L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
Continuando lungo l’Italia vi sono state altre sedi che, per se stesse, erano padiglioni o luoghi deputati della Biennale. Mi riferisco in
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del tempo. Credo che questi, come gli altri padiglioni, siano stati, tra le mie proposte per la Biennale, passaggi obbligati. Non possiamo pensare
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nel 1961-62. Nervi costruisce il meraviglioso Padiglione Italia, dove io ho curato, nel 2011, l’ultimo segmento di Biennale, con 1280 artisti viventi
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visitatori occasionali interpretati da Sordi e da Anna Longhi per una Biennale vera e reale, fosse un funzionario che ben conoscevo, Luigi Scarpa, il quale
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. Eppure così si è fatto in tante edizioni della Biennale. E gli ammessi come ha potuto giudicare chiunque avesse uno sguardo libero, capace di spaziare
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Da qui è partita la mia controffensiva come responsabile del Padiglione Italia della Biennale 2011, riflessa nello specchio non di un singolo sguardo
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, degli Istituti italiani di cultura nel mondo di realizzare Paolo Giorgi, Il risveglio di primavera, 2011. una “Biennale democratica”: non dei critici o
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Che senso ha avuto il collegamento tra la Biennale, di cui mi è stata affidata la direzione, e i luoghi espositivi coinvolti? Intanto sono partito da
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La vicenda del Leoncavallo è stata la scintilla che mi ha fatto pensare che la Biennale dovesse essere composta non solo del Padiglione veneziano
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