L'Europa delle capitali
Se il sentimento è, in sostanza, la “naturalità” umana e quindi è sempre, in qualche modo, sentimento della natura, non si arriverà a trasformare il
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Il dibattito sul significato e il valore della storia, o del classicismo, possono ridursi all’antitesi di un’interpretazione positiva o negativa: la
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Senza passare attraverso la riflessione sul valore del classicismo o della storia non si poteva arrivare a porre il problema, che urgeva alla
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Il Caravaggio ha il disperato ardire di lacerare il velo della finzione: lui che spregia la storia ordinata in una forma logica e guarda all’evento
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Non poteva essere diversamente. Rotto l’equilibrio di umanità e natura, si cerca di allargare, distorcere, magari contraddire e spezzare la struttura
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del Greco. Vi reagisce, come Rembrandt aveva reagito al comico senza storia rinnovando la visione della storia; e la sua pittura, nel momento stesso in
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Il terzo dei grandi umanisti del Seicento è Vermeer: il più vicino, anche, a quella che sarà la sostanza del pensiero illuministico. Se anche Il
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L’architettura del Seicento non rinnova radicalmente la morfologia e la tipologia classica: si limita per lo più a sviluppare, di ciascun tipo, le
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Anche la cupola, nel Seicento, perde la funzione, che le aveva fissato il Bramante nel progetto per San Pietro, di conclusione plastica di un
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architettoniche barocche sono grandiose, pesanti, pletoriche. Debbono imporre alla vista la monumentalità dell'edificio, manifestarne il significato
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Il desiderio di manifestare l’autorità divina e sovrana e, sia pure, la potenza politica dello Stato e la prosperità delle classi dirigenti non basta
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L’estensione sconfinata, il dinamismo del mondo “moderno”, la formazione di organismi sociali complessi come lo Stato e la capitale, esigono una
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La crisi sta nel fatto che, se la visione è sempre fenomeno, ogni fenomeno tende a porsi come visione: nel momento stesso in cui l’arte tende ai
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Non diversamente, sulla traccia del Bernini, la scultura cerca la “naturalezza” nel rendere nel marmo la morbidezza dei capelli, il calore delle
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La teoria dei “generi” è stata formulata per la pittura, ma in realtà vale per tutta l'arte. Anzitutto, il fatto stesso di isolare i “ generi” limita
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Due vie si aprono a questo punto: la discesa verso la descrizione minuta, la riduzione della storia all’aneddoto, oppure la salita verso
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L’interesse sociale che domina il secolo, la rinuncia a identificare Dio nella natura e a dedurre da essa i principi della vita intellettiva e morale
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sempre uguale a se stessa. Annibale, e con lui il Domenichino, tentano una restauratio naturae parallela alla restaurati historia: se la storia è sviluppo
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modo di essere e di vedere, un metodo; la prospettiva, cioè la struttura classica dello spazio, non è più razionalità universale, ma anch'essa metodo
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Anche la natura agisce, dice Rubens; anche la, natura patisce, è la risposta di Rembrandt. Dalla malinconia ispirata di Elsheimer Rubens sviluppa il
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che contenga le cose, ci sono soltanto le cose, e la loro animazione determina lo spazio, o quanto meno un'estensione infinita. La luce non è più un
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La ruralità del paesaggio olandese è superata, d’un balzo, da Vermeer, nella Veduta di Delft (1658 circa), e non solo come limite tematico
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La pittura di costume ha origini fiamminghe, dall'amaro quietismo religioso di Bruegel il Vecchio. Nasce come rovesciamento ironico della storia. Se
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La corrente dei Bamboccianti a Roma, che si forma intorno a Pieter van Laer, non ha certamente l'importanza sociale che si è voluto attribuirle; ma
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socialità alta, ufficiale, di un Le Brun; troppo esplicitamente contrappone il villaggio alla città e l'osteria alla casa civile. La borghesia ha
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La storia dell’isolarsi della figurazione di oggetti da un contesto figurativo animato lo dimostra. Nei dipinti del Bassano gli oggetti non sono più
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Ma la pittura non dà cose, bensì immagini di cose. S’intende: con le cose reali il rapporto è di utilità o di fruizione; solo quando le cose siano
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Da parte protestante, anche per la condanna di ogni mediazione sensibile tra uomo e Dio, la posizione è opposta: l’arte nasce, si sviluppa, esercita
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Nella seconda metà del Cinquecento entra in crisi il pensiero che la ragione umana non sia che il calco della logica divina ugualmente espressa nella
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sociale, la questione della società e della sua organizzazione funzionale si affaccia subito come essenziale. Non soltanto la divergenza religiosa
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dimostrabili si restringe e nei suoi confini opera soltanto la scienza; la morale non ha più il suo fondamento nella verità ontologica e, quanto
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Per intendere la portata di questa trasformazione è necessario risalire alla fine del secolo XV quando la Chiesa romana riesce a comporre gli scismi
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classico, la natura e la storia sono, al medesimo titolo, espressioni della provvidenza divina, così come l’idea e l’esperienza sono due modi non
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Presto però si profila la crisi di questo sincretismo di logica e fede. Già per Leonardo la natura non ha una forma logica, non ha una struttura
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mimesis, ma dell'idea e non della natura. Può parere strano che la crisi manieristica della forma, alla fine del secolo XVI, si configuri come formalismo
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Ad affrettare la crisi della forma concorre potentemente l’influenza, sull’arte figurativa, della poetica del Tasso, che muta radicalmente l'idea del
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La difesa e la rivalutazione delle immagini e quindi dell’arte che le produce, è la grande impresa del Barocco; e comincia quando la Chiesa, ormai
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Sales, nei primi anni del secolo, addita e spiega ai cristiani, la devozione. è il modo di giungere alla salvezza con le opere, cioè vivendo nel mondo e
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La dimostrazione di una verità è uguale per tutti, i modi di comportamento sono molti e bisogna farli convergere a un solo fine. La Chiesa, ora, è
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L’immaginazione sociale e politica è un fatto nuovo, ed è la controparte dello spirito pratico della borghesia, della sua positiva concezione dell
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La grande creazione politica del Seicento è lo Stato nazionale, la sua forma tipica è la monarchia assoluta. L’Europa moderna è un sistema di Stati
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Nel secolo XVII l’accentramento dei poteri determina il prevalere di una città, che diventa la sede dell’autorità dello Stato, degli organi di
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Se la figura della capitale spirituale del cattolicesimo è anche un mezzo di propaganda politica e religiosa, la forma urbis studiata da Sisto V e da
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La capitale, come forma urbana tipicamente barocca, è la rappresentazione monumentale di quella che il Mumford chiama “l'ideologia del potere". Si
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La lunga navata del Maderno distrugge indubbiamente la drammatica unità del tormentato blocco michelangiolesco, ma prolunga la basilica nello spazio
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Organismi intenzionalmente monumentali sono anche le grandi piazze e le vie principali della città. Esempio tipico e, a Roma, la piazza Navona: la
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All’opposto, in Inghilterra, fin dalla rivoluzione di Cromwell, se non prima, si crea una frattura tra la monarchia, esautorata dall'insubordinazione
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Per vedere come il “monumentale” tenda a rompere ogni limite di categoria e l'immaginazione a farsi modo di vita basta confrontare la decorazione
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illusorio dell’architettura della chiesa: il soffitto è sfondato, al di la di un gigantesco impluvium si spalanca il cielo popolato di angeli e santi
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immaginare. Ciò che specialmente sorprende, dunque, è la tecnica che traduce in qualcosa di reale ciò che la mente ha, audacemente, immaginato come
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