L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
accade quando il percorso è chiuso, come nel caso degli artisti antichi. La sensibilità contemporanea ha mosso un critico come Longhi, ad esempio, a
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poi sfigura, nel senso che toglie la pittura e lascia una specie di crosta che cade. Questa è un’idea, ma quante altre? Pulini, critico d’arte e anche
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Eppure è ormai da molti anni che non vedo un critico o uno storico dell’arte che corra in una città d’Europa o d’America per vedere una grande e
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In Italia ci sono stati due esempi eccelsi e molto singolari di questa figura di storico-critico militante così rara da trovare all’estero: il primo
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sua natura, una cifra universale, cui il critico, l’esegeta, può certo aggiungere l’interpretazione: ma in realtà l’opera d’arte è, e basta. Così come
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fa trasalire gli artisti e tremare i poeti”, come scriveva Saba 1. E in tal senso il mio problema, e il problema di ogni critico, è capire quanto
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confini. Da qui l’espressione di “curatore indipendente” (trasmutazione di quella, a lungo in voga, di “critico militante”) e il conseguente configurarsi
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curatore era un critico che fino a quel momento avevo ignorato, forse perché additato come “nemico” da Barilli: Gianfranco Bruno.
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