L'Europa delle capitali
un fatto, potessimo prevedere con sicurezza quello che verrà dopo, questo non colpirà lo spettatore né susciterà nel suo animo i sentimenti di pietà e
L'Europa delle capitali
l'immagine non è più condizionata all'equilibrio, alla compensazione simmetrica della natura, non è più soggetta a limiti, se non a quello della
Pagina 100
L'Europa delle capitali
loro preghiere: e il primo scopo dell'immagine è quello di indurre nel fedele lo stato d’animo e l’atteggiamento di modestia e umiltà che deve
Pagina 111
L'Europa delle capitali
del potente dal mondo viene salutata con tutti gli onori, ma nulla si sa di quello che sarà, dopo il giudizio di Dio, il suo posto nella società
Pagina 118
L'Europa delle capitali
; eppure, accettando l'eventualità e il caso, si ha tutt’al più la pittura dei Bamboccianti, che dipingono quello che accade all'angolo della strada. Ma
Pagina 119
L'Europa delle capitali
motivazioni profonde di una storia in quello che può parere un ammasso disordinato di eventi. Ha una vasta cultura umanistica, frequenta gli ebrei
Pagina 120
L'Europa delle capitali
suo atteggiamento, con lo sguardo intento e la mano che tiene il pennello sospesa, è quello di chi soppesa un valore per trovare il giusto equivalente
Pagina 121
L'Europa delle capitali
non può partire che dalla pittura. È una superficie colorata su cui i colori costruiscono uno spazio certo, misurabile, ma impraticabile: come quello
Pagina 123
L'Europa delle capitali
della porta è magnificato dal timpano ricurvo e da quello triangolare del finto pronao, ed è ripreso, in alto, dal finestrone e poi, ancora, dal frontone
Pagina 125
L'Europa delle capitali
dissimile da quella dello scenario teatrale: definisce ad un tempo lo spazio antistante e quello supposto, retrostante. Ma poiché le entità spaziali
Pagina 128
L'Europa delle capitali
gesto: il moto della mano che depone il colore è eloquente come quello dell'oratore, il ritmo del colore sulla tela eloquente come il gesto oratorio. Si
Pagina 141
L'Europa delle capitali
Il divario corrisponde a quello che Aristotele pone tra tragedia e commedia: le persone della tragedia sono figure storiche, il cui agire e patire
Pagina 155
L'Europa delle capitali
, cioè, del primo soggiorno romano di Velázquez e di quello, quasi certo, di Louis Le Nain.
Pagina 156
L'Europa delle capitali
fabbro: può essere un’allusione al valore ideale della praxis, del lavoro umano. In ogni caso, nel dipinto di Velázquez come in quello dei Le Nain il
Pagina 156
L'Europa delle capitali
e sarà varia quant’è varia l’esperienza della vita. Quello spazio non sarà più geometrico, non avrà più centri, linee di fuga, orizzonte; soprattutto
Pagina 163
L'Europa delle capitali
destino non potrà non ripercuotersi in quello degli altri, della totalità, dell'universale.
Pagina 164
L'Europa delle capitali
“altro”, la condizione di parità, il dialogo. Lo intuisce, per primo, Rubens; ma il terreno dell’incontro è ancora quello delle idee generali, della
Pagina 167
L'Europa delle capitali
Il contributo dei pittori del Nord e quello del Saraceni (veneziano che ha studiato Elsheimer) accentuano sempre più l’elemento sentimentale o
Pagina 178
L'Europa delle capitali
sono evocazioni le figure che appaiono, frequentano per poco quello spazio rianimato. Ma i1 fatto stesso che la natura debba essere evocata attraverso
Pagina 179
L'Europa delle capitali
’uomo moderno è stato scoperto e si contrappone a quello di Rubens, dell’interesse universale: la sensibilità. I paesaggisti olandesi del Seicento
Pagina 180
L'Europa delle capitali
scontato che l’imitazione del “peggiore” non può dare altro piacere che quello, appunto, dell’imitazione: lo stesso Aristotele aveva relegato questo
Pagina 191
L'Europa delle capitali
un valore che trascende quello della cosa reale o il quadro vale soltanto come dimostrazione di una perfetta tecnica dell’imitare. Quest’ultima non è
Pagina 197
L'Europa delle capitali
. La Cena in Emmaus di Londra è un quadro programmatico: la pittura ha per oggetto la realtà e la realtà non ha sviluppo né storia, e quello che è, non
Pagina 198
L'Europa delle capitali
quello dei sensi.
