L'Europa delle capitali
l'immagine non è più condizionata all'equilibrio, alla compensazione simmetrica della natura, non è più soggetta a limiti, se non a quello della
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di carattere” a cui va congiunta una valutazione morale. Murillo identifica il bello morale con l’innocenza infantile, ch’è anche l’immagine della
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loro preghiere: e il primo scopo dell'immagine è quello di indurre nel fedele lo stato d’animo e l’atteggiamento di modestia e umiltà che deve
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L’immagine devozionale appare già nella pittura tardo-manieristica, con la funzione di dare alla preghiera un oggetto sensibile. Nel Seicento diventa
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prefigurazione del futuro ad immagine del passato è un'illusione mentale tradotta in illusione visiva. Non si può eliminare l’eventualità, il caso
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e presentato l’immagine come realtà assoluta; ma Velázquez crea un discorso che può essere fatto soltanto con la pittura. Se un messaggio dev'essere
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’immagine di un dipinto, finzione della finzione. Nasce, insomma, non già come rappresentazione della natura, ma della pittura. Infine, la pittura può
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struttura dello spazio e quindi valido soltanto come mera immagine. Sorge così una vera e propria iconologia architettonica, tanto più libera nelle sue
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dei pesi incidenti. Fin dall’antichità questa funzione statica aveva un equivalente ideologico: la colonna era immagine di stabilità, di fermezza; ma
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Cortona disgiungano la tecnica della costruzione dalla tecnica della visione o dell'immagine autosufficiente dimostra che alla prima si dà una
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ai muratori la cazzuola e lo scalpello, modifica nel fare le prime idee, fa nascere immagine da immagine in un disperato “crescendo”: i suoi disegni
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dell'esecuzione: ogni artista ha la sua praxis, spesso modifica la tecnica secondo il tipo dell’immagine. Anche nella pittura, come nell'architettura e nella
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scolpita con la cosa naturale, bensì la naturalezza dell’immagine. Potrebbe dirsi, perfino, che l'arte si richiama alla natura solo per dimostrare
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Contro questa grandiosa tecnica dell’immagine e questa relazione ciclica dall'immaginare al fare si instaurerà, nel secolo successivo, la tesi del
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non sono concepite e condotte secondo il procedimento consueto dell'allegoria: non v'è trasposizione dall'immagine al concetto, ma una scelta di
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solo per l’arte ma per la storia del pensiero umano, è questo: l’immagine non si pone più al di sopra né al di sotto dell’esperienza umana, non
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correnti dell’arte del Seicento: il ritratto è l’immagine del protagonista, l’eroe di una storia immaginaria. Ma non basta: il ritratto implica comunque
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esperienza non fa, disfà la vita, la consuma: l’immagine di un essere umano non può che consegnare la storia di questa lunga consunzione nel mondo. Non
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, minacciosa, capricciosa, immagine delle forze cosmiche che trascendono l'uomo (il “sublime”). L'antitesi è importante anche perché ne riflette un'altra
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la storia dimostra quanto sia ormai lontana, come positiva immagine del mondo, dalla coscienza moderna. Ma se in Poussin e in Claude il sentimento
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Non vi sono gerarchie, neppure tra cosa ed immagine della cosa: il cielo non è meno reale e concreto di un albero, di una roccia; non c'è uno spazio
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presenza e attualità d'immagine mai prima raggiunte. Sensibilità e interesse convergono, fanno sintesi: la sensibilità non dà più l’attesa, ma
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quadri che fingono quadri. Ma, se il quadro vale soltanto come esempio d'imitazione perfetta, vi sono due ipotesi: o si attribuisce all’immagine dipinta
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illusoria e l’immagine, concreto il concetto; nelle nature morte è vero l’inverso. Si profila così una possibile interpretazione della natura morta
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L'idea che l’immagine sia momento e fattore del pensiero apre il problema della possibilità di influenzare od orientare il prodursi delle immagini
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: quell'esistenza, appunto, che tutta l'arte del Seicento cerca di attuare nella forza non più illusiva e sempre subordinata dell’immagine, ma nella sua
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funzione di mettere tutto in immagine e di precisare, dell’immagine, il concreto valore di elemento costruttivo della coscienza. La scienza, la
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natura, l'uomo conosce ad un tempo Dio e se stesso, poiché l’uomo è fatto ad immagine di Dio: dalla conoscenza della verità eterna celata sotto le
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che si verifichino, invece che nella dimostrazione logica, nell’espressione in immagine? La finzione ha comunque un valore: quale? Facciamo un
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Il secolo XVII è il primo di quella che si chiamerà poi la civiltà dell’immagine e che non è altro che la civiltà moderna. Il periodo che separa il
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come grandiosa affermazione del valore autonomo e intrinseco dell’immagine. Nei teorici del Seicento è ben chiaro il concetto che lo “ingegno” tipico
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priori del creato, cioè una forma che possa mutare negli aspetti esteriori o accidentali rimanendo immutata nella sostanza; è un’idea, un’immagine
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stessa, come mera immagine. Se la forma rivela sempre la presenza del reale, di cui vuol essere la rappresentazione, l’immagine, con il suo potere
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bello formale. Il bello non è più una forma ben definita nei suoi contorni, nelle sue proporzioni, nella sua plastica, nei suoi colori, ma l’immagine
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intatta la struttura razionale della natura sotto le cangianti apparenze sensorie, e anticlassica è l’immagine che conserva certe sembianze esteriori
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’immagine, in se, non è né buona né cattiva, ma ci si può servire delle immagini per un fine buono o perverso. Non è questione di vero e di falso, ma di
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funzione dell’immagine è pratica, educativa, didascalica; ma questa funzione non si esplica soltanto col trasmettere, attraverso le immagini, esortazioni
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Ora, l’immagine non agisce né sull’azione né sulla decisione, ma agisce sulle intenzioni; non fornisce schemi o modelli, ma sollecitazioni
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(per esempio: il cuore di Gesù). L’immagine devozionale non esalta la figura “storica” e tende al realismo o, piuttosto, al verismo: il suo scopo è di
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l’esercizio dell’autorità: il suo strumento è ancora la propaganda e la propaganda si attua al livello e col mezzo dell'immagine. V’è una propaganda
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’organizzazione della produzione artigianale e la creazione del sistema industriale. I cosiddetti “eccessi" d’immagine dell’arte barocca possono certamente apparire
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artista che avverta la forza suggestiva della poetica del Tasso e il nuovo valore che in essa assume l’immagine svuotata d'ogni consistenza plastica ma
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aveva fatto delle città comunali l’immagine della comunità urbana, conta la volontà del sovrano e del governo, che vogliono fare della città-capitale l
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fenomeno o dell’immagine, ma come traduzione in figura di concetti astratti. Poiché il concetto e universale, deve esprimersi in immagini largamente
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architetto, anzi maggiore architetto che pittore: ma la sua architettura implica una radice pittorica e tende a costituirsi come immagine pittorica.) Poiché
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