L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
, pensando ai tempi della prima guerra mondiale, ha, in quegli stessi luoghi, immaginato un museo con torri di vetro su cui sono riprodotte le poesie del
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, anche di quindici o diciotto anni. Naturalmente, molti li ho dovuti lasciare fuori, perché avendo catalogato per la prima volta 4500 artisti attivi
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[V. S.] Prima di andare avanti, vorrei chiederti cose più insolite. Ad esempio, com’era Leonor Fini.
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, quello per cui si debba andare, come accadde a me, nel 1973, con la mia prima grande emozione di fronte all’arte contemporanea.
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trovò per la prima volta davanti a un dipinto di Jackson Pollock, il grande artista americano morto due anni prima.
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Qualche anno prima, d’altronde, lo stesso Eugenio Montale (dunque un futuro Premio Nobel per la letteratura, non un “fruttarolo” come i due
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dunque che il passato continua a vivere: Mantegna è il grande artista della prima parte del Novecento, Caravaggio il grande artista della seconda, e
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sono nati nel 1981? Perché in quell’anno sono diventati visibili. Prima erano invisibili: quindi non esistevano. O meglio, esistevano, ma era come se
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L’artista è per prima cosa un individuo. Un individuo è un nome, e anche in tempi di democrazia sempre incompiuta, ma certo più ampia e sicura che in
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Nell’arte contemporanea, dunque, le opere perdono identità, vanno per destini imprevisti, hanno una strada che non è stabilita prima; e tutto questo
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le prove in larga misura memorabili e memorate di Pasolini, Sciascia, Testori e, ancor prima, di Apollinaire, Soffici, Ojetti. Con la morte di questi
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pagate dallo Stato in maniera che chi li amministra possa vendere le loro opere al triplo del valore che avevano prima. Cosa facciamo, l’elemosina ai
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indignarsi, in una coazione a ripetere che è tipica delle avanguardie e che ha i suoi campioni più rappresentativi prima nei dadaisti, poi nei
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ottocentesco: può ancora far sopravvivere le tecniche e la sensibilità di un’epoca trascorsa, ma prima o poi, se non ha una tensione formidabile, se non
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Sempre a Milano, nel corso degli anni, e ben prima dell’ultimo decennio, ma ancora nell’ultimo decennio, si era definita un’idea di pittura che, per
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