L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Visuel (Parigi); e alla tendenza, sbocciata a partire dagli anni Novanta, di un’arte sempre più partecipata, dove anche il pubblico finisce per avere
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Muro di Berlino, preso a picconate dagli stessi cittadini con il dissolversi della divisione tra Germania Est e Ovest nel 1989.
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che sono nati i nuovi musei orientali, spesso affidati alle stesse archistar che hanno progettato i grandi musei occidentali dagli anni Ottanta in poi
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, l’alterità e il multiculturalismo, forse ripercorrendo una sorta di esotico «orientalismo» il termine ha un’accezione negativa e deriva dagli studi di
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creare le condizioni per una superiorità statunitense anche nel campo delle arti visive; ciò avvenne direttamente dagli Stati Uniti e indirettamente
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Horkheimer nella prima metà del Novecento, negli anni Sessanta Guy Debord e dagli anni Novanta, tra gli altri, Paul Virilio e Slavoj Žižek. Il volere
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Crater, un vulcano spento che l’artista comprò nel 1979 in un’area dell'Arizona controllata dagli indiani, in un osservatorio astronomico in progress
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diventato un’ossessione tale, dagli Stati Uniti fino all’India, che gli oggetti del desiderio assumono un aspetto sovradimensionato. Ben prima che
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I benefici dati dagli alberi sono così invisibili che la gente pensa di poter tagliare gli alberi e costruire un palazzo. Può sembrare più economico
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Dagli anni Novanta, le pratiche partecipative hanno ottenuto nuovo fervore e privilegiato l’aspetto politico, auspicando un risveglio dell’operare
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’identità ancora da decifrare, che si sta fondando sulla nuova maniera di costruire relazioni tra persone e tra culture. Se guardato dagli albori del
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diventare commento alla grafica consumista, spesso ricca di elementi quotidiani, con la Pop Art e le pratiche realiste emerse dagli anni Sessanta e
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Questo vasto insieme di esperienze ha portato, a partire dagli anni Sessanta, a opere che hanno come soggetto l’individuo e il suo comportamento
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In un universo di cui sappiamo che la vita è fatta di mattoncini, dagli amminoacidi alle catene di Dna, dalle cellule ai corpi, alle comunità di
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La scultura ha accolto senza riserve questa attitudine, a cominciare dagli assemblaggi tridimensionali che Picasso realizzò mettendo insieme oggetti
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Appropriandosi dell’immagine massificata, Warhol e altri artisti dell’area pop hanno riflettuto dagli anni Sessanta sul consumo bulimico di immagini
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Warhol Museum. 12. Alighiero Boetti, Senza titolo, 1988. scomparso, sottoposto a quella scarnificazione che, a partire dagli anni Settanta, è stata
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, come se tra le due cose ci fosse una differenza etica spiccata. Ma fu Peggy e non Hilla a cambiare il corso dell’arte americana. A partire dagli
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consapevole del sistema dell’arte dagli anni Ottanta al 2000. L’installazione, nella sua forma finale, si presenta come un modulo circolare composto da
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nell’esposizione delle collezioni. Dagli anni Ottanta, i casi di architettura museale basata sullo spettacolo e sulla mobilità sono proliferati
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inizia da lontano. Dagli anni Quaranta, infatti, hanno cominciato a essere importanti anche figure che non hanno alcun ruolo nei musei e che si propongono
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volitivo, incarna anche l’aspetto più temuto dagli artisti, quello del collezionista-speculatore che ha la facoltà di decidere della vita e della morte
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A partire dagli anni Ottanta, comunque, la maggior parte del collezionismo si è definita come un feticistico acquisto di opere catalogate con foga
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contraria alla mercificazione. Si pensi che Bas Jan Ader, artista olandese che fu un ribelle già dagli anni di scuola, secondo il suo compagno di studi Ger
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È il caso, d’altronde, di quasi tutta l’arte dematerializzata diffusasi a partire dagli anni Sessanta-Settanta, che ha vissuto un profondo paradosso
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