L'Europa delle capitali
di certe leggi di verosimiglianza e necessità. Queste, nel dramma, non sono leggi logiche, di rapporto di causa ed effetto: se così fosse e se, dato
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dell'irrevocabilità dei fatti e della responsabilità relativa. Rembrandt, invece, approfondisce la motivazione dei fatti; ma non nel senso della
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L’immagine devozionale appare già nella pittura tardo-manieristica, con la funzione di dare alla preghiera un oggetto sensibile. Nel Seicento diventa
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’esempio dell’Angelico. Nel 1564, dopo le tante polemiche pro o contro l’iconoclastia protestante, René Benoit precisa la funzione delle immagini nel
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Nel Seicento, però, oltre a riformare l’iconografia tradizionale aprendo la via all’immaginazione, la Chiesa impegnata in un’azione piuttosto di
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La crisi del classicismo coincide con il Manierismo. Il Barocco, nel suo insieme, tende a rivalutare, sia pure in termini diversi, l'esperienza
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, con i maestri veneti del Cinquecento (si ricordi il giudizio dello Zuccari sul “giorgionismo” della Vocazione di san Matteo) ed è chiaro che, nel suo
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Questa, del resto, non tarderà ad estendere al maestro la condanna dei manieristi michelangioleschi e a ravvisare, invece, nel binomio Raffaello
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storia è la base dell’esperienza, l’argomento della fiducia nel futuro, la vita; oppure e il passato senza ritorno, l'oggetto di un rimpianto senza
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L’idea di moderno (a cui allude anche il Bellori nel titolo delle Vite) implica una nuova attitudine nei confronti della storia. Essa è bensì la sola
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, specialmente nel secondo viaggio in Italia (1648). Rembrandt ha dietro di sé lo scetticismo religioso di Bruegel, con la sua tesi amara che il mondo
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del Greco. Vi reagisce, come Rembrandt aveva reagito al comico senza storia rinnovando la visione della storia; e la sua pittura, nel momento stesso in
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andrà infatti sviluppandosi per tutto il secolo culminando, nel Settecento, nella chiesa di San Carlo a Vienna, studiata, sotto questo aspetto, dal
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Anche la cupola, nel Seicento, perde la funzione, che le aveva fissato il Bramante nel progetto per San Pietro, di conclusione plastica di un
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elementi. Il motivo naturalistico andrà sempre più sviluppandosi con il complicarsi delle forme: predominerà nella decorazione, ma anche nel disarticolarsi
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, i rigori, gli scatti, anche i vuoti dell’anima umana nel suo tendere ansioso alla trascendenza. Socialmente, è il riscatto totale del lavoro umano
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La crisi sta nel fatto che, se la visione è sempre fenomeno, ogni fenomeno tende a porsi come visione: nel momento stesso in cui l’arte tende ai
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Tanto si bada al fare artistico, che i disegni cessano di essere, come nel passato, progetti dell'opera: sono fasi d'ispirazione, momenti che
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Non diversamente, sulla traccia del Bernini, la scultura cerca la “naturalezza” nel rendere nel marmo la morbidezza dei capelli, il calore delle
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rivelarne il valore. L’artista, il tecnico della visione, è dunque colui che rivela il valore delle cose visibili: un valore che si manifesta appunto nel
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Contro questa grandiosa tecnica dell’immagine e questa relazione ciclica dall'immaginare al fare si instaurerà, nel secolo successivo, la tesi del
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importante la coincidenza tematica, compositiva e, probabilmente, di data tra Apollo nella fucina di Vulcano dipinto da Velázquez a Roma nel 163o e
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proprio nel momento stesso in cui essa si profila, a Roma verso il 1630, con le prime “bambocciate” di Pieter van Laer e del suo gruppo: al tempo
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, Annibale Carracci contrappone alla storia immobile la storia come azione, concatenazione causale di eventi nello spazio e nel tempo. Al Caravaggio il
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prima, Rubens la seconda. L’antitesi si fa serrata, dilemmatica, tra Rembrandt e Vermeer: storia senza protagonisti, spazio senza oggetti nel primo
