L'Europa delle capitali
’immaginazione ha quindi il suo fondamento nella storia. Ma la ripetizione precisa di un evento è un caso e il caso è un fatto particolare, mentre la
L'Europa delle capitali
verosimiglianza o possibilità; e anche questo è relativo poiché, per il fatto stesso di tradursi in qualcosa di oggettivamente esistente, anche l’immagine
Pagina 100
L'Europa delle capitali
situazione di fatto, e un momento di reazione (piacere, dolore ecc.) a cui succede una azione (avvicinarsi, allontanarsi ecc.), In quanto il sentimento è
Pagina 101
L'Europa delle capitali
Solo entro quest'ambito le posizioni divergono. Il Caravaggio si limita bensì a presentare il fatto come accadimento improvviso, senza ricostruirne
Pagina 101
L'Europa delle capitali
dirsi artificialmente invecchiato: è il caso, in Italia, del Sassoferrato, in Spagna, dello Zurbarán. Poiché il fatto visivo vuol essere soltanto
Pagina 111
L'Europa delle capitali
storica e naturalistica del classicismo. Il fatto nuovo è che, nel Seicento, l’istanza classicistica è posta in antitesi o comunque in relazione dialettica
Pagina 114
L'Europa delle capitali
e presentato l’immagine come realtà assoluta; ma Velázquez crea un discorso che può essere fatto soltanto con la pittura. Se un messaggio dev'essere
Pagina 121
L'Europa delle capitali
Le facciate, come s'è già detto, non sono più la sezione di una prospettiva né la superficie terminale di un blocco plastico: come fatto visivo
Pagina 125
L'Europa delle capitali
, appunto, facendole servire al fine dell'arte, conferisce a quelle tecniche un significato e un valore finalistico. Il fatto che il Bernini e Pietro da
Pagina 138
L'Europa delle capitali
paesaggio voluto e creato dall'uomo. Lo spazio è fatto dall'architettura; e non è uno spazio finto, ma uno spazio “altro”. Ha altre dimensioni, altre
Pagina 139
L'Europa delle capitali
La crisi sta nel fatto che, se la visione è sempre fenomeno, ogni fenomeno tende a porsi come visione: nel momento stesso in cui l’arte tende ai
Pagina 141
L'Europa delle capitali
La teoria dei “generi” è stata formulata per la pittura, ma in realtà vale per tutta l'arte. Anzitutto, il fatto stesso di isolare i “ generi” limita
Pagina 155
L'Europa delle capitali
pensiero stesso della storia e trasponendolo dal passato al presente, raffigura il fatto come storico accadimento immediato e dà alla figurazione di
Pagina 156
L'Europa delle capitali
fatto nuovo è l’intervento di un sentimento, e non solo di un’immaginazione, sociale. Se anche il soggetto contiene un motivo allegorico, le due opere
Pagina 156
L'Europa delle capitali
fatto particolare s'inserisce in uno spazio universale e la storia diventa elogio e monumento. Richiamandosi ai veneti e specialmente al Tintoretto
Pagina 157
L'Europa delle capitali
, all'emozione che non trascorre ma si fissa, a una realtà visiva che impegna tutta la coscienza senza rimandare a significati secondi. Il fatto nuovo, e non
Pagina 159
L'Europa delle capitali
dal fatto che quei fiori, grappoli e cibi non sono veri ma figurati; quindi si ammette che la mente umana può avere percezioni chiare e distinte e che
Pagina 161
L'Europa delle capitali
ambientali; ma allora lo spazio non può più essere un'astrazione prospettica — naturalistica o architettonica — ed è fatto di cose concrete: il
Pagina 162
L'Europa delle capitali
affacciandoci alla finestra. Ma queste cose sono state viste dall'artista con un’intensità inconsueta: un’intensità determinata dal fatto che in lui il
Pagina 163
L'Europa delle capitali
i suoi ritratti sono dimostrativi delle composizioni storico-religiose e mitologiche: lo prova indirettamente il fatto che, nei ritratti, il suo punto
Pagina 164
L'Europa delle capitali
La pittura di Frans Hals è, di fatto, più sciolta che libera: all’opposto di quella di Velázquez, non costruisce, ma frammenta, disintegra la forma
Pagina 166
L'Europa delle capitali
considerato l’alfiere di un nuovo naturalismo, al paesaggio. Gli preme il fatto, l’accadimento immediato: e questo non può avere per sfondo una natura
Pagina 177
L'Europa delle capitali
Il ventennio dal 164o al 1660 è il periodo trionfale del paesaggio classico, con le due figure dominanti di Poussin e Claude Lorrain: di fatto
Pagina 179
L'Europa delle capitali
aveva applicato il metodo del classicismo, come Descartes i principi formali della logica. Ma il fatto importante era d'aver sostituito il metodo al
Pagina 182
L'Europa delle capitali
: è libera di stare al fatto, alla testuale realtà delle cose, di compromettersi anche col “brutto”. Come tecnica, questa pittura è insieme rapida e
Pagina 191
