Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

VODIM

Risultati per: il

Numero di risultati: 153 in 4 pagine

  • Pagina 1 di 4

L'Europa delle capitali

257375
Argan, Giulio 50 occorrenze

L'Europa delle capitali

conoscitivo ogni illusione è soltanto un falso. Ma poiché s'è visto che lo scopo della persuasione non è il vero, ma l’utile, e il vero si constata o

Pagina 101

L'Europa delle capitali

Il “bello”, infine, è sensibilità, apertura dell’essere al rapporto di simpatia col mondo naturale e sociale. Cessa di esistere come categoria

Pagina 103

L'Europa delle capitali

La crisi del classicismo coincide con il Manierismo. Il Barocco, nel suo insieme, tende a rivalutare, sia pure in termini diversi, l'esperienza

Pagina 114

L'Europa delle capitali

L’antitesi è troppo schematica: è vero che il Caravaggio, seguendo l’antico ammonimento leonardesco, non studia gli antichi e cerca di cogliere i

Pagina 115

L'Europa delle capitali

Più vitale è, indubbiamente, il classicismo carraccesco e berniniano con le sue derivazioni. L'antichità è il tempo in cui la storia degli uomini

Pagina 116

L'Europa delle capitali

si è fermata e il messaggio che le sue sembianze trasmettono è il messaggio d'un altro tempo, passato, consegnato alla storia. I colori che definiscono

Pagina 116

L'Europa delle capitali

corrente carraccesca, riprendono il tema manieristico dell'idea, ma la identificano con l’arte di Raffaello invece che con quella di Michelangiolo

Pagina 116

L'Europa delle capitali

Il dibattito sul significato e il valore della storia, o del classicismo, possono ridursi all’antitesi di un’interpretazione positiva o negativa: la

Pagina 117

L'Europa delle capitali

Il Caravaggio ha il disperato ardire di lacerare il velo della finzione: lui che spregia la storia ordinata in una forma logica e guarda all’evento

Pagina 118

L'Europa delle capitali

Il terzo dei grandi umanisti del Seicento è Vermeer: il più vicino, anche, a quella che sarà la sostanza del pensiero illuministico. Se anche Il

Pagina 123

L'Europa delle capitali

appartengono piuttosto alla strada o alla piazza che all’edificio di cui fanno parte. Il Borromini arriverà fino a concepire facciate spostate rispetto all

Pagina 125

L'Europa delle capitali

architettoniche barocche sono grandiose, pesanti, pletoriche. Debbono imporre alla vista la monumentalità dell'edificio, manifestarne il significato

Pagina 127

L'Europa delle capitali

Chi corregge gli errori tecnici del Bernini è il Borromini, che afferma per l'architettura il principio della praxis come spiritualità o della

Pagina 139

L'Europa delle capitali

dell'esecuzione: ogni artista ha la sua praxis, spesso modifica la tecnica secondo il tipo dell’immagine. Anche nella pittura, come nell'architettura e nella

Pagina 141

L'Europa delle capitali

Il punto di crisi, per la pittura, è dato dalla specializzazione. Se il pittore è il tecnico della visione e tutto deve fenomenizzarsi nell'arte, è

Pagina 142

L'Europa delle capitali

Nella fenomenologia illimitata del reale il solo principio d’ordine è il raggruppamento per classi d'immagini. Poiché non vale più il concetto della

Pagina 154

L'Europa delle capitali

ugualmente piacere, questo dipende dalla giustezza del colorito, dell'esecuzione. In questo caso, evidentemente, la causa del piacere è il processo, il l

Pagina 161

L'Europa delle capitali

Per tutto il Seicento due opposte concezioni della realtà - una universalistica e una nominalistica — sembrano contendersi il campo, proponendo

Pagina 162

L'Europa delle capitali

Era fin troppo facile, per i teorici del Seicento, indicare nel genere del ritratto il tipo dell’imitazione “com’è”, e quindi, il termine medio tra

Pagina 164

L'Europa delle capitali

L’importanza che si dà alla pittura di storia, considerata la forma più elevata dell’arte, spiega in parte l’interesse per il ritratto in tutte le

Pagina 165

L'Europa delle capitali

Il ritratto, comunque, non è che una figura occasionalmente isolata da un contesto: e il contesto non è, o solo raramente, un’azione “storica”, ma la

Pagina 165

L'Europa delle capitali

pittorica. Il colore non ha soltanto una funzione visiva, traduce in note cromatiche il chiasso della brigata: la pennellata, con il suo andamento

Pagina 166

L'Europa delle capitali

Questo ritratto in superficie ha il suo rovescio nel ritratto profondo di Rembrandt: Hals è un pittore di allegre brigate, anche quando isola dal

Pagina 167

L'Europa delle capitali

Il Caravaggio nega il problema: dopo i primi accenni paesistici del Sacrificio d’Isacco e del Riposo in Egitto rinuncia, proprio lui che veniva

Pagina 177

L'Europa delle capitali

Il ventennio dal 164o al 1660 è il periodo trionfale del paesaggio classico, con le due figure dominanti di Poussin e Claude Lorrain: di fatto

