Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

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Vettese, Angela 50 occorrenze

L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

Che cos’è l’arte contemporanea? Ce la possiamo cavare rispondendo che è tutto ciò che il suo autore propone come tale. Il problema sorge quando

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Peraltro, la maggior parte degli artisti non ha mai abbandonato la tradizione manuale. È il caso di Gerhard Richter, che da cinquant’anni applica ciò

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Ciò che si può considerare a questo punto è che non è la figura a mancare nell’arte contemporanea, ma piuttosto l’idealizzazione della figura

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’ di teologia, note sul rapporto tra artisti e committenti, qualche nozione storica. Ciò che ci arriva dall’antico è passato attraverso un setaccio che

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studi linguistici o matematici -, il disegno, la pittura, la scultura e persino la fantasia sono capacità che si studiano e che si allenano. Ciò che

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dovremmo connetterle non solo a una tradizione di buoi squartati che va da Rembrandt a Soutine, ma anche a un’idea della carne come ciò che è cariato

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L’arte di oggi viene dunque accusata di rappresentare troppo spesso ciò che risiede nelle viscere dell’uomo, dal sesso alla violenza. Ma è stato così

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punto di rottura e innovazione nella rappresentazione contemporanea è indiscusso; ciò non toglie che quel volto, lontano dalla grazia dei lineamenti di

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critica soprattutto l’ostentazione di comportamenti ribelli. Ciò che nel marketing della musica rock genera approvazione, dal momento che si rivolge a

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In preda al senso di perdita che deriva dal non ritrovare più ciò che credevano assodato, non resistendo al fenomeno che gli psicologi chiamano

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’uomo ha chiamato arte cose molto diverse, come disse l’estetologo Dino Formaggio in un suo saggio del 1976, concludendo che «l’arte è tutto ciò che

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creare le condizioni per una superiorità statunitense anche nel campo delle arti visive; ciò avvenne direttamente dagli Stati Uniti e indirettamente

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proporre la cosiddetta «teoria istituzionale», per la quale si può definire arte ciò su cui un novero ampio di specialisti e di appassionati raggiunge un

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far numero, attirare persone attraverso fenomeni da circo, mettere dentro all’opera o alla mostra ciò che può scatenare un’attenzione da voyeur, essere

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rinnova davanti a tutto ciò che è nuovo e inesplorato, dal macrocosmo celeste al microuniverso del corpo. L’artista, spinto da uno slancio a volte mitico

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tanto che la gente cominciò a usare il museo come luogo di rifugio dalla metropoli, come un parco dove sedersi o sdraiarsi per godere a pieno di ciò che

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appiattisce la prospettiva, ma ciò che vediamo è in effetti un uomo che si porta dietro il proprio pericolo. La suspense è appena smorzata dal titolo del

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scarti, i resti capovolti di grandi ambizioni». Sono parole di Michel de Certeau, dal libro del 1980 L’invenzione del quotidiano. E ciò sarà tanto più

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definizione generale; meglio «concentrarsi su opere particolari e domandarsi perché esse sono arte e perché ciò potrebbe essere importante per noi» come

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diventa un’azione fondata su un progetto, su uno spartito che deve essere eseguito con rigore. Talvolta ciò si risolve in azioni leggere, talvolta invece

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tra ciò che è vero e ciò che non lo è: l’intercapedine tra queste due categorie è tutta da ripensare, così come è da ripensare la nozione di oggetto

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parte altrettanto piccola interna a noi, come indica il concetto di «inconscio». In ciò che sta diventando il tempio della velocità, poter viaggiare

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ambiti come la comunicazione, la medicina, le pratiche belliche o le abitudini quotidiane, ciò che è accaduto nel XX secolo non ha precedenti nella storia

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attribuire prezzi alti solo a ciò che conserva lo stigma dell’«irripetibile», è difficile ritenere che opere nate nell’ambito del design, della moda e

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avere figli, eventualmente, dichiarare la propria omosessualità, poter vivere da soli e fare del proprio corpo ciò che si vuole, sapendo che non

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Joostens, nel 1922, bollò il movimento con la battuta satirica «tutto ciò che ha delle gambe è immorale».

