L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
sé, al di là di ciò che vi è esposto, come una meraviglia del mondo.
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ha consentito. Si vedono cinquemila culatelli, disposti in una sorta di volta ideale, che coronano gli spazi della cantina dell’Antica Corte
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Un’altra esperienza formidabile è quella del parco ungarettiano a Gradisca di Isonzo, dove Mirella Sagredo, una signora innamorata di Ungaretti
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iniziata l’esecuzione dei suoi disegni e delle sue pitture in mosaico, e a Pontedera è sorta una parete di centoventisei metri che è un vero e proprio luogo
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una diversa percezione della realtà. Questa diversa percezione è in se stessa una creazione artistica. Kihlgren, meglio di Beuys, è riuscito a
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[V. S.] Le generazioni si chiamano tali in quanto testimoniano un tempo in cui si è fatto qualcosa. Allora, per avere una generazione, cioè
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[G. D.] Se permetti, hai parlato di contemporaneità, una parola da prendere con le molle. Perché non dimentichiamo che per solito, gli artisti d
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[G. D.] Mah, se penso a quando io la frequentavo direi una bellissima ragazza. Era bella oltre a essere molto intelligente. Naturalmente poi è
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l’altra “Tu sei una cretina!” “E tu sei una scema! ”
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[G. D.] Felicita Frai, che io ho conosciuto quand’era una ragazzina, veniva da Praga, e aveva sposato un mio amico, commerciante, amico dell’arte, e
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Eppure è ormai da molti anni che non vedo un critico o uno storico dell’arte che corra in una città d’Europa o d’America per vedere una grande e
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quando, a Roma, vide i dipinti di Pollock... e pianse. Pianse da uomo pieno di una sensibilità quasi eccessiva, con una reazione che faceva sentire
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Al di là dei rimandi di Arcangeli, l’opera d’arte si fa riconoscere per quello che è così come la bellezza. L’opera d’arte ha una sua identità, una
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Un rischio che si corre soprattutto in Italia, dove, negli ultimi quarant’anni del Novecento, è stata fatta una battaglia per cui nuovi o non nuovi
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visitatori occasionali interpretati da Sordi e da Anna Longhi per una Biennale vera e reale, fosse un funzionario che ben conoscevo, Luigi Scarpa, il quale
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A quel punto, la moglie di Sordi, stanca per la scarpinata, prende la sedia di un custode e si siede in mezzo a una sala mentre il marito va a
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Perché Mantegna è contemporaneo? Perché il suo Cristo morto definisce l’archetipo di una condizione umana, e come tale è davanti a me e non cessa di
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, lasciando opere. Ma certe opere d’arte hanno una vita infinitamente più lunga di coloro che le hanno create. Una vita che le rende nostre contemporanee
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Morgantina, appena ritornata a casa; e sommamente contemporanei sono i Bronzi di Riace. Sono più giovani di me, che li vidi nel 1972, dando una mancia
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passato -, in un tempo in cui ognuno può aspirare a essere riconosciuto, l’artista si muove nell’ambito di una legittima vanità: ha come suo
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Van Gogh si avvale di una pittura sgrammaticata, da modesto disegnatore e modesto pittore, ma è un grandissimo artista, poiché per primo stabilisce
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Se c’è un quadro che non è una natura morta decorativa, gradevole, da salotto, questo è I girasoli: astri ossessionanti che, con l’apparenza di fiori
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, della psiche, di una spiritualità non esplicitata. Van Gogh esprime la propria emozione, quindi il suo trauma è una verità, è la realtà della sua
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nel guardarlo vediamo gli occhi di chi lo ha voluto, poiché quest’opera è un’opera fatta per una destinazione, per una persona. Ogni quadro antico
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’artista contemporaneo realizza nel proprio studio un’incisione, un dipinto, una natura morta, un bozzetto, e non sa dove andranno, perché quelle opere
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Nell’arte contemporanea, dunque, le opere perdono identità, vanno per destini imprevisti, hanno una strada che non è stabilita prima; e tutto questo
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irraggiungibile per un collezionista che non sia miliardario. Trovassimo in un mercato o in una bottega o in una galleria un Picasso a poche migliaia di lire
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, aveva trovato una suprema conferma.
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“multipli”, ecco gli artisti che producono molto perché devono essere presenti in molti punti. C’è una centrale di diffusione della loro conoscenza, e poi
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olandese, ha eseguito poco più di trentacinque dipinti; Antonello, venticinque o ventisei; Giorgione, circa una dozzina. Ma tra gli artisti del passato ve
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che, se voleva essere figurativo e quindi poter cambiare soggetto, storia, raccontare in una favola continua la vita colombiana doveva, per non perdere
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, fino ad arrivare a un isolamento completo e a una totale irrilevanza rispetto al sentire comune e alle necessità estetiche di ciascuno. La critica ha
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, degli Istituti italiani di cultura nel mondo di realizzare Paolo Giorgi, Il risveglio di primavera, 2011. una “Biennale democratica”: non dei critici o
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Tra l’altro, l’interesse per questo tipo di arte è di gran lunga inferiore a quello per i musei tradizionali. Per fare un esempio: solo una minima
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affrontare qui è un altro: essendo evidente che a Kounellis non manca uno sponsor che possa tranquillamente sostenere il costo di una sua mostra, perché
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Hermann Nitsch, protagonista di una memorabile serata nella chiesa bolognese di Santa Lucia, con scannamento di animali e sangue schizzato ovunque, e
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vantaggio rispetto ai miei coetanei che si inoltravano nello studio dell’arte contemporanea come neofiti di una religione con santi, sibille e profeti
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una mostra retrospettiva a Maurizio Cattelan, al dichiarato compimento della sua carriera di artista. Cattelan è un artista crepuscolare, un
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patire una mortificazione e invece viene esaltato come straordinario creatore incompreso (in realtà compresissimo); e di questa condizione è tutto meno
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Il salto fra l’estetica tradizionale e l’estetica moderna è un salto dalla ragione all’emozione; è il passaggio da una costruzione con elementi che
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L’arte astratta di cui chiunque conosce qualche esempio ha in una certa epoca caratteristiche precise, e questo permette, vedendo un dipinto di
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, come il grande López García, sentono la tradizione come un peso che paralizza. Per i primi, la tradizione è una fonte che non si esaurisce, una
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Piero Manzoni, Merda d'artista, 1961. La situazione è disperante perché l’una e l’altra strada - quella astratta e quella neofigurativa -vanno
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, l’emozione: come in van Gogh, che dipinge con colori che sembrano passare direttamente dal tubetto alla tela, e che non ha una pittura compiuta
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Quello che mi colpì quando una notte andai al Leoncavallo fu che quel centro sociale era un luogo di produzione di idee e di visioni, tanto che
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medie dimensioni - esse rappresentano una pittura “da cavalletto”, da prodursi nell’interno di case o studi, comunque in una dimensione spaziale limitata
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bonifica della periferia della città, artisti trovati nelle borgate di Catania, privi di mercato, o di una professionalità artistica che motivasse il loro
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potere dei giovani nelle strade, e che si manifesta nella pittura ed è capace di trasformare il grigiore di una parete o di un muro. Nulla è più brutto
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eccellenza, luoghi dove si manifesta la fantasia del creatore, una sorta di ready made che non è legato a un singolo oggetto, bensì a una
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Kiefer all’Hangar Bicocca fosse perfino ovvio, e il caso del Leoncavallo e delle sue derivazioni, dalla metà degli anni Novanta in poi, fosse una
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