L'Europa delle capitali
, presente, futuro, rivendicando in certo senso la piena libertà di valutazione di fronte alla realtà tutta ma, nello stesso tempo, la necessità di prendere
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fatti nell’attualità e nella realtà del loro accadere; ma gli stessi critici del Seicento riconoscono il suo legame, nella prima fase della sua opera
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beata in cui si vorrebbe evadere se l'evasione dal mondo confuso del presente o della realtà sociale non fosse anche un uscire dalla vita?
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realtà che ha vissuto ma non vive più. La composizione di Rubens è invece dinamica, rotante, fatta di oblique, di curve, di orbite, di vortici di vuoto e
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che accade, vede nella morte il vero evento, che non ha cause né effetti. La morte non è passaggio a un'altra vita: è lo scontro violento con la realtà
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alla realtà. Non è un rinunciare alla propria volontà per rimettersi all’autorità: se Dio è nel mondo, dovunque, non ha motivo di dar mandato ad alcuno
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e presentato l’immagine come realtà assoluta; ma Velázquez crea un discorso che può essere fatto soltanto con la pittura. Se un messaggio dev'essere
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equilibrato sistema di volumi. Michelangiolo aveva cercato di legarla alla dinamica delle masse dell'edificio, ma in realtà l'aveva disimpegnata dalla
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della visione, un assoluto valore di realtà. La prospettiva artificialis che mirava a identificare la visione con la verità intellettuale, e quindi
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La teoria dei “generi” è stata formulata per la pittura, ma in realtà vale per tutta l'arte. Anzitutto, il fatto stesso di isolare i “ generi” limita
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la realtà viene chiamata alla ribalta, coinvolta, trascinata. Quando, nel secondo decennio, Rubens dipinge Il Figliolo Prodigo, il nucleo della storia
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, all'emozione che non trascorre ma si fissa, a una realtà visiva che impegna tutta la coscienza senza rimandare a significati secondi. Il fatto nuovo, e non
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senza immaginazione. Tutta l’arte è imitazione: ma l’imitazione della realtà come dovrebbe essere o si vorrebbe che fosse richiede un “esercizio dell
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Per tutto il Seicento due opposte concezioni della realtà - una universalistica e una nominalistica — sembrano contendersi il campo, proponendo
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realtà universale che coinvolge tutti. Lo intuisce Philippe de Champaigne, ma il dialogo, per il pittore giansenista, ha un terzo interlocutore invisibile
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realtà, ma la rappresentazione concettuale della realtà. Nei paesaggi di Annibale e in quelli, d'un più marcato accento elegiaco, del Domenichino il
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ignoranti, come le gesta dei sovrani non sono più degne di memoria che gli atti quotidiani d’un villano. In realtà, la pittura di costume è piuttosto il
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: è libera di stare al fatto, alla testuale realtà delle cose, di compromettersi anche col “brutto”. Come tecnica, questa pittura è insieme rapida e
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fatto di particolari, inutile illudersi di poter concepire una realtà universale; ma universale è il pensiero e l'universalità del pensiero si realizza
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crede di poter prendere la realtà, tanto più questa si ritrae, rientra in un suo spazio impenetrabile, nel piano del quadro. Uno spazio che si
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Il pensiero tragico del Caravaggio è ripreso, approfondito da Zurbarán. E lo spinge più innanzi: la sopravvivenza della realtà senza storia al finire
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isolare nella realtà delle cose e costituire alla coscienza del mondo: il ruvido e il morbido, il vellutato e il trasparente, il fragile e il
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accadono nella mente umana e influiscono sul comportamento. Se prima soltanto alle immagini che fossero anche forme costanti della realtà poteva attribuirsi
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pregiudizio dommatico. E la conoscenza della natura può servire a vivere nel mondo, non a salvare l'anima. Per Giorgione la natura è una realtà di fatto, ma
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mutando continuamente i contenuti. La stessa arte classica, in quanto viene interpretata come un insieme di norme astratte e non più come realtà storica
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della nuova scienza fisica, né l'arte, che si vuole al servizio della Chiesa, può seguitare a rappresentare come fissa e costante una realtà che la
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, positiva della realtà. Ai fini dell’esistenza pratica o dell’utile, la comunicazione al livello dell'immagine appare più efficace che quella al livello
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La devozione “differenziata”, in realtà, non è altro che politica: infatti, se il fine è la salvezza del genere umano, la politica dello Stato, come
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dell'aristocrazia feudale e terriera, e una realtà sociale e politica che vede il passaggio della direzione economica alla borghesia che, ben presto
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o dei persuasi, di coloro che rappresentano la realtà presente del corpo mistico della Chiesa; il colonnato è lo spazio di coloro che attendono
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, non si disperde ma si precisa la realtà in sé, il carattere di ogni “particolare” individuo.
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