L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi
, possiamo seguire il percorso dei paesi extraeuropei che per primi hanno eretto un edificio in rappresentanza della loro identità culturale e, allo
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, anche ben oltre la loro caduta come centri politici e militari, proprio perché erano stati fulcri del potere mondiale. Allo stesso modo, la Francia, e in
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stesso critico Clement Greenherg. Perché allora aiutarli, in un clima che era quello maccartista della caccia alle streghe comuniste? Allo scopo di
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nella sua forma di ogni suo movimento, un adattarsi lento allo spazio che non è mai gratuito ma sempre necessario alla vita. Per questo, molte delle
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, i cui lembi o mammelle erano stati riempiti di spezie profumate. L’opera si offriva allo spettatore come un corpo surreale dove penetrare per farsi
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ancora vergine come ai tempi del Far West, che sfugge allo sguardo e si sottrae a qualsiasi altra possibilità di misurazione e conquista. Pensiamo al
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mostra attraverso un'inclinazione allo spettacolo, alla meraviglia e allo scandalo. Eppure, proprio il successo mediatico degli artisti, la proliferazione
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venisse coniato il termine «globalizzazione», Alighiero Boetti ci ha chiesto di guardare dentro allo scambio delle culture e ha, ad esempio, progettato i
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controllo totale sull’opera, il cui compimento e la cui valorizzazione sono affidati allo spettatore-attore. Pensiamo a Joseph Beuys e alla sua «scultura
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sempre sottolineato le difficoltà del rapporto arte/denaro e arte/storia, allo svizzero Thomas Hirschhorn, che trasforma interi ambienti in percorsi
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ogni opera d’arte importante può essere considerata come un avvenimento storico e allo stesso tempo come la soluzione faticosamente raggiunta di un
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) si sospesero in una posizione obliqua e convergente allo stesso grande arco, lei con la freccia verso il cuore, lui, dalla parte opposta, con la
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L’allusione allo studio come ufficio non è casuale, dato che in molti adottarono un’attitudine definita nel 1990 da Benjamin Buchloh «burocratica
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venti materie diverse possono concorrere in una sola opera allo scopo dell’emozione plastica. Ne enumeriamo alcune: vetro, legno, cartone, ferro, cemento
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non aver nulla di duraturo da dichiarare ai posteri. Nelle arti visive, questa insicurezza da un lato ha portato allo sgretolamento delle forme, alla
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video hanno inteso reagire al film in cassetta, allo spot pubblicitario, al videoclip e alle trasmissioni televisive. Talvolta con meravigliose
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Esaminiamo un altro aspetto della nostra vita davanti allo schermo, quello del rapporto con le star. L’artista sudafricana Candice Breitz ha sempre
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un racconto critico, ricognizione sui procedimenti artistici e non come un complemento allo scritto. In quelle immagini, scattate dopo giorni di
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Uno sguardo allo sviluppo anche solo formale dei musei ci darà un’idea di quanto il fattore-mostra sia diventato portante. Invenzione vecchia di
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cui collezione, una delle più grandi e prestigiose al mondo, fu ceduta in gran parte allo Stato spagnolo nei primi anni Novanta (da qui nacque il
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. Allo stesso modo, il grande ricco compra un’opera di Runa Islam sui venditori di rose clandestini immigrati dal Bangladesh, il magnate del lusso
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sociali, urla libere contro il sistema, atti di critica selvaggi e allo stesso tempo temerari. Qualche anno dopo, il graffitismo, inglobato nel sistema
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critici sbagliano spesso. Francis Bacon racconta allo scrittore William Burroughs, in un’intervista citata dal «Guardian» il 2 maggio 1992: Non so se in
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pianificata a priori e adeguata allo scopo e al luogo prescelti.
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