L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
Allo stesso modo è capitato con un’altra “scultura di architettura”, il Museo Guggenheim di Bilbao di Frank O. Gehry, museo che attrae come cosa in
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composizione che dà senso di infinita sovrabbondanza. In questa architettura, o decorazione di interni, fatta di culatelli si respirano, naturalmente
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Continuando lungo l’Italia vi sono state altre sedi che, per se stesse, erano padiglioni o luoghi deputati della Biennale. Mi riferisco in
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che la creatività che la Biennale deve documentare, possa limitarsi a un dipinto o a una fotografia o a una scultura, o a una “installazione”. Dobbiamo
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. Nicola Samori, ad esempio, è un artista che dipinge quadri degni di interesse, che potrebbero essere copie perfette di Ribera o di Cagnacci, ma che
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basta. Il che non vuol dire che, per esempio, Vanessa Beecroft, che fa quelle installazioni di donne vestite o non vestite, nude o con fiocchetti in
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[V. S.] O dei futuristi. Quanti futuristi hai conosciuto?
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Eppure è ormai da molti anni che non vedo un critico o uno storico dell’arte che corra in una città d’Europa o d’America per vedere una grande e
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Accade assai di rado che i critici d’arte italiana (come non si verifica nel resto d’Europa o in America) siano tanto storici dell’arte quanto
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mistero della sorpresa, il rischio compiaciuto dell’imprevisto. Perché se il passato ha detto molto, il presente può forse dire altrettanto o
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Un rischio che si corre soprattutto in Italia, dove, negli ultimi quarant’anni del Novecento, è stata fatta una battaglia per cui nuovi o non nuovi
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cui stanno, o dovrebbero stare, le opere d’arte. Ecco quindi come questa scena di un film rappresenta Gino de Dominicis, Seconda soluzione di
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ideologico, ma semplicemente cronologico. È questa la forza dell’arte in divenire, che va ritenuta contemporanea non in quanto più o meno sperimentale
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da ogni intento di omaggio voluto o di citazione consapevole quale è la fotografia di Che Guevara morto (un’eco che per primo indicai quasi trent’anni
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nostra vita dura ottanta, novanta, cento, anche centovent’anni per chi riesca o possa resistere molto all’ingiuria del tempo. Poi ce ne andiamo
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eppure certamente riuscito, visto che ne parlarono tutti i giornali e i telegiornali. Un video che, nella sua bruttezza o nella sua volgarità, ha comunque
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dal privato e andare verso una destinazione civile, un desiderio di dire a tutti, ma soprattutto per tutti, ossia per chi non sa o non può dire.
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Anche il poeta più distaccato, anche il romanziere più indifferente alle lusinghe del successo, il cineasta o il compositore più ostile alle logiche
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Il mondo di van Gogh è quello degli abbandonati, dei derelitti o, come ne La ronda dei carcerati, quello dei galeotti durante l’ora d’aria, sotto un
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immaginare un’opera di Raffaello o di Michelangelo fatta per qualcuno che non conoscesse l’artista che l’aveva creata per quella determinata destinazione, l
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irraggiungibile per un collezionista che non sia miliardario. Trovassimo in un mercato o in una bottega o in una galleria un Picasso a poche migliaia di lire
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olandese, ha eseguito poco più di trentacinque dipinti; Antonello, venticinque o ventisei; Giorgione, circa una dozzina. Ma tra gli artisti del passato ve
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palazzo e lo abbellisce, e un Koons o un Murakami di cui ci vorrebbero far credere che il loro kitsch, trasportato a Versailles, ‘dialoghi’ con lo sfarzo
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La mafia del mercato è difficile da debellare. Se non accetti quello che è stato riconosciuto come arte contemporanea, o che è predisposto a essere
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Chiuso a chi? Chiuso da chi? Ha senso limitare a due o venti nomi la produzione artistica di un mondo inteso come epoca, inteso come paese? Ha senso