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Ciò che, secondo il teorico, accomunava queste esperienze eterogenee era, oltre a un desiderio di estremo rigore nell’esecuzione, il tentativo di

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Anche per questo, possiamo dire che viviamo nell’epoca della firma, ovvero della responsabilità di chi firma, e ciò vale sia per una borsa sia per un

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scoperte scientifiche, alle grandi navigazioni, alle invenzioni e a ogni impresa che poteva cambiare il corso della storia. Ciò che era stato attribuito

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Buckminster Fuller, Yona Friedman, Bernard Tschumi o Frei Otto. Dal punto di vista estetico, il malessere odierno genera ciò che Jacques Rancière ha

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Ciò non significa, tuttavia, che le vecchie tecniche vadano in pensione; esse continuano a mutare e a ibridarsi nel tempo. Come si è visto, a partire

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luminescente, non è incompatibile con ciò che ha cercato di realizzare Dan Flavin molto dopo, del resto, con la luce al neon per l’abside di Santa Maria

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all’happening, che comprende non solo tutto ciò che può accadere nel corso di una circostanza creata dall’artista, ma che accoglie anche quello che

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concluse felicemente con la vittoria di Duchamp e Brancusi. Ma in effetti, come si può distinguere ciò che è arte e ciò che non lo è? Come ha messo in

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Possiamo condividere le parole del filosofo tedesco HansGeorg Gadamer per cui «l’opera d’arte è insostituibile» e «ciò resta vero persino nell’epoca

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raccolto tempesta. Ma mano a mano che il nuovo si sedimenta e incomincia a essere preservato e catalogato, ciò che all’inizio suscitava scandalo diventa

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ricorda che «ciò che vediamo vale e vive ai nostri occhi unicamente per ciò che ci riguarda». Anche le forme hanno una loro storia fatta di cicli e ritorni

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analisi: non tener conto subito del nostro punto di vista come spettatori, ma pensare prima a come l'artista si pone di fronte a ciò che ha realizzato

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germogli di ciò che, nel 1989, Carole Jean Uhlaner ha chiamato «capitale relazionale» e che porta dal rapporto con i pari alle relazioni con i

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Max Ernst. Altre volte un artista può decidere di mettere in luce ciò che nel sistema non funziona o che reputa scorretto. È il caso di nomi classici

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pratiche artistiche lontane da ciò che piace a un pubblico allargato; cosi talvolta l’incomprensione è il rischio di una critica radicale al sistema

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Greenberg fu soprattutto uno scrittore, ciò che oggi si definisce un art writer, il fatto di avere individuato un movimento lo trasformò in un modello da

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Naturalmente, ciò che un simile archivio non potrebbe restituire è l’esperienza della visita e quel coinvolgimento corporeo che può affaticare, ma

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Lo sguardo freddo di Andy Warhol, nei diari scritti con Pat Hackett, ha visto che Quel che sopravvive è ciò che il gusto delle classi dominanti

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Ciò non è vero da oggi e nemmeno dal tardo Settecento, quando la categoria di gusto è stata teorizzata dai filosofi: probabilmente da sempre hanno

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smascherato ossessioni e difetti. Ciò non toglie che fu una manna dal cielo per Venezia e il ricco museo che porta il suo nome.

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Quando si cerca di aggiudicarsi ciò che è realmente contemporaneo, bisogna inoltre tentare di scegliere sempre tra le opere del mercato primario

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Italia e impossibili da vendere all’estero. E ciò ne diminuisce il valore in quanto restringe il campo dei compratori potenziali.

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paura di mostrare di non capire, sono orgogliose di deridere un campo che non conoscono e da cui si sentono lontane: li autorizza a far ciò la vasta

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seguito hanno ricusato, anche se ciò è costato loro una grande fatica. Se si fossero conosciute le fonti di Manet per il Déjeuner sur l'herbe si sarebbe

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