L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
, ma della bonifica di un intero paese, parzialmente disabitato, con la creazione di stanze che hanno ancora le tracce del fumo sulle pareti, i
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alla produzione di altri momenti storici, è ancora più sconfinata. Chiunque stia lavorando, in questo momento, in Svezia, in Islanda, in Cina, in
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. E invece quelli che nomina Sgarbi nei suoi interventi sono ancora pittori, che dimostrano il fatto che si può ancora dipingere, che si potrà dipingere
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ancora vivo. Ho conosciuto Montale, Pasolini, Borges. La mia generazione ha visto due generazioni, dai miei dieci anni ai miei sessant’anni. Dorfles ne
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movimento, cioè quando noi avevamo deciso che era ormai chiuso, una quantità di giovani han continuato a fare le lastre concrete. Ancora oggi, ogni tanto
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bellissime. Ma come dire che non era “contemporaneo”? Eravamo insieme, della stessa generazione, lui del 1911, io del 1910. Io sono ancora qua. Sennonché
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di Alberto Sordi, 1978. “Lei non può capire. Questa è la natura che imita l’arte, quindi è una dimensione ancora più alta dell’arte stessa”.
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oggi è nostro contemporaneo. C’è. Tra quaranta, cinquanta, sessant’anni noi saremo scomparsi, ma il Seppellimento esisterà ancora. Continuerà a essere
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paragonabile a quello che ne ha tratto, senza sborsare un euro, chi gestisce l’artista sul mercato dell’arte contemporanea? O ancora: perché abbiamo esposto
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Era il 1973 o ’74, ed ero molto giovane, non ancora laureato. Seguivo le lezioni sull’arte contemporanea di Renato Barilli all’Università di Bologna
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ricostruzione meravigliosa che ogni volta consentiva all’immaginazione di “ri-creare”, di creare ex novo - come accade ancora a chi senta un’opera lirica
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Dipingere si può ancora - e lo dimostrano artisti come come Paolo Giorgi, Roberto Ferri, Lino Frongia, Stefano Mosena, Giancarlo Vitali, Giovanni
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ottocentesco: può ancora far sopravvivere le tecniche e la sensibilità di un’epoca trascorsa, ma prima o poi, se non ha una tensione formidabile, se non
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stato l’ultimo grande artista del secolo scorso perché ancora non avevano prevalso le nuove tecniche, così come la Pop art è stata l’ultima vera
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Il nostro, insomma, è un tempo molto difficile perché dobbiamo ancora ritrovare l'ubi consistam dell’arte, e dobbiamo accettare il fatto che esso si
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Sempre a Milano, nel corso degli anni, e ben prima dell’ultimo decennio, ma ancora nell’ultimo decennio, si era definita un’idea di pittura che, per
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