L'arte è contemporanea. Ovvero l'arte di vedere l'arte
I più importanti movimenti artistici d’avanguardia sono dunque espressioni d’arte che corrispondono pienamente al periodo in cui si manifestano
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sé, al di là di ciò che vi è esposto, come una meraviglia del mondo.
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particolare al muro di mosaico realizzato su disegno di Enrico Baj, grande avanguardista del secolo scorso, che è morto agli inizi del nuovo. Nel 2001 è
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vuol dire esserlo come lo sono le opere che resistono al tempo, oppure essere nati nel nostro tempo. Noi due siamo contemporanei. Io ho cinquantanove
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, dopo un secondo. Allora, che cos’è la contemporaneità? Propongo a una ragazza di ventitré anni di venire al novantesimo compleanno di Amintore Fanfani
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fronte al dipinto, un’equivalenza letteraria di quello che aveva davanti. Entrambi, Testori e Arcangeli, in gara l’un con l’altro: appassionati della vita
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scultore romanico italiano Wiligelmo e Pollock. Intorno al 1100 Wiligelmo, a Modena, sugli stipiti del portale della cattedrale, aveva rappresentato
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Al di là dei rimandi di Arcangeli, l’opera d’arte si fa riconoscere per quello che è così come la bellezza. L’opera d’arte ha una sua identità, una
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prenderle una bottiglia d’acqua. Passano alcuni turisti e, vedendo il corpaccione di quella donna seduta al centro della sala, credono si tratti di un
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Ma torniamo al film di Sordi, purissima applicazione all’attuale realtà artistica dell’immortale favola dei vestiti nuovi dell’imperatore. Quando il
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Abbiamo una vita troppo limitata nel tempo per poterci distanziare e cogliere il passaggio da un’epoca all’altra, dal Medioevo al Rinascimento come
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romantico in Inghilterra, e in Germania con Friedrich. Passando al Novecento, anche qui non si scappa. Si pensi al Cavaliere azzurro, al Ponte, al
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La sua era la stessa visione del comunista Guttuso, la visione dei partigiani che avevano battuto il fascismo. Al tempo del fascismo, il maestro
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presidente Pertini. Quindi, tecnicamente, hanno poco più di trent’anni. Sono nati nel 1981. E da allora sono nati al mondo. E sono davanti a noi con la
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Nella rottura che, dall’impressionismo in poi, l’arte moderna consuma con la civiltà classica, al posto del committente, del principe, del Papa
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per nessuno ed è fatto per tutti; e, come terminale di questa libera produzione, ecco che nasce la figura del mercante, al quale spetta il compito — ma
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verranno raccolte da un mercante che provvederà a distribuirle sino a farle giungere a una destinazione ignota al pittore, allo scultore, all’artista
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, avremmo la certezza di essere di fronte a un falso. La stima per l’autore è legata al suo valore di mercato: tre milioni, cinque milioni, dieci milioni
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In questa gara, in questa corsa che vede il valore artistico agganciarsi al valore commerciale e in gran parte dipendere da esso -, il più freddo e
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Eravamo intorno al 1965, quindi in tempi ormai remoti, e da allora, nonostante abbia prevalentemente guardato l’arte antica, non ho mai smesso di
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È quindi vero che, in questa singolare variante rispetto al passato, un valore determinante dell’arte contemporanea è la quantità. Un artista vale di
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per essere riconosciuto, poiché va verso il mercato, che per costituzione è quantitativo, e quello che importa all’artista cioè quello che importa al
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artistica una certa resistenza al godimento dell’arte contemporanea. Essa, infatti, è infinitamente ripetitiva, quindi preclude facilmente il passo alla
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Fondamentale, quindi, per un artista contemporaneo, è l’essere riconosciuto immediatamente: al punto che alcuni bravi artisti hanno dovuto fare il
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non quotati in questa Borsa? Perché mettere sullo stesso piano un artista come François Morellet, che, invitato al Louvre, studia lo spirito del
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, fino ad arrivare a un isolamento completo e a una totale irrilevanza rispetto al sentire comune e alle necessità estetiche di ciascuno. La critica ha
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dominare e inventariare tante realtà? Con quale criterio, con quale autorità? Di fronte a un tale eccesso di creatività, la critica è inadeguata al
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cosa vede chi pensa. Per stabilire il principio che l’arte non è “cosa nostra”. In contrapposizione al dominio del mercato e della moda, le segnalazioni
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contemporanea non deve prevedere sussidi di Stato, perché riguarda opere legate al mercato e soprattutto al rapporto che i loro autori hanno col mercato: un
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delegando la gestione a una struttura basata su fondi privati. Avrebbe più senso destinare quelle risorse, peraltro scarse, al recupero di ciò che l
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Altro esempio, il Museo di Palazzo Riso, polo dell’arte contemporanea siciliano. Entri al Riso e vedi venti pianoforti appesi al soffitto. Cosa sono
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, per evitare di dover poi rispondere a interrogativi imbarazzanti. Per esempio: come mai abbiamo esposto Hirst al Museo Archeologico di Napoli
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raggiunto la propria “entelechia”, la propria armonia, ovvero l’armonia delle sue forme in riferimento al suo tempo. Lo stesso vale in generale per l
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. Pensavo al Profeta Abacuc di Donatello, rivolgendosi al quale l’autore, come invasato, avrebbe esclamato: “Favella, favella! Che ti venga il cacasangue
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Un percorso lineare, con un fortissimo sentimento delle tradizioni; una ricerca del mestiere al servizio della forma, con il rimpianto di avere
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una mostra retrospettiva a Maurizio Cattelan, al dichiarato compimento della sua carriera di artista. Cattelan è un artista crepuscolare, un
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psicanalitica: una forma che corrisponde al calco della mente, piuttosto che a quello del corpo. La componente istintiva prevale su quella razionale; non vi è
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La letteratura, descrivendo, consentiva un margine di fantasia; taluni scrittori, riducendo al massimo la descrizione, ne attribuivano la possibilità
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della Francesca: la costruzione, l’impaginazione delle immagini al di là dei contenuti è così impeccabile, così pensata, così razionale, da
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, la griffe dell’arte del nostro tempo è molto diversificata - e uso apposta il termine griffe perché appartiene al lessico della moda, ed è proprio
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sensibilità, e molto teatrale. Nel pieno del primo decennio del nuovo millennio, c’è stata, a Milano una risposta alla violenza di Al-Qaeda, di Bin Laden
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. allineato al Manifesto di Marinetti. Il fatto che il Leoncavallo si situi, ora, all’angolo di due strade intitolate a Lucini e Watteau non è per me senza
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Quello che mi colpì quando una notte andai al Leoncavallo fu che quel centro sociale era un luogo di produzione di idee e di visioni, tanto che
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concentrato in un ambito molto limitato di spazio, per rinchiudere lì l’essenza del proprio pensiero, e ha rinunciato al racconto ampio, visionario, che invece
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venticinque specie diverse. Sono anni che Ricci lavora al progetto e sarà possibile entrarvi e percorrerlo e persino abitarvi a partire dal 2013, in
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