Pagina 179

L'Europa delle capitali

Bruegel il Vecchio, nella Caduta di Icaro, aveva espresso lucidamente la sua concezione scettica della natura. Non è più, come in Bosch e in Patinir

Pagina 179

L'Europa delle capitali

Anche la natura agisce, dice Rubens; anche la, natura patisce, è la risposta di Rembrandt. Dalla malinconia ispirata di Elsheimer Rubens sviluppa il

Pagina 180

L'Europa delle capitali

l'attualità, la verità del valore; l'interesse non dà più la nozione della cosa, ma, anch'esso, il valore. Il dato della sensibilità è soggettivo, ma il

Pagina 182

L'Europa delle capitali

nasce come polemica contro la pittura di storia. Al fondo, c’è il motivo della decadenza: la stessa degradazione storica che ha ridotto i monumenti in

Pagina 192

L'Europa delle capitali

semplicemente pittura da modelli immobili, inanimati: il miglior modo di verificare la bontà del procedimento imitativo. Il legame strettissimo della

Pagina 197

L'Europa delle capitali

L’esigenza che determina, tuttavia, la grande produzione di nature morte in tutta la pittura europea non è tanto quella di chiarire il rapporto tra

Pagina 200

L'Europa delle capitali

Ma la pittura non dà cose, bensì immagini di cose. S’intende: con le cose reali il rapporto è di utilità o di fruizione; solo quando le cose siano

Pagina 201

L'Europa delle capitali

Per quanto autonome e originali siano le personalità degli artisti, in tutte le nature morte del Seicento il punto di partenza non è mai l’emozione o

Pagina 203

L'Europa delle capitali

L'idea che l’immagine sia momento e fattore del pensiero apre il problema della possibilità di influenzare od orientare il prodursi delle immagini

Pagina 204

L'Europa delle capitali

individualmente predestinato alla salvezza o alla condanna eterna; ma il successo nell’attività mondana, la ricchezza stessa, sono segni sicuri

Pagina 206

L'Europa delle capitali

La discussione sul concetto di Barocco è ancora aperta. Il Croce ha scritto una grande Storia dell’età barocca, comprendendo in questo termine e

Pagina 32

L'Europa delle capitali

Il termine Barocco, benché esteso a tutte le forme della vita, rimane tuttavia legato soprattutto all'arte, come manifestazione sensibile del moto

Pagina 33

L'Europa delle capitali

La parola Barocco è stata applicata all’arte del Seicento dai teorici e dai critici del secolo successivo, il secolo del razionalismo illuministico e

Pagina 34

L'Europa delle capitali

Il secolo XVII è il primo di quella che si chiamerà poi la civiltà dell’immagine e che non è altro che la civiltà moderna. Il periodo che separa il

Pagina 38

L'Europa delle capitali

bello formale. Il bello non è più una forma ben definita nei suoi contorni, nelle sue proporzioni, nella sua plastica, nei suoi colori, ma l’immagine

Pagina 42

L'Europa delle capitali

La Rettorica è il trattato dell’arte di persuadere o del discorso; ma, specifica Aristotele, del discorrere nell’Areopago, cioè della discussione

Pagina 54

L'Europa delle capitali

La Rettorica, dice Aristotele, ha tre generi: deliberativo, giudiziale, dimostrativo. “A ciascuno di questi s’attribuisce il suo tempo. Al

Pagina 55

L'Europa delle capitali

La capitale, come forma urbana tipicamente barocca, è la rappresentazione monumentale di quella che il Mumford chiama “l'ideologia del potere". Si

Pagina 61

L'Europa delle capitali

urbano sviluppando così la funzione urbanistica del monumento: più tardi il Bernini, aggiungendo alla chiesa il colonnato e studiando il collegamento

Pagina 73

L'Europa delle capitali

Ciò che il Bernini, operando in pieno Barocco, riprende e svolge nella spazialità aperta del colonnato è il nucleo plasticosimbolico della cupola

Pagina 74

L'Europa delle capitali

La chiamata del Bernini a Parigi per studiare il progetto del Louvre dimostra che Luigi XIV voleva dare alla propria residenza un valore di

Pagina 74

L'Europa delle capitali

nettamente si pone, tra la campagna o il suburbio e il centro storico cittadino: nella nuova struttura sociale esiste ormai una separazione precisa tra

Pagina 76

L'Europa delle capitali

dimensione e il perimetro hanno una ragione storica perché ricalcano i resti del Circo Agonale, ed è proprio questa condizione storica data che fornisce

Pagina 76

L'Europa delle capitali

Nell'Aurora del Casino Rospigliosi (1613) Guido Reni applica rigidamente il principio carraccesco dell'arte che imita l'arte: l'affresco è un “quadro

Pagina 95

L'Europa delle capitali

Cagione di meraviglia non è soltanto lo spettacolo di cose nuove e inattese ma anche il vedere realizzato qualcosa che si è immaginato o si può

Pagina 99

Cerca

Modifica ricerca