L'Europa delle capitali
La Poetica aristotelica è esplicita: possiamo immaginare come possibili, verosimili o credibili soltanto fatti che sappiamo essere già accaduti: l
L'Europa delle capitali
può essere più modificato dalle contingenze presenti: quindi la condizione umana è soltanto un sentimento di attesa della storia (non dissimile
Pagina 101
L'Europa delle capitali
contempla e l’utile si consegue, l'urto emotivo della meraviglia dev’essere valutato anzitutto come impulso all'agire. Per Descartes il sentimento
Pagina 101
L'Europa delle capitali
Il “bello”, infine, è sensibilità, apertura dell’essere al rapporto di simpatia col mondo naturale e sociale. Cessa di esistere come categoria
Pagina 103
L'Europa delle capitali
delle figure sforzate (il richiamo a Michelangiolo è evidente), quindi la historia devota deve essere “fedele, pura, vera e pudica”, cioè proprio
Pagina 111
L'Europa delle capitali
la profonda “naturalità” dell'essere umano e dei suoi affetti, e solo al di là di essa si accede a quella prospettiva del possibile, che il finalismo
Pagina 116
L'Europa delle capitali
Non poteva essere diversamente. Rotto l’equilibrio di umanità e natura, si cerca di allargare, distorcere, magari contraddire e spezzare la struttura
Pagina 119
L'Europa delle capitali
non può più essere una scelta di fatti memorabili: quali mai potrebbero essere tali in cospetto dell’infinità e dell’eternità di Dio? Tutta la pittura
Pagina 120
L'Europa delle capitali
e presentato l’immagine come realtà assoluta; ma Velázquez crea un discorso che può essere fatto soltanto con la pittura. Se un messaggio dev'essere
Pagina 121
L'Europa delle capitali
rappresentare, ed essere, soltanto se stessa: se Vermeer innova ben poco nella tematica tradizionale della pittura olandese, è proprio perché la pittura
Pagina 123
L'Europa delle capitali
essere alzata o abbassata, allargata o ristretta in rapporto al gioco delle masse dell'edificio e, perfino, al paesaggio urbano. Non corrisponde neppur più
Pagina 126
L'Europa delle capitali
determinava la coincidenza di fatti statici e plastici, non ha più ragione di essere, se non come caso particolare di una casistica prospettica ben più
Pagina 127
L'Europa delle capitali
finalistico esoterico del fare umano, la tecnica deve essere “creativa”, cioè proporsi di seguitare nella società la creazione a cui Dio ha dato principio e
Pagina 138
L'Europa delle capitali
infatti deve essere naturale e spontanea proprio perché, nella società, è difficile esserlo. Nella pittura, gli impasti sono sovente grassi, spessi
Pagina 141
L'Europa delle capitali
Tanto si bada al fare artistico, che i disegni cessano di essere, come nel passato, progetti dell'opera: sono fasi d'ispirazione, momenti che
Pagina 142
L'Europa delle capitali
interessa tutta la polis e può essere causa di felicità o di dolore per tutti; le persone della commedia sono gente ordinaria, le cui vicende non
Pagina 155
L'Europa delle capitali
fabbro: può essere un’allusione al valore ideale della praxis, del lavoro umano. In ogni caso, nel dipinto di Velázquez come in quello dei Le Nain il
Pagina 156
L'Europa delle capitali
senza immaginazione. Tutta l’arte è imitazione: ma l’imitazione della realtà come dovrebbe essere o si vorrebbe che fosse richiede un “esercizio dell
Pagina 160
L'Europa delle capitali
ambientali; ma allora lo spazio non può più essere un'astrazione prospettica — naturalistica o architettonica — ed è fatto di cose concrete: il
Pagina 162
L'Europa delle capitali
esperienza non fa, disfà la vita, la consuma: l’immagine di un essere umano non può che consegnare la storia di questa lunga consunzione nel mondo. Non
Pagina 167
L'Europa delle capitali
della natura è compito della scienza e non della pittura. Non è neppur detto che il rapporto uomo-natura debba essere dettato dalla conoscenza
Pagina 176
L'Europa delle capitali
nel tempo e ha un prima, un ora e un poi, il solo sfondo della storia può essere la natura. Ma, poiché la storia è universale, la natura non può
Pagina 177
L'Europa delle capitali
modo di essere e di vedere, un metodo; la prospettiva, cioè la struttura classica dello spazio, non è più razionalità universale, ma anch'essa metodo
Pagina 179
L'Europa delle capitali
ammette altra alternativa che il non essere. Nell’imitazione impegnata dell'oggetto s'indaga appunto il suo essere; lo si isola da tutte le relazioni
Pagina 198
L'Europa delle capitali
: che potrebb’essere quel Giovanni Battista Crescenzi, amico e protettore del Caravaggio e tanto entusiasta della nuova pittura da mettere su una specie
Pagina 199
