L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
fronte al dipinto, un’equivalenza letteraria di quello che aveva davanti. Entrambi, Testori e Arcangeli, in gara l’un con l’altro: appassionati della vita
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Oltre a lui e a Testori, pochi altri e più distanti dall’urgenza della vita: Giulio Carlo Argan, che, pur con la sua astrazione algida e su fronti
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Abbiamo una vita troppo limitata nel tempo per poterci distanziare e cogliere il passaggio da un’epoca all’altra, dal Medioevo al Rinascimento come
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nostra vita dura ottanta, novanta, cento, anche centovent’anni per chi riesca o possa resistere molto all’ingiuria del tempo. Poi ce ne andiamo
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che l’arte deve coincidere con la vita. L’arte non è la rappresentazione di un’emozione anche assolutamente semplice, pura, diretta cioè quel passo
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, di qualità espressiva, e finisce per favorire proprio quel successo che, negato in vita, l’artista riuscirà a ottenere quando, ormai morto, non potrà
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Millet c’è una tradizione realistico-religiosa, e i suoi soggetti sono un’ulteriore negazione dell’impressionismo alla Monet e alla Renoir, cioè vita
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che, se voleva essere figurativo e quindi poter cambiare soggetto, storia, raccontare in una favola continua la vita colombiana doveva, per non perdere
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Gli artisti devono confondersi con il mondo, farsi coinvolgere nella vita, stare sulle pareti delle case e non soltanto su quelle asettiche dei musei
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In quella mostra trovai uno spiraglio di vita, un soffio di energia rispetto alla dimensione prevalentemente funeraria cara a Barilli. Lì ritrovai
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: duplicare la realtà, sostituirla, dare vita alla materia. Il paragone più diretto veniva non da un artista pop come Segai bensì dall’arte antica
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, legato alle tradizioni, ai valori famigliari e a quelli di affezione della vita quotidiana, che hanno fatto sì che appaiano come opere concettuali le
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un progetto di opera compiuta: l’opera nasce con il movimento della vita. L’artista vive e l’opera esce da lui: il suo impulso è l’opera. Nell’arte
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la capacità di Guatelli di dar vita a cose morte, inutili, da gettare. Ed è un vero e proprio museo, un luogo eminentissimo della sensibilità
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