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Anche in architettura: vi sono edifici, come quelli del Bernini, che attuano in sé, nel movimento della pianta, nel contrapposto delle masse, nell
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Era fin troppo facile, per i teorici del Seicento, indicare nel genere del ritratto il tipo dell’imitazione “com’è”, e quindi, il termine medio tra
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un giudizio, anche se spesso il giudizio è elogio oratorio o complimento galante. Nel ritratto si ammette, insomma, che nella vita sociale il
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Questo ritratto in superficie ha il suo rovescio nel ritratto profondo di Rembrandt: Hals è un pittore di allegre brigate, anche quando isola dal
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patetico del paesaggio: nel Testa, nel Mola e, molto più, in Salvator Rosa i motivi paesistici (alberi, rocce ecc.) diventano quasi tipi psicologici: come
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della natura si identifica con il sentimento della storia e si proietta tutto nel passato, quasi evocando un bene perduto, nel Dughet sollecita a
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attributivi o commentari rispetto alla storia figurata; hanno lo stesso valore. E così nello Aertsen, nel Beuckelaer e poi, in Italia, nei Campi
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di accademia della natura morta, ma che poi, nel 1617, aveva lasciato Roma per Madrid, dove s'occupò soprattutto d’architettura, benché, stando alle
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bensì esperienza di oggetti particolari ma, come esperienza, universale. Nel primo caso l’arte è didascalica perché impartisce la nozione del valore; nel
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di sé, è la visione di colui che, vivendo nel mondo, ha in sé il segno della predilezione divina. Per questa certezza interiore, che gli da la
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Barocco dall'ultima grande civiltà della forma, il Rinascimento, è il Manierismo, cioè il periodo della crisi della forma. Nel periodo che verrà dopo
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intellettiva e rappresentativa che, nel Rinascimento, produceva a parità di valore forme sensibili e concetti astratti.
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di servirsene nel modo che considera più opportuno in rapporto al fine emotivo che si propone. La forma esaurisce la propria funzionalità nel proprio
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Nel programma politico-sociale della Chiesa, poi, l’arte fornisce uno strumento essenziale per quel nuovo modo di vita religiosa che Francesco di
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acquistare una sempre maggiore influenza nel trattare questioni d’interesse generale. Non è soltanto per una sorta di curiosità scimmiesca che, nel
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resto, tendono a esautorare l'aristocrazia feudale cercando appoggio in una base più larga, nella borghesia che detiene il potere economico, e nel
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massimo prestigio nel tessuto urbano ed è generalmente al centro di una vasta zona organizzata in funzione dei suoi valori formali. L'idea del
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michelangiolesca: la cupola si apre e dispiega nel colonnato così come il suo originario significato simbolico si dispiega nel più accessibile
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In Spagna, come in Italia a Napoli, e in genere nell'ltalia meridionale e in Sicilia, si esagera nel fasto dell'ornamento plastico e pittorico, senza
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Se la città vale, nel suo insieme, come un organismo monumentale, è comprensibile che un’importanza speciale venga data agli accessi: le porte di
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monumento, che si delinea nel Cinquecento specialmente con Michelangiolo, sviluppa il concetto umanistico di statua come trasposizione o evocazione di
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: con quale processo, s’è visto nel modo con cui il Bernini allegorizza nel colonnato il motivo simbolico della cupola. Ma il Bernini ha fatto qualcosa
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, anzi specificamente ottico, già largamente praticato nel Cinquecento: non per nulla il Seicento sviluppa tutta la casistica della prospettiva, che del
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riportato” nel soffitto. Nell’Aurora del Casino Ludovisi (1621) il Guercino si propone di correggere il Reni ricorrendo a un mezzo illusivo più
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morale è l’esperienza diretta del reale che dà argomento a sperare in cose al di là del reale; e spesso per contrasto, nel senso che proprio l'affanno
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