Pagina 199
L'Europa delle capitali
perché voglia reintrodurre una tematica storica nel quadro di natura morta, ma perché il fondamento della sua visione è laico come quello di Zurbarán è
Pagina 199
L'Europa delle capitali
ha enormemente allargato l'orizzonte del reale, ad esso non ponendo altro limite che quello del suo necessario fenomenizzarsi attraverso il pensiero e
Pagina 33
L'Europa delle capitali
epoche razionaliste. Ma tra il razionalismo del Rinascimento e quello dell’Illuminismo vi sono differenze profonde; inoltre, la cultura illuministica
Pagina 34
L'Europa delle capitali
Poiché poi il problema del comportamento appare assai più importante di quello della stessa natura umana e il comportamento si esplica nella sfera
Pagina 36
L'Europa delle capitali
esse non sono rappresentazioni esatte di quello che accade nell’universo, ma non possiamo negare che siano, anch'esse, fenomeni e fenomeni che
Pagina 37
L'Europa delle capitali
il Barocco, quello del Neoclassicismo, si cercherà di dare alle immagini un ordine razionale, ma l’immagine non ritroverà mai più la struttura logica
Pagina 38
L'Europa delle capitali
piena di problemi. Tra gli altri, c'è quello dei popoli pagani che sono entrati a far parte della comunità umana e che bisogna iniziare alla vita
Pagina 47
L'Europa delle capitali
dal piano dei fatti a quello delle idee, di renderla più formale che sostanziale. La persuasione, nel momento stesso in cui diventa il mezzo dell
Pagina 51
L'Europa delle capitali
sapere da prima quello che accadrà dopo: coerenza e previsione sono soltanto nel disegno concepito nella mente dell’artista, il cui fine è la sorpresa
Pagina 53
L'Europa delle capitali
quello, legato alla municipalità fiorentina, della cattedrale di Arnolfo: il proposito michelangiolesco, infine, è di fare una cupola ampia da coprire
Pagina 74
L'Europa delle capitali
rappresentatività ideologica simile a quello del massimo monumento romano. Ma si tratta di un palazzo reale e non più di una basilica; e l’allegorismo
Pagina 74
L'Europa delle capitali
Un fenomeno periferico, come quello dell'architettura coloniale, specialmente nel Messico, in Brasile, nel Perù, non può non assumere un interesse
Pagina 78
L'Europa delle capitali
”. Ogni procedimento artistico però (quello della pittura, della scultura, dell'architettura) è portatore di un’esperienza unilaterale, che da sola non
Pagina 88
L'Europa delle capitali
Attraverso la problematica sempre aperta della costruzione di San Pietro, il tema del monumento si dilata in quello del sentimento del monumentale
Pagina 89
L'Europa delle capitali
avere così un contenuto mitologico-naturalistico: e in esse il processo di allegorizzamento è inseparabile da quello della finzione dell'arte. Le
Pagina 90
L'Europa delle capitali
terreno: e che sia così è provato dal fatto che alcune figure, sospese al limite della cornice o varcandolo, aspirano a salire in quello spazio celeste
Pagina 93
L'Europa delle capitali
all'ampiezza del vano, ma anche e soprattutto dal fatto che, nella prima, l'asse maggiore è quello che collega l’ingresso all’altare, nella seconda è
Pagina 98