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di tanti e illustri testimoni hanno offerto un panorama di straordinaria ed eversiva forza d’urto, risollevando e abilitando artisti trascurati o
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stesso che adottiamo comunemente per il cinema o per il teatro, dove la parola di uomini di lettere e filosofi è molto ascoltata. Non darei credito a
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, degli Istituti italiani di cultura nel mondo di realizzare Paolo Giorgi, Il risveglio di primavera, 2011. una “Biennale democratica”: non dei critici o
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L’arte antica, così come l’archeologia o l’arte medievale e moderna, ha bisogno di sovvenzioni statali per essere mantenuta. Viceversa, l’arte
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che abita nella zona di via San Gregorio Armeno o di Forcella, il madre non è un luogo d’interesse, non è un luogo che frequenta. Quindi non si capisce
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paragonabile a quello che ne ha tratto, senza sborsare un euro, chi gestisce l’artista sul mercato dell’arte contemporanea? O ancora: perché abbiamo esposto
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Era il 1973 o ’74, ed ero molto giovane, non ancora laureato. Seguivo le lezioni sull’arte contemporanea di Renato Barilli all’Università di Bologna
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carne e non di pietra o di legno. López García, ancor più radicale di Donatello, ricorre a resine e stucchi per rendere l’effetto di sostituzione della
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, sentendosi così nella condizione di isolato o di appartato. Condizione che in realtà va intesa come privilegiata, avendolo reso immune da influenze, tendenze e
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di Cattelan e la caratteristica inerente alle sue opere sono di far parlare di sé, di costringere che la guarda a prendere posizione, a esaltarsi o a
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reazioni - non sempre composte - anche la solidarietà di chi come me sostiene la libertà creativa dell’artista, che non ammette censure o cancellazioni
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Mondrian, di capire che non si è nel Rinascimento o nel Romanticismo, bensì tra il 1915 e il 1940. Un’opera astratta, non avendo referenti nella realtà
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Michelangelo o nell’affresco finale della Cappella Sistina.
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sorgente profonda cui continuamente attingere; gli altri, invece, gli artisti che ritornano su se stessi, spegnendosi o come per tanti anni ha fatto
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, cioè quella Antonio López García, Emilio y Angelines, 1961-65. che nel passato era legata agli affreschi o ai teleri o alla pittura storica, è stata
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La pittura, poi, ha subito traumi straordinari. Chi ha in mente un film di Max Ophüls o di Buster Keaton ha in mente Leon Battista Alberti e Piero
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di integrazione alla fantasia del lettore. Oggi il cinema ci impedisce, o ci risparmia, tutto questo, giacché con un solo colpo d’occhio vediamo
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ottocentesco: può ancora far sopravvivere le tecniche e la sensibilità di un’epoca trascorsa, ma prima o poi, se non ha una tensione formidabile, se non
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come Federico Bonaldi, Carlo Guarienti o Velasco Vitali. Ma non possiamo non accorgerci che le opere d’arte odierne sono i video, e che Picasso è
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Fidia o un capolavoro di Canova - oppure, più in generale, un’opera classica o neoclassica abbiamo la sensazione di un pulsare della carne che viene
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non è accaduto soltanto nello studio di un pittore, di un architetto o di un fotografo - condizione che rende possibile alle opere di essere trasportate
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nelle sue espressioni più significative del Novecento - ad esempio i dipinti di De Chirico, di Burri, di Fontana o di Morandi, tutti di piccole o
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bonifica della periferia della città, artisti trovati nelle borgate di Catania, privi di mercato, o di una professionalità artistica che motivasse il loro
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Non ho dunque scelto Librino o il Leoncavallo per ragioni politiche ma, provocatoriamente, proprio per questa caratteristica di “Cappelle Sistina
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Guatelli è un maestro elementare che ha creato un vero e proprio museo. Non un museo contadino o della civiltà contadina, come tanti ve ne sono, con l
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