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L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

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Vettese, Angela 37 occorrenze

L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

visitando un museo di arte antica nelle sale in cui non c’erano capolavori già noti: si pensi solo che il Louvre di Parigi ha deciso di organizzare

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Nel frattempo è avanzato il valore della disarmonia. Ci scandalizziamo per le carcasse di bue esposte da Jannis Kounellis nelle sue installazioni, ma

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L’arte di oggi viene dunque accusata di rappresentare troppo spesso ciò che risiede nelle viscere dell’uomo, dal sesso alla violenza. Ma è stato così

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portando con sé l’eredità culturale del suo paese. Nei suoi video e nelle sue fotografie la tradizione iraniana viene celebrata ma anche messa sotto

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una tale libertà da risultare simbolica per tutto il resto del sistema. Ribellarsi veramente è assai difficile. Occorre «darsi al bosco», nelle parole

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un’urgenza estetica, quella di raccontare per non dimenticare: un tema che si rinnova in ogni epoca e che, nelle violente trasformazioni d’inizio

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Nelle pratiche artistiche i dubbi sul fatto che ci potesse essere ancora spazio per la poesia non sono sorti soltanto in seguito al vulnus provocato

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, anche se non sempre ce ne rendiamo conto. L’arte ci è necessaria. Anche nelle sue manifestazioni più nuove, quelle che ci risultano meno comprensibili

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video e nelle fotografie di Cindy Sherman, Pipilotti Rist e Matthew Barney, gli artisti hanno messo in scena se stessi come fossero attori ma anche pronti

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L’urgenza di intervenire direttamente sulle questioni che ci riguardano si avverte anche nelle pratiche che interessano il tessuto sociale e pubblico

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dello spazio cittadino e rimodellando le strutture architettoniche come se fossero sculture monumentali. Buchi, ferite e carotaggi nelle pareti e nei

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femminile, di cui si parla moltissimo ma che occupa solo un quarto delle presenze nelle mostre e nei libri.

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Sembra quasi che in un mondo in cui Internet, i social media, i talent show televisivi indagano e controllano sempre più a fondo nelle nostre vite, l

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delle azioni che si svolgono in luoghi anomali, per le strade e nelle piazze cittadine o in paesaggi naturali, dell’arte che prende forma in situ, in un

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sale di musei e gallerie, oppure mezzi quali la mobilitazione della moltitudine attraverso occupazioni, interventi per le strade o nelle reti

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umana; per questo la storia dell’arte del Novecento e del Duemila non ha pari quanto a mutamenti nelle attitudini e nei linguaggi.

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’inserirsi nelle opere della variabile temporale, e quindi anche del movimento, secondo le teorie dei futuristi italiani e di chiunque abbia insistito sulla

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nelle teorie e nelle pitture che riguardano la prospettiva centrale, da Leon Battista Alberti a Piero della Francesca. In età moderna fu Paul Cézanne

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generosamente intorno a sé senza mai avere nulla in cambio; la cosiddetta dépense aiuta la sensazione vitale. In altri casi, come nelle opere dei

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alcuna fotografia. Tra gli anni Venti e Trenta, i surrealisti manipolano objets trouvés rivelando i significati nascosti nelle cose. Kurt Schwitters è

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inseguito alcune persone a lei estranee fin nelle camere d’albergo pur di ricostruire brani delle loro storie più intime. Nonostante non siano

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non aver nulla di duraturo da dichiarare ai posteri. Nelle arti visive, questa insicurezza da un lato ha portato allo sgretolamento delle forme, alla

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testimonianze di quanto accade nelle parti più remote o più scottanti del mondo. O i ragazzi che, senza rendersene ben conto, cedono la proprietà e il

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orologi via via più precisi sono comparsi nelle strade, nelle case, nei telefoni, sui cruscotti delle automobili e sulle radio, in un aumento di

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stato modificato fino a farlo diventare verde fosforescente? Non sempre possiamo intervenire; in molti casi non è nemmeno nelle intenzioni dell’artista

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sui diritti umani. Del resto il poliforme e discusso personaggio è, nelle parole del direttore della Tate Modem, Chris Dercon,

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ali. Dalla banchina del molo il dibattito si spostò nelle aule del tribunale, aprendo un caso complicatissimo che durò circa due anni e che si

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del tempo e della storia, ma palesa un complesso di riferimenti all’etica e alla cultura nelle quali viviamo. Ed è anche una generatrice di mondi, come

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entrare nelle collezioni private e/o museali, far parlare di sé sulla stampa, prendere parte a concorsi, residenze e premi. Frequentare una buona

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personaggi come John Cage, Robert Rauschenberg, Jasper Johns e molti altri negli anni e nelle strade di New York in cui ancora non li conosceva nessuno

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«estetica relazionale», definita nelle sue linee principali dai teorici Nicolas Bourriaud e Claire Bishop, ha portato a considerare la partecipazione

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museale classica con una qualche invenzione. Nel 1986 il critico belga Jan Hoet chiese agli amici di una vita di ospitare per alcuni mesi, nelle loro

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nelle impeccabili light boxes di Jeff Wall, così come l’adozione di soluzioni tecniche che non mettano a repentaglio la durevolezza dell’opera almeno per

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disegnò come earth work nelle acque del Grande Lago Salato dello Utah. Senza le fotografie aeree scattate da più mani e il video prodotto dallo stesso

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spontaneo nelle strade dei sobborghi newyorkesi per esprimere il disagio sociale di quei giovani che, per sentirsi più forti e meno abbandonati a se stessi

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spirito diverso da quello del tempo in cui si vive. Si può sperare di intrawedere nelle opere valori universali e validi sempre, ma non quelli che erano

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ingannevole, che è nata con Platone e che ha afflitto, come leggiamo nelle loro note, persino Leonardo e Michelangelo.

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