L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
Peraltro, la maggior parte degli artisti non ha mai abbandonato la tradizione manuale. È il caso di Gerhard Richter, che da cinquant’anni applica ciò
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che divenne la sua amante e la sua musa a partire dalla seconda metà degli anni Trenta. Il suo viso spigoloso e scomposto è una delle immagini cubiste
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negli anni Novanta: le prime scene di ribellione e di liberazione riguardavano proprio la distruzione dei simboli del potere e dell’autorità, dalle
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Anni di studi sull’era postcoloniale ci hanno insegnato che non dobbiamo ragionare in termini di relazioni centro-periferia: il mondo sta diventando
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Fino a pochi anni fa, l’unico modo per un giovane nato al di fuori dell’Occidente di avere piena libertà d’espressione e la possibilità di tentare la
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stesso vale per l’azzeramento delle forme e dei materiali iniziato negli anni Cinquanta e poi radicatosi nel ventennio successivo: se Lucio Fontana, Yves
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Questo discorso si riallaccia al concetto di «biopolitica» che, negli ultimi anni, ha avuto larga diffusione anche nell’ambito delle arti visive e
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Horkheimer nella prima metà del Novecento, negli anni Sessanta Guy Debord e dagli anni Novanta, tra gli altri, Paul Virilio e Slavoj Žižek. Il volere
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d’arte che risulterà vincente negli anni a venire sarà quella legata al paese o all’area geografica dove si sposterà il nuovo centro dell’impero. E se
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Negli anni Settanta, Gordon Matta-Clark ha aggredito con ruspe e altri mezzi pesanti alcuni edifici in disuso e in via di demolizione, appropriandosi
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maniera in cui è stata sentita ed espressa la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta. La nudità provocatoria ma non fine a se stessa di artiste come
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vero quanto più, in pochi anni, il XXI secolo vedrà mescolarsi storie dell’arte plurali e rinascere un nuovo canone. È interessante notare come la
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Dagli anni Novanta, le pratiche partecipative hanno ottenuto nuovo fervore e privilegiato l’aspetto politico, auspicando un risveglio dell’operare
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liofilizzata e poi sedersi a mangiare in compagnia. Il progetto per il Kunstverein di Colonia tre anni dopo (Untitled Tomorrow Is Another Day, 1996
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diventa quasi un'industria, come nel caso di Takashi Murakami, il giapponese più noto degli anni Duemila: nella sua ditta Kaikai Kiki, che occupa un
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Realismo Magico, nonché del «ritorno all’ordine» degli anni Trenta. Il secondo momento saliente iniziò con il rinascere delle pratiche più sperimentali
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diventare commento alla grafica consumista, spesso ricca di elementi quotidiani, con la Pop Art e le pratiche realiste emerse dagli anni Sessanta e
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altre, al massimo si affianca loro e ottiene maggiore visibilità per un certo periodo. Così, negli anni Ottanta il soggettivismo prese una direzione
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anni Sessanta e gli anni Settanta nell’arte minimalista: una definizione che, dopo essere comparsa per la prima volta nel 1937 in uno scritto di John
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, LeWitt evidenziava un altro aspetto essenziale della direzione che l’arte stava prendendo in quegli anni, grazie anche all’attività pionieristica del
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predominanza sugli aspetti decorativi. Del resto anche Làszló Moholy-Nagy già nei primi anni Venti sviluppò l’invenzione dei «quadri telefonici»: riduceva il
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Con gli anni Sessanta, l’opera ha perso la sua tangibilità fisica e si è tramutata in performance, idea, intenzione concettuale. Non potendo più
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alcuna fotografia. Tra gli anni Venti e Trenta, i surrealisti manipolano objets trouvés rivelando i significati nascosti nelle cose. Kurt Schwitters è
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quei tempi, fosse paragonabile a un automa. La metafora dell’uomo fantoccio si diffuse ampiamente in quegli anni, dai manichini metafisici alle poupées
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automatica e ad appendere al muro le loro immagini. C’è chi ha catalogato il mondo intorno a sé, come hanno fatto, per quasi sessant’anni, Bernd e Hilla
