L'Europa delle capitali
dell'uomo verso ciò che lo trascende). La necessità esiste fin da principio nella mente dell'artista come disegno prestabilito dell'opera (è una eiké
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non appartiene alla natura “razionale” bensì alla natura “mista” dell'uomo: implica un momento conoscitivo in cui il soggetto si pone davanti a una
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l'atteggiamento da prendere, determina tuttavia uno stato di responsabilità: di fronte ai fatti l'uomo è libero di agire come vuole, ma avendo coscienza
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soltanto la condizione ideale dell'uomo nel mondo. La sua vicenda nel mondo, cioè le sue reazioni alle situazioni, è ancora da cominciare. Come
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: il “bello”, o l'armonia perfetta tra l’uomo e la natura, appartiene a un passato che si può contemplare ma non recuperare nel presente, che è il tempo
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dell’uomo nei confronti delle cose. Se l'arte è persuasione, non dovrà persuadere a questo o a quello, ma assumere un'attitudine chiara e coerente nei
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’ambito dell’esperienza cosciente l'uomo è veramente se stesso, è libero. All’autorità non oppone la rivolta né l’indifferenza né la rassegnazione
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natura creata è l’ambiente originario dell’uomo; l’architettura, la cui forma ultima è la città-capitale, è l'ambiente della società civile. Ma c'e
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, reali. Si aggiungono, come una nuova serie, a quelle del creato, e non le ripetono: l'uomo moderno non vive nella natura ma nella città e la città è un
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suggerisce più all'uomo il senso della propria inferiorità rispetto a certi oggetti o della propria superiorità rispetto ad altri. Non si pensa più un oggetto
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Della mera imitazione del dato la Poetica aristotelica offre una soluzione plausibile: l'uomo è portato naturalmente a imitare perché imitando
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come universale. E forse è proprio questa la certezza (non più la speranza) che l'uomo nuovo, il “particolare” del Guicciardini, chiede all’artista.
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giungere infine a una condizione di solitudine. E questo infatti, della desolata solitudine dell'uomo tra gli uomini, è il tema dominante della sua
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della natura è compito della scienza e non della pittura. Non è neppur detto che il rapporto uomo-natura debba essere dettato dalla conoscenza
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, minacciosa, capricciosa, immagine delle forze cosmiche che trascendono l'uomo (il “sublime”). L'antitesi è importante anche perché ne riflette un'altra
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. è uno schema che si rianima: la natura si ri-fenomenizza, risale tumultuosamente dal passato al presente. l’uomo moderno, per cui tutto è vivo
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’uomo moderno è stato scoperto e si contrappone a quello di Rubens, dell’interesse universale: la sensibilità. I paesaggisti olandesi del Seicento
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la cosa in sé e lo spazio, o tra l’unità e il tutto, quanto quella di spiegare il nuovo rapporto che passa tra l’uomo e le cose a cui è legato da una
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morta condiziona il rapporto con le cose, completando la “collezione d'idee” dell’uomo moderno.
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giustifica con il riconoscimento della capacità dell'uomo di compiere scelte e di definire valori. A che cosa, di fatto, si vuole persuadere con questi
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Da parte protestante, anche per la condanna di ogni mediazione sensibile tra uomo e Dio, la posizione è opposta: l’arte nasce, si sviluppa, esercita
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modo di razionalità, forse una “ ragione artificiale”. Se così fosse, si potrebbe soltanto concludere che l`uomo non vuole più ricevere dalla
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natura, l'uomo conosce ad un tempo Dio e se stesso, poiché l’uomo è fatto ad immagine di Dio: dalla conoscenza della verità eterna celata sotto le
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trasformazione radicale del rapporto tra uomo e universo che ha luogo nel Seicento. Anche senza entrare nell'esame delle ragioni dottrinali delle due
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ascesi. L’impulso che spinge l'uomo verso Dio, però, è ancora una volontà, anzi un’ansia di conoscenza intellettuale: si cerca Dio perché l’intelletto
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: ogni supposto tramite tra uomo e Dio, si tratti della natura o della storia, della Chiesa o dell'arte è, per definizione, illusione e peccato
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più in rapporto alla natura umana, bensì alla società. Non diversamente, l’uomo a cui si rivolge l’arte barocca non è più l’uomo “ al centro dell
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soggetto” in una civiltà in cui “il parlare è proprio dell’uomo”: e non è solo discorso ma dialogo, anche se una delle parti si limiti ad ascoltare, tant
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una nuova concezione del tempo: l'uomo vive nel presente, ma le sue decisioni implicano una riflessione sul passato e una previsione del futuro. La
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per inquadrare la percezione di fatti che non sono più naturali, ma prodotti dall'uomo, artificiali. Ciò significa anche che l'attività vera dell'uomo
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dell'immaginazione. Se l'uomo può, con l’immaginazione fattiva o (come oggi si dice) operabile, predeterminare la dimensione del proprio agire, nel senso di
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assoluta tra uomo e Dio. Il Pozzo invece, nel soffitto della chiesa di Sant’Ignazio, rappresenta di nuovo un'architettura in prospettiva; ma essa non
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