L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
, meno conosciuto, che improvvisamente veniva celebrato con una mostra straordinaria. Quel viaggio lo feci a vent’anni, stimolato da Francesco Arcangeli
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fu Francesco Arcangeli, che era insieme sensibilissimo storico dell’arte e grande critico; il secondo fu Giovanni Testori, storico dell’arte e
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in maniera più misurata Giuliano Briganti, oggi dimenticato, ma ci è riuscito in maniera eccellente, forse sopra tutti, Francesco Arcangeli.
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Avendolo sin lì visto soltanto sui libri, ed essendo influenzato da Roberto Longhi, Arcangeli considerava Pollock poco più di un imbrattatele. Nelle
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radici classiche ogni avanguardia (persino la più estrema e di rottura purché di arte vera si tratti), ricordo le formidabili lezioni di Arcangeli “Dal
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In quel rapporto tra cose lontane, un altro stimolo straordinario fu quello degli accostamenti che Arcangeli ci indicava fra il Piero della Francesca
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Arcangeli ci spiegò quelle opere rivelandoci il loro rapporto profondo con l’arte romanico-padana, attraverso un paragone impressionante fra il primo
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Procedendo con gli anni, e forte degli insegnamenti di Arcangeli, mi sono a tal punto occupato di arte contemporanea da aver dato nome a una Piero
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Al di là dei rimandi di Arcangeli, l’opera d’arte si fa riconoscere per quello che è così come la bellezza. L’opera d’arte ha una sua identità, una
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diceva il mio maestro Francesco Arcangeli, a “una forma non premeditata”. Una forma che sostanzialmente è quella emotiva del profondo quindi
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