L'Europa delle capitali
rovine ha fatto proliferare, tra esse, un popolino “ di facchini, e monelli, e tagliaborse” (S. Rosa). Il Cerquozzi raffigura la sommossa di
Pagina 192
L'Europa delle capitali
tono locale, come colore inerente all'oggetto, ha un'importanza essenziale: lo spazio è fatto di cose, le cose sono in rapporto tra loro, e non in un
Pagina 193
L'Europa delle capitali
Ma c’è la valutazione della situazione pratica, di fatto, che non va oltre la constatazione ed eventualmente la determinazione di una linea di
Pagina 194
L'Europa delle capitali
conferma proprio il fatto che la natura morta cerchi, al principio, giustificazioni religiose e allegoriche. Le tesi proposte in questo senso dallo Sterling
Pagina 196
L'Europa delle capitali
a interpretazioni disparate dei medesimi oggetti, ma presuppongono comunque un rapporto di simpatia o d’interesse forse proprio giustificato col fatto
Pagina 202
L'Europa delle capitali
giustifica con il riconoscimento della capacità dell'uomo di compiere scelte e di definire valori. A che cosa, di fatto, si vuole persuadere con questi
Pagina 204
L'Europa delle capitali
natura, l'uomo conosce ad un tempo Dio e se stesso, poiché l’uomo è fatto ad immagine di Dio: dalla conoscenza della verità eterna celata sotto le
Pagina 35
L'Europa delle capitali
legge divina a priori ma la struttura della mente umana che li percepisce e coordina. Ciascun fenomeno si presenta ora come un fatto a sé, limitato
Pagina 35
L'Europa delle capitali
pregiudizio dommatico. E la conoscenza della natura può servire a vivere nel mondo, non a salvare l'anima. Per Giorgione la natura è una realtà di fatto, ma
Pagina 40
L'Europa delle capitali
Benché, dunque, il Manierismo si professi scolasticamente fedele al classicismo, è di fatto anticlassico perché classica è la forma che conserva
Pagina 42
L'Europa delle capitali
concettualizzare l’immagine ma dare al concetto, fatto immagine, la forza non più dimostrativa ma di pratica sollecitazione ch’e propria dell’immagine. Perfino i
Pagina 48
L'Europa delle capitali
L’immaginazione sociale e politica è un fatto nuovo, ed è la controparte dello spirito pratico della borghesia, della sua positiva concezione dell
Pagina 51
L'Europa delle capitali
particolare ma di un fatto universale. Né si tratta di leggi riducibili alla causalità logica: se tutto fosse logico rapporto di causa ed effetto, tutto
Pagina 53
L'Europa delle capitali
figurativo. Si passa da lontani riferimenti storici a visioni di gloria celeste, dalla cruda descrizione di un fatto alla vaga promessa di una futura
Pagina 56
L'Europa delle capitali
e lampante, bisogna accompagnarla con argomenti o entimemi; se la prova manca si deve sostituirla con gli argomenti. Il fatto può essere considerato
Pagina 56
L'Europa delle capitali
aveva fatto delle città comunali l’immagine della comunità urbana, conta la volontà del sovrano e del governo, che vogliono fare della città-capitale l
Pagina 59
L'Europa delle capitali
sorta di rappresentazione allegorica o di “trionfo”. Come già aveva fatto nel Baldacchino, concepisce la tomba come il fissarsi, in forme perenni e
Pagina 77
L'Europa delle capitali
decorazione del barocco latino— americano sono, di fatto, proprio l'opposto del “monumento”: le forme non hanno alcun senso metafisico implicito, non
Pagina 78
L'Europa delle capitali
: con quale processo, s’è visto nel modo con cui il Bernini allegorizza nel colonnato il motivo simbolico della cupola. Ma il Bernini ha fatto qualcosa
Pagina 89
L'Europa delle capitali
Annibale Carracci in palazzo Farnese, per esempio, sono allegorizzanti per il fatto stesso di rappresentare scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio e di
Pagina 90
L'Europa delle capitali
alberi, figure, nuvole, architetture vivono in una dimensione più ampia, addirittura illimitata. Ma, nel Cortona, v'è un fatto nuovo: la pittura può
Pagina 91
L'Europa delle capitali
’agire umano, influire sulla condotta anche morale. A condizione, però, che passi attraverso il fare dell'arte, che è in sostanza il fatto
Pagina 91
L'Europa delle capitali
terreno: e che sia così è provato dal fatto che alcune figure, sospese al limite della cornice o varcandolo, aspirano a salire in quello spazio celeste
Pagina 93
L'Europa delle capitali
del fatto. La soluzione del Guercino è più “naturalistica” di quella del Reni: attraverso il soffitto sfondato si vede passare velocemente, nel cielo
Pagina 95
L'Europa delle capitali
dipende in parte dal fatto che nella prima le membrature architettoniche sono sproporzionatamente grandi e, nella seconda, relativamente piccole rispetto
Pagina 98