L'ALTARE DEL PASSATO
, vedevo disegnarsi sulla bella bocca una frase certo tenerissima, poi le ciglia si chinavano imperiose, le labbra facevano l'atto di inghiottire la
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maniaca del secondo piano, salire sui solai, e di là, protesi a certe finestrette ovali, lanciare cartocci pieni d'acqua o peggio sulla testa dei
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non era una vecchia che mi fissava dalla porta. Eretta sulla persona snella, i capelli divisi in due bande lustre - quei capelli castani e lisci che
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corridoio sulla strada mal tenuta e disagevole, non sono alberi dei nostri giorni, imitano troppo bene i gobelins e gli arazzi ... M'orizzonto. Vedo
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uno scrivano pubblico ubriaco e d'una maestra zitella fegatosa. E questo sulla rivista massima, sull'organo ufficiale della letteratura italiana
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dopo, all'ora prefissa, con una puntualità rituale, solenne di pastore evangelico, miss Chloe (o Straziante ironia dei nomi!) compariva sulla soglia
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, che ogni donna si crede serenamente in diritto di prelevare sulla pazienza maschile, è meno grave che altrove. In una mezz'ora d'attesa nel rifugio
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, sul mio candore offuscato, quanto sulla caducità irrimediabile d'ogni terrena opulenza. *** - A Vienna ho una villa dieci volte più bella di questa
L'ALTARE DEL PASSATO
, irriconoscibile ormai, nota pallida sulla corda allentata dal dolore e dagli anni. - Tutto il mio tempo migliore! Che festa se Santina ... - E Santina? - Sposata
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anatemi e invoca il castigo umano e divino sulla svergonata Marchesa, con veemenza tanto più forte in quanto che ognuna di quelle Dame vorrebbe essere
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siamo tra i vivi. Tacqui ancora, parlando senza sollevare il volto. - È una gran delusione per me. Contavo sulla vostra presenza. Sono un vagabondo