L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
di visitatori, per aprire gallerie in tutto il mondo e per regolarne gli scambi economici. Paradossalmente, proprio questa vitalità ha esacerbato le
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letterali di quell’«essere gettati nel mondo» di cui parlò il filosofo Martin Heidegger: nulla a che fare con i Gesù bambini dei presepi, che sono raffigurati
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più famose al mondo. Per molti è oggi un capolavoro, forse più per la sua celebrità che per l’effettivo compiacimento e la comprensione di quella
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riferiscono al mondo del fare, ad abilità manuali che sono parenti della tecnica e della capacità dell'uomo di accostare e migliorare la natura con
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Anni di studi sull’era postcoloniale ci hanno insegnato che non dobbiamo ragionare in termini di relazioni centro-periferia: il mondo sta diventando
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noti al mondo occorrerà una globalizzazione che non sia solo di superficie e che non sia il rispecchiamento di equilibri di tipo economico e
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Sono stati gli anni Novanta a segnare la decisiva apertura dell’arte contemporanea ad altre culture del mondo, al punto da far vacillare il primato
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, vincitore del Leone d’argento al Festival del cinema di Venezia nel 2009, hanno fatto il giro del mondo mostrando, a metà tra lirismo e realismo
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, mettendo in rilievo il finto suffisso "nazioni», il titolo non subisce solo un’estensione semantica fino al mondo del reale e all’interno delle
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con il resto del mondo. L’obiettivo è ripensare la storia degli ultimi decenni allontanandosi dall’idea della divisione in blocchi (Est, Ovest e paesi
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stato promosso per oltre vent’anni in giro per il mondo con notevoli aiuti finanziari provenienti direttamente dalla Central Intelligence Agency
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curando mostre in tutto il mondo, scambiandosi gli stessi ruoli di anno in anno, raramente capendo dove sono, non per cattiva volontà, ma per eccesso di
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Resta un dubbio di fondo. L’arte visiva ha invaso il mondo nella sua formula occidentale, probabilmente perché è la forma più simbolica di un
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nuova guerra o di un nuovo genocidio nel mondo; ma si sono esacerbati con la riduzione ai minimi termini del supporto fisico dell’opera. Eppure i
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, bensì un testare il mondo con il proprio corpo generando un costante incontro-scontro con la natura un’esperienza che si colloca a metà tra lo sforzo
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ambiente con un grande sole artificiale che trasformava lo spazio espositivo in una sorta di nuovo mondo. Il visitatore vi si immergeva vivendo un
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Se il mondo è il luogo con cui commisurarsi e mettere alla prova se stessi, l’io è un altro spazio dell’inconoscibile, un abisso in cui avventurarsi
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concettuale: nel 1967 Bruce Nauman scrisse in una sua famosa spirale di tubi al neon: «Il vero artista aiuta il mondo rivelando verità mistiche». Sol LeWitt
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avviene anche per la memoria. Disegnare è per l’artista un mezzo conoscitivo che aiuta a capire il nostro ruolo nel mondo e nella storia. Non è
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vincenti resteranno ancora gli Stati Uniti, la Germania, la Gran Bretagna? E una piccola rivoluzione accadrà anche con l’affermarsi nell’arte del mondo
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metropolitana che corresse sotto la pelle del mondo, con fermate a Syros (Grecia), a Dawson City (Canada) e a Lipsia (Germania).
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Sembra quasi che in un mondo in cui Internet, i social media, i talent show televisivi indagano e controllano sempre più a fondo nelle nostre vite, l
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comune in direzione di questioni nodali come l’identità, l’etica, gli effetti che un mondo sempre più medializzato provoca sull’individuo e sulla
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Questi esempi mettono in luce un altro elemento importante: nel mondo dell’arte globalizzato e postcoloniale c’è sempre più spazio per una pratica
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In tutto questo, ciascun artista assume una posizione indipendente riguardo al suo modo di intervenire nel mondo: molti si staccano completamente dai
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persino dati che l’uomo ha sempre ritenuto certi, come lo spazio e il tempo, si sono dimostrati relativi; un mondo di frammenti che trovano un senso
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stato tale che ha consentito di rivedere il rapporto tra sé e il sesso e quindi anche tra sé e il mondo in generale. Ha reso meno colpevolizzante non
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per produrre, progettati da una biotecnologia senza cuore, significa accusare il mondo capitalista di agire in modo coercitivo: quei ragazzini
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suo saggio You Are Not a Gadget (2010). Le grandi azioni che hanno cambiato il mondo (anche quelle che si sviluppano online nel tempo della rete
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automatica e ad appendere al muro le loro immagini. C’è chi ha catalogato il mondo intorno a sé, come hanno fatto, per quasi sessant’anni, Bernd e Hilla
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Junkspace, secondo una felice definizione dell’architetto Rem Koolhaas, cioè un mondo dominato dalle scorie e dalla spazzatura. L’altro è quello del
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testimonianze di quanto accade nelle parti più remote o più scottanti del mondo. O i ragazzi che, senza rendersene ben conto, cedono la proprietà e il
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finzioni piuttosto pallide, se paragonate a quanto accade nel mondo reale, nate appunto per rappresentare anche gli aspetti più inquietanti di quanto ci
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fotografiche o gadget elettronici per parlare del loro pervasivo effetto nel mondo. Le proposte di animali imbalsamati, deformati, ibridati tra loro avanzate da
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silenzio un silenzio strumentale, ma non assoluto, visto che, anche quando non produciamo nessun suono, il nostro corpo e il mondo che ci circonda
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smaniano per lui. Il dipinto finì distrutto durante un giro del mondo che doveva portarlo di città in città come una donna cannone o una meraviglia da
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metafore di un mondo dove il cambiamento corre veloce e niente è più fatto per restare, ma anche questi linguaggi sanno lasciare traccia di sé. Le
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regno non è di questo mondo».
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Dickie nel 1975 e Pierre Bourdieu nel 1979 hanno parlato di «mondo dell’arte», concentrandosi maggiormente sull’aspetto sociopolitico. Un concetto simile
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Il sociologo Howard S. Becker ha osservato, nel suo libro del 1982 I mondi dell’arte, che in effetti non esiste un solo mondo dell’arte. Coloro che
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del mondo dell’arte al quale sognano di integrarsi». Chi vuole distinguersi e smarcarsi dalla concorrenza, oltre ad avere un’indole decisa e coraggiosa
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cui collezione, una delle più grandi e prestigiose al mondo, fu ceduta in gran parte allo Stato spagnolo nei primi anni Novanta (da qui nacque il
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Los Angeles, e Larry Gagosian, che ha esteso il suo impero con un’ampia rete di gallerie in tutto il mondo, da New York, Los Angeles e San Diego, a
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successo le opere in cui la classe dominante ama rispecchiarsi, fosse anche per assolversi o per colpevolizzarsi rispetto ai drammi del mondo. Non a
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richiesta da dover creare una lista d’attesa tra i compratori, così come accade nel mondo della moda per alcuni oggetti del desiderio. Avere un quadro di
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contemporanea è irriducibilmente in perdita. Alla Tate Modem, il posto al mondo dove probabilmente l’ingresso ha il prezzo più basso il museo londinese
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questo paese i critici letterari siano degli idioti al pari dei critici d’arte, dal momento che sono loro i più idioti del mondo. Tanto per cominciare
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, introducendoci in un mondo parascientifico che mette alla prova i nostri sensi e la nostra percezione delle cose, se non sappiamo che l’artista belga è stato per
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