannano in maniera specifica quella contemporanea, assumono spesso una posizione oltranzista. In una

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che l’iconografia popolare attribuisce alla Madonna. Il colore può veramente essere un imperativo e, quando lo si tramuta, si tende a perdere il senso

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«spremere il succo dell’uva nella pressa del vino»: la competenza si rivela in realtà sempre necessaria, anche quando si ha a che fare con linguaggi

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