L'Europa delle capitali
), ma dallo spettatore sarà riconosciuta solo a posteriori. È un concetto che la poetica barocca fa proprio e lo si vede, per esempio, nella Strage
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della forma classica per adeguarla ai nuovi contenuti; il rapporto tra l’attualità e la storia si fa sempre più teso e precario, e soltanto
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che questa segreta presenza e questa continuamente rinnovata passione di Dio dà un senso al succedersi degli eventi e ne fa storia. Allora la storia
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funzione di sviluppare e compensare in altezza la profondità prospettica della navata. Il Borromini, in Sant'Agnese, la fa sorgere e incombere
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ai muratori la cazzuola e lo scalpello, modifica nel fare le prime idee, fa nascere immagine da immagine in un disperato “crescendo”: i suoi disegni
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, passionale è più persuasivo, senza furor non si fa arte; ma, appunto, il discorso deve essere discorso, la pittura dev'essere pittura. Si arriva fino al
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, il borghese infine, fa politica e storia, tra universale (o generale) e particolare, la differenza è soltanto di quantità. Anche nell'arte vi sono
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prima, Rubens la seconda. L’antitesi si fa serrata, dilemmatica, tra Rembrandt e Vermeer: storia senza protagonisti, spazio senza oggetti nel primo
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esperienza non fa, disfà la vita, la consuma: l’immagine di un essere umano non può che consegnare la storia di questa lunga consunzione nel mondo. Non
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sugli occhi bada al vomere e al solco, non vede nulla; anch'esso è soltanto una cosa della natura, che colpita dal raggio fa ombra. Il mondo è pieno di
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urbana inasprisce, ma affermare che la povera gente non fa problema. Faceva problema, in senso morale più che sociale, per Caravaggio, quando
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natura morta fa l’elogio di beni “ artificiali": cristalli, argenti, peltri, stoffe, cibi, e i fiori sono recisi e disposti come nella vetrina del
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’inquadramento definitivo degli artisti nei ranghi della borghesia professionale, la distinzione gerarchica di arte e artigianato si fa più netta e
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scolastica, si fa sempre più incerta: non si può seguitare a negare con la sofisticata ermeneutica dei sacri testi l’evidenza delle scoperte geografiche o
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Stato che rivendica bensì l'origine divina dell’autorità regia ma fa una politica realistica di conquista del potere. Nella seconda metà del secolo il
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michelangiolesco, che fa dell'edificio un organismo plastico unitario, concluso nella forma sintetica e simbolica della cupola. Dal primo disegno
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È da notare che quest’ultima soluzione, decisa in piena Controriforma, fa della basilica lo strumento di un culto di massa, che ha uno scopo
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persuadere. Sono già paesi socialmente ed economicamente arretrati, in cui l’autorità fa leva sul fanatismo religioso per ostacolare un progresso
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figurativa della civiltà occidentale fa nascere, quasi per contraddizione, un'arte popolare autentica, un multiforme e colorito folklore.
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di una rappresentazione. Invece l'arte, e lo dice anche il Tasso, non si scopre ma fa (“l'arte che tutto fa, nulla si scopre‘): e se l'artista non
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imitare l’architettura e la scultura, come di fatto fa, ma non può essere imitata. Tra le arti (che sono tutte mimesi, imitazione) la pittura è quella
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mentre altre, di reprobi, ne sono respinte e precipitano. E si noti che la luce promana dal monogramma di Cristo, ch’è un simbolo, ma incide e fa ombre
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pratiche, alla messa a fuoco estremamente precisa e circoscritta di certi elementi, come la facciata di una chiesa o uno spigolo che fa da cerniera tra due
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