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altri materiali trovati. Negli anni Sessanta e Settanta, la vasta espansione dell’ideologia contro la mercificazione delle opere ha portato a
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’espressione usata dal critico Okwui Enwezor, che trova in quel silenzio mobile un suo incipit. Gli artisti concettuali degli anni Sessanta e Settanta
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ali. Dalla banchina del molo il dibattito si spostò nelle aule del tribunale, aprendo un caso complicatissimo che durò circa due anni e che si
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della riproducibilità». Certo però sbagliare è facile. Anche un occhio appuntito come quello di Robert Hughes, che fu per anni la penna caustica del
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breve come il quadro di Grosso. Ma a volte, come nel caso di opere a sfondo sessuale degli anni Sessanta, l’artista ci sta parlando di una rivoluzione
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Warhol Museum. 12. Alighiero Boetti, Senza titolo, 1988. scomparso, sottoposto a quella scarnificazione che, a partire dagli anni Settanta, è stata
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anni Trenta, fu una delle più volitive protagoniste del contesto internazionale, in continuo contatto con i direttori di musei, gli architetti, i critici
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personaggi come John Cage, Robert Rauschenberg, Jasper Johns e molti altri negli anni e nelle strade di New York in cui ancora non li conosceva nessuno
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. L’artista slovena Marjetica Potrĉ, ad esempio, lavora da anni attorno ai temi della sostenibilità ambientale. Nel 2010 ha realizzato un workshop nell
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inizia da lontano. Dagli anni Quaranta, infatti, hanno cominciato a essere importanti anche figure che non hanno alcun ruolo nei musei e che si propongono
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Philadelphia. Pensiamo a Robert Morris, che, due anni dopo, organizzò Nine, allestita in una warehouse newyorkese fatta affittare al gallerista Castelli. Vi
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anni del cosiddetto «periodo rosa» viene venduto per una cifra esorbitante, cento milioni di dollari. Questo fatto suscita immediatamente un quesito
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Nel 1989 Alan Bowness, padre del Turner Prize e direttore per nove anni della Tate Gallery di Londra, suddivise le diverse tappe della carriera di un
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cui collezione, una delle più grandi e prestigiose al mondo, fu ceduta in gran parte allo Stato spagnolo nei primi anni Novanta (da qui nacque il
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Saatchi gli aveva acquistato negli anni, per preservarle, insieme a numerosi altri pezzi suoi e di altri artisti, in un castello di cui è proprietario
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riuniscono in gruppo dando vita a enti e associazioni non profit. Pensiamo alla storica Dia Foundation, che tra gli anni Sessanta e Settanta permise la
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A partire dagli anni Ottanta, comunque, la maggior parte del collezionismo si è definita come un feticistico acquisto di opere catalogate con foga
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La follia da shopaholic può portare lontano i collezionisti. Negli ultimi anni d’oro dell’Occidente, l’artista top era sottoposto a una tale
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O. Gehry; dato il successo di quella, due anni più tardi venne dedicata una retrospettiva a Giorgio Armani, dove gli abiti vennero allestiti dal
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. All’inizio della pratica performativa, negli anni Sessanta, nessun artista pensava di vendere le proprie opere e, anzi, si agiva in un’ottica
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È il caso, d’altronde, di quasi tutta l’arte dematerializzata diffusasi a partire dagli anni Sessanta-Settanta, che ha vissuto un profondo paradosso
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Forse ancora più emblematico a questo proposito è il caso della Street Art, una forma d’espressione nata negli anni Settanta come linguaggio
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dopo anni di pittura figurativa e un meticoloso lavoro sulle forme, come attestano i suoi profondi scritti. Lucio Fontana giunse ai suoi crateri molto
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anni un ricercatore nel ramo delle scienze e ha una laurea in agronomia, una tesi specialistica sulla comunicazione olfattiva degli insetti e un
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in stile anni Trenta sede della Borsa è una scultura in marmo di Carrara dotata di un massiccio piedistallo secondo la consuetudine della statuaria
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