L'Europa delle capitali
come determinano nel presente, l’agire umano. Velázquez, lo spirito più lucido tra tutti i pittori del Seicento, supera i contrasti di passato
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la profonda “naturalità” dell'essere umano e dei suoi affetti, e solo al di là di essa si accede a quella prospettiva del possibile, che il finalismo
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, esclusa l’idea della storia razionale, la questione non è di accettare o rifiutare il caso: se il caso è nel destino umano, si tratta di disporre la
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bensì di diminuire, minimizzare il valore delle azioni umane affinché l’orgoglio umano non offenda e non allontani Dio. Di tutti i comportamenti umani
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, non è certamente ignoto a Vermeer. Ma v’è una differenza tra lo specchio che riceve l'immagine e l’occhio umano che la percepisce: la pura percezione
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Controriforma, la soluzione cattolica al problema concreto del fare umano. Se si afferma il principio della salvezza mediante le opere, cioè il carattere
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, i rigori, gli scatti, anche i vuoti dell’anima umana nel suo tendere ansioso alla trascendenza. Socialmente, è il riscatto totale del lavoro umano
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fabbro: può essere un’allusione al valore ideale della praxis, del lavoro umano. In ogni caso, nel dipinto di Velázquez come in quello dei Le Nain il
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solo per l’arte ma per la storia del pensiero umano, è questo: l’immagine non si pone più al di sopra né al di sotto dell’esperienza umana, non
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esperienza non fa, disfà la vita, la consuma: l’immagine di un essere umano non può che consegnare la storia di questa lunga consunzione nel mondo. Non
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’umano: fino a sentir se stessi, con i proprii mali e le proprie passioni profonde, dentro la storia, con un'oscura, premente volontà di vendetta di cui
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, la forma della creazione divina, dell'Eden; è una bellezza che si raggiunge dopo, quasi sublimando l'esperienza del contatto umano. Ecco perché, pur
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possa condurre alla salvezza universale, di tutto il genere umano, senza distinzioni di razza, di sangue, di ceto. La Chiesa afferma con forza il
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la sua funzione in un ambito puramente umano. La teocrazia calvinista pone la questione dell’operosità umana in termini duri ma espliciti. Ognuno è
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o a priori; il mondo è bensì, e non potrebbe non essere, l'oggetto del pensiero umano, ma poiché non abbiamo alcuna notizia della sua struttura e
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di incognite. I fenomeni che emergono in questo campo problematico non sono tanto quelli della natura quanto quelli del vivere umano e, poiché tale è
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, emozionato, intenso, capace di esprimere in tutte le sue sfumature quella profonda naturalità dell’essere umano che è il sentimento (Tiziano, Tintoretto
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di enunciare ed imporre verità di fede, tende soprattutto a influire concretamente sul comportamento umano, deve poter condizionare tutte le azioni
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La devozione “differenziata”, in realtà, non è altro che politica: infatti, se il fine è la salvezza del genere umano, la politica dello Stato, come
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Dolce lodano la pittura di Giorgione e di Tiziano perché ha dissolto in umano discorso il rigore logico dell’argomentazione dimostrativa del Mantegna e
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’agire umano, influire sulla condotta anche morale. A condizione, però, che passi attraverso il fare dell'arte, che è in sostanza il fatto
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possibile. Si ammira, infine, il prodigio dell’agire umano che non ha limiti alle proprie possibilità. Il rapporto che si stabilisce così tra tecnica e
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