L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
maestre dell’arte che ha fatto scandalo: dai posatori di parquet di Gustave Caillebotte alle ragazze del primo Renoir; dall’arcigna giornalista ritratta da
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, peccaminoso e mortale che connota molte opere d’arte antica. Secondo Karl Rosenkranz, che fu discepolo di Hegel e che fu il primo a legittimare
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che avevano avuto i loro migliori collezionisti tra tardo Ottocento e primo Novecento. La violenza con cui si sono scagliati contro le produzioni
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Weiwei era stata offerta (e in un primo tempo accettata) la co-progettazione dello stadio maggiore, insieme agli svizzeri Herzog e De Meuron.
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prosa di Primo Levi e gli scritti teatrali di Samuel Beckett dimostrano come l’essere stato testimone di orrori brutali non ha portato l’uomo-poeta a
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hanno portato i loro stessi corpi a essere sculture viventi. Nel loro primo autoritrattoperformance cantavano una nenia malinconica il cui Leitmotiv era
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. Quest’ultimo, nel 1952, fu sede di quello che è stato indicato come il primo happening, ancor prima che Allan Kaprow coniasse il termine nel 1959, e
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Possiamo individuare tre momenti più intensi di altri. Un primo momento fu l’epoca delle avanguardie, che nacque con il Cubismo delle Demoiselles
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alla disposizione positiva e progressista che aveva caratterizzato le avanguardie del primo e del secondo Novecento. Perno di questo ritorno all’ordine
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attorno alla rivista olandese «De Stijl», il cui primo Manifesto, pubblicato nel novembre 1918 in quattro lingue, inizia non a caso con questa frase
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suo primo ready made, una ruota di bicicletta montata al contrario su uno sgabello, è del resto una composizione di elementi combinati tra loro in
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Germania del primo dopoguerra. Tra il 1919 e il 1920, la Hoch tagliuzza lembi di giornali e di riviste e compone montaggi di immagini come Das schöne
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corpo cercando di catalogare ogni più piccolo dettaglio; primo tra tutti, la pelle, che è la membrana sensoriale con la quale ci mettiamo in relazione
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dalla tradizione e quanto, quindi, dovessero essere portati in primo piano. Il Novecento ha avviato un processo di «transizione permanente», secondo un
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Il primo riconoscimento di un'opera non è connotato soltanto dalla sensibilità culturale del pubblico e dell’artista. Il successo iniziale passa
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Stiamo parlando del «sistema dell'arte». È stato il critico Lawrence Alloway a usare per primo questa espressione, in un saggio apparso sulla rivista
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Dalla seconda metà del Novecento, molti artisti hanno cercato di mettere in primo piano l’interazione che il pubblico ha con l’opera. La cosiddetta
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produzione. Il museo è andato assumendo l’aspetto di un luogo dove le cose cambiano e non dove tutto permane statico. Il primo caso è stato il cono rovesciato
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denaro o, nei casi più fortunati, dello scopritore di talenti. Al primo genere possiamo accomunare nomi come il barone Hans Heinrich von Thyssen, la
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Alfred Barr, il primo carismatico direttore del Museum of Modern Art di New York, ma che in seguito è diventato un professionista sempre meno paludato
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: non conta chi ha scelto per primo, ma la gerarchia del vantaggio che queste vendite possono arrecare. In questa logica, devono essere soddisfatti i
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New York (1979-2005) hanno richiesto un impegno dietro le quinte durato per interi decenni. Il primo è stato documentato da un film che incomincia
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