L'Europa delle capitali
svapora e lo specchio torna ad essere uno specchio, il bicchiere un bicchiere, il liuto un liuto. I significati, poi, possono essere molti e diversi; tanto
Pagina 200
L'Europa delle capitali
proprio in questa trasformazione delle cose in rappresentazioni, nella capacità di prepararle a essere oggetti e strumenti dell’attività della mente. L
Pagina 201
L'Europa delle capitali
(il ritrarle in pittura) che, attuandosi come imitazione, implica una reazione positiva, le cui motivazioni possono essere molto diverse dando luogo
Pagina 202
L'Europa delle capitali
desiderabili le cose a cui si vuole persuadere, a far sì, insomma, ch’esso ardentemente desideri d'essere persuaso. Alla prima presiede lo “esprit de
Pagina 207
L'Europa delle capitali
proprio modo di operazione. Anche l'arte si specializza e, in sostanza, vuole essere soltanto arte; ma, nel complesso delle attività umane, l’arte ha la
Pagina 33
L'Europa delle capitali
’Illuminismo è il secolo della critica, ma la critica deve avere un oggetto e l’oggetto, in questo caso, non può essere che l'esperienza
Pagina 34
L'Europa delle capitali
o a priori; il mondo è bensì, e non potrebbe non essere, l'oggetto del pensiero umano, ma poiché non abbiamo alcuna notizia della sua struttura e
Pagina 35
L'Europa delle capitali
ancora all'esistenza di un sistema della natura, non può essere d’aiuto. Tutto l’interesse si concentra sul problema dell’esistenza umana, della sua
Pagina 36
L'Europa delle capitali
, emozionato, intenso, capace di esprimere in tutte le sue sfumature quella profonda naturalità dell’essere umano che è il sentimento (Tiziano, Tintoretto
Pagina 39
L'Europa delle capitali
dimostrativa, la forma cessa di essere forma, che sarebbe pur sempre forma del mondo, e cioè non serve più a formare l'esperienza e sopravvive a se
Pagina 41
L'Europa delle capitali
le azioni umane. Anche l'attività dell'immaginazione può compiersi secondo il disegno divino, e allora conduce al bene, o essere ispirata dal demonio
Pagina 45
L'Europa delle capitali
adempiendo ai doveri sociali: “la devozione deve essere diversamente praticata dal gentiluomo, dall'artigiano, dal valletto, dal principe, dalla
Pagina 47
L'Europa delle capitali
comportamento collettivo, deve essere mezzo e strumento di salvezza. Anche i protestanti (basti pensare a Calvino) accettano la trasformazione della
Pagina 48
L'Europa delle capitali
Si accusa l'arte del Seicento d’essere oratoria, celebrativa, tutta rivolta all’esaltazione dei grandi e delle sorgenti divine dell’autorità, benché
Pagina 50
L'Europa delle capitali
esplicarsi non avrebbe bisogno della forza suggestiva delle immagini. Alla volontà di persuadere deve corrispondere l’attitudine a essere persuasi
Pagina 50
L'Europa delle capitali
imitare cose diverse e impiegare modi diversi; inoltre la mimesis può essere imitazione dei migliori, dei simili, dei peggiori. Se la tragedia è “mimesi di
Pagina 53
L'Europa delle capitali
caso. Ma il puro e semplice ripetersi di un evento può essere effetto del caso, ciò che verrebbe a negare l’affermazione precedente. Quando però la
Pagina 53
L'Europa delle capitali
e lampante, bisogna accompagnarla con argomenti o entimemi; se la prova manca si deve sostituirla con gli argomenti. Il fatto può essere considerato
Pagina 56
L'Europa delle capitali
Il modello della città rappresentativa di un valore ideologico è dato, né poteva essere diversamente, da Roma. È questa, in ordine di tempo, la prima
Pagina 60
L'Europa delle capitali
può essere illimitatamente estesa (e frequente il caso di prolungamenti delle antiche facciate: per esempio, a Roma, il palazzo Falconieri, la cui
Pagina 61
L'Europa delle capitali
monumentali, per essere più strettamente collegate con il costume ed i modi di vita della società del Seicento, si diffondano presto in tutta l'Europa. Il
Pagina 77
L'Europa delle capitali
può condurre all'universalità della maniera grande: questa è sempre, e non potrebbe non essere, il risultato di una convergenza o di un incontro (ma non
Pagina 88
L'Europa delle capitali
dell’arte. In breve: l'arte dimostra che un certo modo di immaginazione si traduce in un fare e che, dunque, l’immaginazione può essere impegnata nell
Pagina 91
L'Europa delle capitali
imitare l’architettura e la scultura, come di fatto fa, ma non può essere imitata. Tra le arti (che sono tutte mimesi, imitazione) la pittura è quella
Pagina 91
L'Europa delle capitali
, l'illusione psicologica seconda il modo di essere “naturale” della mente umana: non imita cose naturali, ma persuade a pensare secondo il modo naturale
Pagina 97